Qual è la verità sulla riforma in Trentino?
Anna Pizzuti - 13-03-2004
Durante il soliloquio a due o a tre, se ci aggiungiamo Bruno Vespa, del ministro e del suo paterno e avvolgente presidente del consiglio chaperon, sono state pronunciate molte parole in libertà.
Tra queste il riferimento alla sperimentazione di tutta la riforma che si starebbe effettuando nella provincia autonoma di Trento. Che avrebbe dimostrato che in quella provincia il passaggio dalla formazione professionale al sistema dei licei è già esperienza realizzata.

E’ stato solo un accenno, che però mi ha colpito. E non solo me, visto che oggi ne parla anche Pino Patroncini, in un intervento su Retescuole. Intervento che condivido in pieno.

Al di là delle valutazioni, però, la mia intenzione, al momento, è di verificare se il Ministro abbia detto o meno la verità.

Ho provato a parlarne ieri, con il professor Rosario Drago invitato - insieme a Vittorio Cogliati Dezza, responsabile di Legambiente - ad illustrare la riforma della scuola media in un convegno organizzato nella mia scuola.

Gli ho chiesto se risultasse anche a lui che in quella regione si fosse sperimentato tutto il complesso normativo della riforma, e lui mi ha risposto che certo, la sperimentazione c’era stata, come in tutte le altre regioni.

Mi è sembrato di capire che si riferisse alla sperimentazione che ha riguardato le elementari, o forse mi ero espressa male io, fatto sta che, in quella sede, non ho voluto insistere.

Stasera, però mi sono messa d’impegno a cercare informazioni su questa questione. Che non è secondaria rispetto alle altre. Sono infatti convinta, e il convegno di ieri – che merita di essere raccontato a parte – me lo ha confermato, che si può e si deve rispondere punto per punto a qualsiasi bugia venga pronunciata dal ministro e dai suoi sostenitori, in qualsiasi luogo, soprattutto in quelli giusti, cioè quelli frequentati dagli insegnanti.

E il punto in questione non è secondario, come non lo è nessun altro, del resto.

Il punto in questione attiene alle rassicurazioni che vengono date a chi è contario allo scempio del doppio canale, che, sempre secondo il professor Drago, sarà attuato a breve (entro l’anno prossimo, così ci ha comunicato)

Ho quindi curiosato sui vari siti scolastici della Provincia di Trento e spero che qualche insegnante che opera in quella realtà vorrà confermare o smentire quello che mi sembra di aver capito.

Immagino che la sicurezza del ministro derivasse da ciò che gli è stato comunicato durante un incontro che ha avuto a fine gennaio, con il presidente della provincia autonoma di Trento e con gli assessori Salvaterra e Salvatori.

Dalla cui cronaca estraggo alcuni passaggi.

Dellai e Salvaterra hanno sottolineato al ministro altri fatti: il calo degli abbandoni scolastici dal 14 al 10% con la prospettiva (che sta nel programma di legislatura) di scendere ancora di più, fino al 5%.
"Sono ottimi risultati – ha commentato il ministro Moratti – se pensiamo che la media europea della dispersione scolastica è del 19% e la si vuole portare al 10% entro il 2010 ".

Va poi registrato che durante l' incontro di oggi il ministro Moratti ha garantito che il futuro decreto sul secondo ciclo prevederà – come richiesto – possibilità di sperimentazione per il Trentino. Un risultato che va di pari passo con quanto deciso pochi giorni fa: gli ulteriori tre anni di tempo concessi per sperimentare il protocollo di intesa già firmato.

Altro dato sottolineato positivamente dallo stesso ministro: in Trentino il 75% dei ragazzi, a 17 anni, frequenta ancora la scuola. Questo vuol dire, ha detto Salvaterra, " che quando a livello nazionale sarà compiuto il ciclo dell'istruzione lungo 12 anni e dunque fino ai 18 anni, per il Trentino sarà un obiettivo quasi naturale raggiungere questo traguardo
".

Indubbiamente i risultati raggiunti in Trentino sono positivi, ma la domanda è: il secondo ciclo riformato è stato sperimentato o no?

Ho quindi continuato a cercare, ma non è che abbia trovato molto. Sul sito più importante delle scuole trentine, le pagine che documentano questa sperimentazione sono ferme al 2003 ed alle intenzioni, se non capisco male. Ed anche quella più recente, sul monitoraggio, in realtà contiene solo l’elenco delle scuole che hanno aderito.

Ho trovasto, però, un documento che potrebbe essere utile, intitolato appunto Prove di riforma in Trentino.

Si tratta di una intervista a Daniela Carlini , responsabile del Servizio Addestramento e Formazione professionale della Provincia autonoma di Trento.
Che fornisce una ottima documentazione sul funzionamento di quel servizio, il cui livello è ampiamente riconosciuto da tutti, ma che non dice nulla di nuovo sulle eventuali sperimentazioni, rispetto a ciò che si sta facendo o tentando di fare nel resto d’Italia attuando le varie convenzioni MIUR-regioni. E nemmeno a quanto si faceva prima.

Ci si propone in generale la possibilità di realizzare il passaggio al quarto anno dell’istruzione secondaria (ovvero verso qualsiasi indirizzo della scuola secondaria superiore) per gli allievi della formazione professionale che risultano qualificati, però, alla precisa domanda

Relativamente alle esperienze in corso, ci può fare alcuni esempi concreti che descrivono le nuove possibilità di passaggio dalla formazione all'istruzione?

Daniela Carlini risponde

In concreto le possibilità in corso in questo anno scolastico, secondo quelli che sono gli indirizzi definiti nell'ottobre del 2002 nel documento Indirizzi alle istituzioni scolastiche del Trentino per l'attuazione del progetto di sperimentazione (art.4, comma 1 del Prot. d'intesa) e in particolare nell' allegato C, sono le seguenti:

1) si stanno concretizzando le modalità per consentire i passaggi degli allievi della formazione professionale del settore alberghiero e della ristorazione e dell’abbigliamento (che risultavano precedentemente esclusi dai protocolli del 1995 e 1996) verso l’istruzione professionale. Si sta attuando anche la possibilità di prosecuzione nell'istruzione professionale degli allievi della formazione professionale nel terziario, che riguarda coloro che preferiscono gli indirizzi dell'istruzione professionale a quelli dell'istruzione tecnica commerciale;

2) si stanno sperimentando modalità di passaggio per gli allievi della formazione professionale qualificati nel settore servizi alla persona verso il quarto anno del liceo delle scienze sociali e nel settore grafico verso il quarto anno dell’Istituto Tecnico Grafico;

3) si sono istituiti, in integrazione con i rispettivi Centri di Formazione Professionale, un biennio postqualifica di istruzione professionale alberghiero (IPC di Mezzolombardo con il CFP Enaip di Ossana) e un biennio postqualifica di istruzione professionale della moda (IPC Battisti di Trento con il CFP Canossa di Trento). Questi nuovi indirizzi assicureranno la prosecuzione degli studi in provincia di Trento ai ragazzi che hanno concluso la formazione professionale nel settore alberghiero e della ristorazione e nel settore dell’abbigliamento
.

Il che testimonia un meritorio impegno nell'inclusione e una forte valorizzazione dell'istruzione Professionale.

Ma questi sono i passaggi, signor Ministro: dalla formazione all'istruzione professionale, non dalla formazione ai licei.


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 francesco mele    - 14-03-2004
brava, ragazza!!!
grazie della informazione. Anche a me era rimasta la curiosità di saperne di più. Puzzava proprio di bugia quella informazione.
Ciao
Francesco