breve di cronaca
Scuole cattoliche: il nodo è nei costi
Il Sole 24 Ore - 04-03-2004

Il 5° Rapporto sulla scuola cattolica in Italia, appena reso noto dal Centro Studi Scuola Cattolica che fa capo alla Cei, esprime la grave preoccupazione delle scuole religiose per la loro stessa soppravvivenza. Nel settore dell'istruzione secondaria superiore esse perdono pezzi, chiudendo i battenti alla media del 7/8% cento l'anno, come si apprende dalle dichiarazioni che emergono nelle periodiche assisi del Consiglio delle Scuole Cattoliche Nazionale.
" In pochi anni ci siamo mangiati le riserve ", dicono i religiosi manager delle secondarie superiori. Qui il personale laico sta raggiungendo il 90% cento ed è pagato a stretto contratto nazionale di cattegoria, con sul capo la spada di Damocle del licenziamento: il Rapporto rileva come l' 81% cento di loro invochi la soluzione urgente del problema dei costi.
Rispondendo ai questionari diffusi per la compilazione del Rapporto, il 91% cento dei responsabili considera il problema dei costi il punto di debolezza della scuola religiosa sostenuto dal 58% cento dai genitori, dei quali uno su due dice di fare sacrifici seri per sostenere le spese dell'educazione libera dei propi figli.
E il 71,7% cento degli studenti delle scuole cattoliche considera l'attuale situazione dei costi compromettente anche per l'immagine della loro scuola. Non vogliono più sentirsi chiamare "figli dei ricchi" nei fatti, i buoni scuola e tutti gli altri interventi statali non hanno fatto salire di un solo punto il numero delle famiglie meno abbienti che manda i propri figli alle scuole paritarie, quando, al contrario questo viene dichiarato come il vero scopo degli interventi pubblici.
Eppure a favore delle scuole paritarie negli ultimi anni sono stati adottati provvedimenti di status e finanziari senza precedenti , una vera inversione di tendenza nei confronti di una lunga cultura negazionista.
In quanto all'attuale Governo, gli si deve la conferma delle concessioni precedenti, il decreto del 28/07/2003 e la finanziaria 2003, che assicurano alle scuole paritarie a prescindere dei consolidati finanziamenti alle scuole materne ed elementari circa 30 milioni di EUR annuali per tre anni.
Il problema è che i buoni scuola, lamentano le scuole religiose, sono indirizzati alle famiglie e spesso vengono dispersi per neglizenza nella richiesta, arrivano in ritardo e in ogni caso coprirebbero non più del 7/8% cento delle spese.
Così il Consiglio Nazionale delle Scuole Cattoliche ha redatto un documento che racconta come queste cose, magari con un occhio alle prossime plurime elezioni, potrebbero creare insperate convergenze.
Il documento è già sul tavolo del Ministro Moratti e dei vertici dei partiti (non ancora sul tavolo del Capo dello Stato ), al contrario di quanto è stato scritto.
E ciò per chiedere più soldi almeno fino alla fine della legislatura e per cominciare ad avviare una rilettura dell'articolo 34 della Costituzione, che impedisce i finanziamenti delle scuole non statali.
I varchi della nuova frontiera giuridica sarebbero due.Il primo: la legge 62/2000 sulla parità, il secondo : l'idea secondo la quale è, letteralmente parlando, lo Stato a essere precluso dai finanziamenti dell'articolo 34, ma non lo sono le Regioni cui il nuovo art. 117 della Costituzione assegna la gestione del sistema scolastico.
Ma potranno i Linguisti dove non poterono mai i Giuristi ?

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