breve di cronaca
Cobas in piazza contro la riforma della scuola
L'Unità - 02-03-2004


La riforma Moratti della scuola non piace proprio. Non piace agli studenti, non piace ai genitori, non piace agli insegnanti. Dopo appena due giorni dalla grande manifestazione nazionale di Cgil, Cisl e Uil, anche i Cobas scendono in piazza in tutta Italia per manifestare contro il progetto di legge di Letizia Moratti.

A Roma il corteo dei sindacati di base è partito questa mattina alle 10 da piazza della Repubblica, per concludersi davanti al Senato. «Moratti vattene». Così recita lo striscione che ha aperto il corteo nella capitale, dove il freddo, la pioggia e la grandine, hanno ostacolato i manifestanti. Alcuni precari della scuola, mascherati da «clochard» in testa al corteo: «Siamo docenti ridotti a barboni - spiegano - talmente flessibili da essere senza tetto». Il leader dei Cobas Piero Bernocchi, annuncia una lunga serie di scioperi. «Ce ne saranno altri prima degli scrutini - afferma - se la situazione non cambierà metteremo in discussione la fine dell'anno». Se i confederali confermeranno lo sciopero unitario per il mese di marzo, «lo prenderemo in considerazione - afferma Bernocchi - anche se noi chiediamo il ritiro di questo decretaccio , mentre loro stanno
trattando».

A Milano, secondo i Cobas l'adesione allo sciopero è stata del 20%. Al corteo hanno partecipato un migliaio di lavoratori della scuola tra docenti e non docenti. Hanno sfilato anche alcune decine di studenti delle scuole medie superori, e i genitori, con qualche bambino della Rete Scuola, l'organismo che 15 giorni fa aveva dato vita all'imponente manifestazione di Milano con circa 40.000 persone. Lo sciopero generale dei Cobas coinvolge tutte le altre principali città italiane: Torino, Bologna, Firenze, Trieste, Cagliari, Napoli e Palermo.

Nel presentare la manifestazione nazionale del primo marzo, il portavoce dei Cobas della scuola, Bernocchi, ha ribadito il dissenso netto nei confronti della 'filosofia morattiana della scuola-azienda e dell’istruzione-merce’. « È un'iniziativa che punta al ritiro 'senza se e senza ma’ del decretaccio – spiega Bernocchi- che cancella il tempo pieno e prolungato, istituisce il tutor/capo maestro e disgrega la scuola dell'infanzia, elementare e media, alla cancellazione dell'intera riforma Moratti, il cui impianto classista separa gli studenti dei licei dagli apprendisti dell'avviamento professionale fin dai 12 anni e con la cosiddetta alternanza scuola-lavoro subordina la scuola agli interessi aziendali».

Il sindacalista dei Cobas aveva spiegato con una punta di polemica la ragione di una manifestazione alternativa all’enorme corteo di 100 mila persone del 28 febbraio organizzato da Cgil, Cisl e Uil: «Preso atto che ogni tentativo di arrivare a una convocazione unitaria è stato reso impossibile dalla non volontà confederale di far davvero 'saltare il bancò della Moratti, i Cobas hanno risposto alla forte domanda che viene dal movimento convocando per il primo marzo lo sciopero generale della scuola».

Sabato scorso a Roma i sindacati confederali sono riusciti a portare una marea di persone da tutta Italia. Studenti, genitori. e professori hanno sfilato in una manifestazione colorata e animata dai fischietti e dalla musica di Fabrizio De Andrè, da piazza della Repubblica fino a piazza del Popolo. Qui i rappresentati di Cgil, Cisl e Uil hanno attaccato duramente la proposta di riforma scolastica portata avanti dal ministro dell’Istruzione Moratti. «Si sta viluppando la protesta nei confronti della controriforma del ministro Moratti e si sta confermando come il mondo della scuola valuta questa riforma. È molto probabile che questa iniziativa crescerà fino allo sciopero» aveva detto il leader della Cgil Epifani. Intanto, i Cobas - scuola hanno deciso di non perdere tempo sfilando da soli il primo marzo.


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