Primo marzo a Venezia
Giuseppe Aragno - 23-02-2004




Se Otello strangolò, Iago gli armò la mano e la sorte di Desdemona fu segnata ad opera di entrambi: all’uno va il disprezzo degli uomini leali per la sconcia viltà del tradimento, all’altro non recherà conforto la nostra pietà. Non c’è pazzia gelosa che giustifichi Otello, non amore malato che assolva l’infinita malvagità di Iago. Ciò che resta lì, infranto dal cozzo feroce di passioni torbide e interessi inconfessabili, sotto la luce della ribalta è la sventurata Desdemona.
Il primo marzo verrà.
Abbiamo atteso anche troppo. In piazza, attorno alla scuola ferita a morte dalla furia cieca di Otello, si stringeranno uniti i lavoratori. Mancheranno, a coprire le spalle, le bandiere dei sindacati confederali ed ognuno saprà chi è stato Iago nella ignobile vicenda che si va consumando.
Ognuno saprà, ma potete giurarci: qualcuno dirà che ricordare Shakespeare vuol dire solo fare il gioco delle destre.



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