breve di cronaca
Napoli, studenti controllati a vista
Il Manifesto - 23-01-2002
Napoli, studenti controllati a vista

Telecamere nelle scuole collegate alla questura. "Le oscureremo"

di MARIELLA PARMENDOLA - NAPOLI
Le telecamere collegate con la Questura non funzioneranno a lungo. Ci penseranno gli studenti in movimento ad oscurare ogni occhio indiscreto piazzato fuori e dentro gli istituti scolastici napoletani. Che siano no global oppure più tradizionalmente organizzati nell'Unione degli studenti, i ragazzi napoletani si ribellano insieme. "Le telecamere distruggono la privacy degli alunni per la maggior parte minorenni" scrivono i rappresentanti delle Rete no global campana, che leggono immediatamente nell'iniziativa la volontà di accendere l'obiettivo telematico per spegnere qualsiasi voce di protesta contro la Moratti e il suo governo. "Saremo spiati - aggiungono gli studenti in movimento - e sarà impedito ogni spazio di agibilità politica". Ossia organizzare manifestazioni, scioperi o cortei sapendo che ci sarà sempre qualcuno ad osservare, segnalare, riportare parole e gesti pronunciati tra le mura o fuori le scuole della città.
Gli studenti campani non vogliono le telecamere, il teleallarme e le nuove tecnologie informatiche che il sottosegretario all'istruzione Stefano Caldoro annuncia di voler impiegare per garantire la sicurezza proprio di coloro che oggi sono gli unici a dichiararsi in dissenso. La decisione di installare telecamere è stata presa lunedì scorso dal Comitato per la sicurezza e l'ordine pubblico al quale l'inviato del governo Berlusconi ha partecipato, sollecitato da un allarme suscitato da una serie di atti vandalici avvenuti in alcune scuole napoletane. Richiamato dal clamore destato da un'indagine aperta dalla procura napoletana su possibili connivenze tra qualche studente del liceo classico "Umberto" e la camorra. Un'inchiesta resa nota dopo l'arresto di due ragazzi fermati per avere rubato per strada il cellulare ad una loro coetanea. Un furto come i tanti che avvengono ogni giorno nel capoluogo campano se non fosse che, accertate le generalità degli autori del reato, i due ragazzi non si sono rivelati comuni delinquenti, ma figli di professionisti e, per giunta, alunni del liceo classico napoletano. Da quel momento le segnalazioni su atti di teppismo, incursioni sospette e gesti vandalici si sono moltiplicate. E tra le iniziative prese da un ministero particolarmente sensibile all'argomento va ricordato l'invio di ispettori da Roma con la missione di relazionare sulla situazione. Atti preliminari fino alla convocazione del Comitato di due giorni fa, al quale ha partecipato il prefetto di Napoli Carlo Ferrigno e il presidente della provincia, il verde Amato Lamberti. Una scelta di rispondere al problema della diffondersi della microcriminalità tra gli studenti ricorrendo all'occhio della tv condivisa da tutti, anche se qualche perplessità può essere letta nel cauto parere espresso dalla responsabile della Direzione scolastica regionale, che avrebbe preferito altri rimedi. "Bisognerebbe inserire nuove figure professionali nelle scuole, psicologi e altri specialisti capaci di ascoltare e aiutare i giovani" afferma Annamaria Dominici.


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