Dividi et impera
Grazia Perrone - 09-02-2004
Sembra essere questa la strategia “messa in campo” dalla Moratti per sgretolare il “fronte” del NO al tutor che trova nella (ex) scuola elementare l’opposizione più determinata e convinta. Appare sempre più evidente, nella formulazione del decreto, che la scuola reale non solo non è stata consultata e coinvolta nei processi decisionali ma … non è stata nemmeno considerata un’Istituzione determinante per la crescita e lo sviluppo del Paese. La considerazione sociale della scuola da parte di questo esecutivo è quella di un mero “ente” (azienda) fornitore di un servizio a disposizione dell’Utente (cliente). Come spiegare, altrimenti, il ruolo preponderante assunto dalle famiglie nella redazione del "portfolio" che esula da una semplice e solidale collaborazione - nel rispetto dei ruoli e delle competenze - tra istituzione scolastica e famiglie di provenienza costituendo il presupposto per un’invasione nel campo della didattica da parte di soggetti non qualificati e facilmente influenzabili da “mode” e tendenze “televisive”, quali nella stragrande maggioranza sono i genitori (e non me ne vogliano per la franchezza con la quale mi esprimo)? Mi risulta difficile comprendere come possa un genitore, qualora non esperto nella didattica e comunque assente allo svolgersi delle lezioni, fare rilievi sui metodi di apprendimento. Il rischio – tutt’altro che accademico ve lo assicuro - che si corre è proprio quello che le annotazioni effettuate dai genitori diventino ingerenze critiche sulla metodologia didattica adottata dal singolo docente e si creino i presupposti socio/culturali alla, cosiddetta, customer satisfaction. Ovvero alla soddisfazione, sempre e comunque, dello studente/cliente (e dei, rispettivi, genitori). Con tutto quello che ne consegue in termini di scadimento culturale della scuola statale e di “dipendenza” (se non altro psicologica ... oltre che culturale) del personale docente ai “capricci” dell’utenza.

Tralasciando le situazioni conflittuali che, fatalmente, si determineranno, l’introduzione del tutor determinerà, dapprima nella Scuola Media di primo grado e poi, nella primaria (ex elementare), anche consistenti instabilità di organico ... che è, forse, il vero obiettivo (anche se, formalmente, inespresso) del duo Tremonti/Moratti.

Non chiaramente specificata appare, infine, nella (ex) Scuola Elementare, la destinazione delle 4 ore oltre quelle (18 previste dal “decreto delegato” del 23 gennaio scorso) di insegnamento obbligatorio, per l’eventuale docente tutor rispetto alle, attuali, 22 ore settimanali del/la “vecchio/a” maestro/a.

Saranno destinate ad assolvere le nuove funzioni? E, se sì, quali? Quale strategia intendono “mettere in campo” le forze sociali per contrastare questo progetto? Quella dell’unità o quella della … pregiudiziale ad escludendum?).

Insomma le incognite sono tante e lo stralcio della newslwtter di Tuttoscuola che propongo alla, cortese, attenzione dei lettori di Frg ne aggiunge altre.

Staremo a vedere come evolverà la situazione ma non dimentichiamo che – una scadenza per opporsi a questo “sfascio” è già stata chiaramente indicata. Il primo marzo prossimo!


I politici che utilizzano questo “luogo” della rete come “bacheca” nella quale postare i propri comunicati stampa eludendo, accuratamente, ogni confronto dialettico sono invitati.


Grazia Perrone (maestra elementare in servizio permanente effettivo)


FONTE: Tuttoscuola news n. 137

La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto legislativo 23 gennaio 2004, il primo decreto attuativo della riforma targata Casa delle liberta', e' ormai imminente. E anche la relativa circolare applicativa sta per essere emanata da viale Trastevere. Quasi meta' del sistema scolastico nazionale sara' coinvolto: cinque milioni di alunni, in cinquantamila sedi scolastiche, mentre quasi trecentomila docenti vestiranno i nuovi panni di "tutor". Il decreto riguardera' infatti tutte le scuole statali e paritarie del settore dell'infanzia, della ex-scuola elementare (ora denominata primaria) per tutte e cinque le classi, e per il primo anno di corso della ex-scuola media (ora secondaria di I grado). Vediamo piu' in dettaglio il perimetro di scuola che sara' toccato dalla riforma sin da settembre . Gli alunni (e le relative famiglie) coinvolti saranno poco meno di 5 milioni, di cui piu' di 2,7 milioni nella scuola primaria e poco menodi 1,6 milioni nella scuola dell'infanzia. I plessi scolastici e le scuole saranno piu' di 50 mila, di cui quasi la meta' del settore dell'infanzia. Dal numero delle classi di scuola primaria e di scuola secondaria di I grado si puo' ricavare anche il numero dei docenti tutor (uno per classe) per la cui funzione, innovativa ma ancora non chiara nei contorni, e' tuttora aperta la discussione. Saranno piu' di 148 mila i tutor nella scuola primaria e oltre 28 mila nella secondaria di I grado. Considerato che nella scuola dell'infanzia statale entrambi i docenti di ciascuna sezione sono considerati tutor, saranno quasi 83 mila gli incaricati della funzione tutoriale nelle scuole statali e circa 25mila quelli delle scuole non statali. Tirando le somme, in tutte le scuole interessate dalla riforma saranno quindi complessivamente circa 284 mila i docenti incaricati della funzione tutoriale.

interventi dello stesso autore  discussione chiusa  condividi pdf

 GERMANA RICCI    - 15-02-2004
VORREI DIRE SOLO UNA COSA, PICCOLISSIMA: SI DICE DIVIDE (LATINO, IMPERATIVO PRESENTE, 2° PERSONA SINGOLARE) ET IMPERA E NON DIVIDI ET IMPERA. MA NON IMPORTA IL RESTO VA BENE

 Giuseppe Aragno    - 15-02-2004
Giusto cara Germana. Un periodo, però, si chiude mettendoci un punto o qualcosa di simile. Te ne sei dimenticata.
Che facciamo, correggiamo i compiti?



 Riccardo Velletri    - 17-02-2004
Sono giuste le correzioni grammaticali, latine ed italiane ("dìvide" e non "divìdi", il punto alla fine della frase), ma il risultato è ben altro: chi ci ha diviso e spezzettato, ha ottenuto di spadroneggiare e decidere, senza che noi sappiamo mostrare un'ombra di opposizione. Le nostre reazioni sono tutte tardive, scoordinate, inefficaci. Perché non si è deciso uno sciopero generale l'anno scorso, quando la demolizione - consapevole e fortemente voluta - della scuola pubblica era ancora all'inizio? Quali risultati possiamo ottenere ora?

 Chiocciolina    - 01-06-2005
Certo che siete proprio professori! Non scriverò in latino e non mi metterò certo a preoccuparmi della punteggiatura, certo è che condivido la tesi di chi dice che il risultato ottenuto dalla Moratti è stato quello di scollegare e, conseguentemente, scoordinare l'attività sindacale, rendendo pressochè nulla l'opposizione ai suoi deliri di onnipotenza. La situazione della scuola, come quella dell'Università per quanto quest'ultima limitatamente agli studenti e ai ricercatori, è disastrosa. Stare a correggersi il latino tra voi non servirà a molto, è l'unione che bisogna cercare, l'opposizione e il far sentire allo Stato che peggiorare l'istruzione servirà forse a creare un popolo di pecoroni adatti a supportare questo tipo di Governo, ma che come insegnanti non potete permettere la perdita del livello minimo di cultura offerto dal sistema scolastico italiano. E questo lo dico per gli insegnanti capaci - e ce ne sono alcuni - e non per la massa di svogliati ampollosi autocompiacenti del tutto incapaci di comunicare -e di questi ce ne sono tanti-.