ilaria ricciotti - 31-01-2004 |
Cari genitori, ciò che i maggiori rappresentanti delle tre Confederazioni Sindacali vi hanno esplicitato è sacrosanto e legittimo. Il loro contenuto non è impregnato di fumo, nè di garanzie che non garantiscono nulla se non lo sfascio della scuola, quella pubblica naturalmente. La nostra scuola. Quella che per anni abbiamo difeso dalle varie zone di bassa pressione e dai venti gelidi che volevano renderla al suo interno priva di vita. Ora essa ha bisogno di voi, più che mai. Ma ha anche bisogno di tutti i cittadini che vogliono una scuola consona ai principi costituzionali. Chi vi scrive è un'ex insegnante che, pur avendone viste nella scuola "di cotte e di crude", la ama ancora per come era, non certo per come speriamo non diverrà. Se così fosse, avremo perso noi tutti, ma ciò che è più grave ed inaccettabile è che i vostri figli, i miei ex alunni e tutti coloro che diventeranno alunni, non avranno più una scuola consona ai loro bisogni ed alle loro aspettative. E, questa importantissima Istituzione non riuscirà a raggiungere gli obiettivi per cui è stata concepita: educare, istruire e formare le nuove generazioni insieme a voi. Diamoci pertanto da fare, e, questo decreto facciamolo NAUFRAGARE. Con affetto e stima, Ilaria |
Grazia Perrone - 01-02-2004 |
Ricevo - dal Coordinamento Nazionale in difesa del tempo pieno e prolungato - il seguente appello che "giro", per opportuna conoscenza, ai lettori di Frg e ai Segretari Confederali scuola affinché adottino le determinazioni che riterranno opportune. COORDINAMENTO NAZIONALE IN DIFESA DEL TEMPO PIENO E PROLUNGATO c/o Cesp Bo – via San Carlo, 42 Bologna - tel-fax 051.241336 Tutti i materiali qui Contributi cc postale n. 49062961 Cesp-Centro Studi per la Scuola Pubblica-Bologna con causale "Tempo Pieno" -------------------------------------------------------------------------- 31 gennaio 2004 L’assemblea del Coordinamento Nazionale per la Difesa del Tempo Pieno e Prolungato, tenutasi a Bologna il 31/01/2004, che ha visto la partecipazione dei comitati di genitori e lavoratori/trici della scuola di Bologna,Torino, Milano, Napoli, Trieste, Roma, Pisa, Padova, Versilia, Firenze, Genova, Fano, Verona, Ravenna, Livorno, Lucca, Pordenone, Modena, Vinci, Pesaro, Recanati e di tante altre città, rilancia la mobilitazione sia dentro che fuori dalle scuole. 1) Invita i collegi dei docenti, i consigli di istituto e di classe/interclasse a prendere posizione pubblicamente contro la riforma, per il ritiro del decreto e per il rifiuto del ruolo di tutor (nei prossimi giorni sui siti verranno messi a disposizione alcuni modelli di mozioni) 2) Invita i genitori a chiedere la conferma delle classi già avviate con il modello didattico organizzativo preesistente e l’iscrizione alle classi prime sia delle scuole elementari che medie con il tempo pieno, prolungato o con i moduli e con gli orari preesistenti, continuando una campagna già estremamente diffusa e studiando le modalità per far valere questo diritto a livello anche legale. 3) Indice mobilitazioni locali da svolgersi nelle più diverse forme (manifestazioni, sit-in, bandiere alle finestre, attraversamenti continui sulle strisce pedonali, sciopero dei bambini…) contemporaneamente a livello nazionale nelle giornate che vanno dal 18 al 20 febbraio. 4) Rilancia l’allargamento della mobilitazione a tutti gli ordini di scuola e a tutti i lavoratori del paese interessati alla democrazia e alla formazione di cittadini liberi e consapevoli: il decreto che oggi riguarda la scuola dell’infanzia, elementare e media è interno ad una logica di discriminazione. 5) Si esprime infine per un netto rifiuto della frantumazione regionale della scuola che sembra rispuntare in alcune interpretazioni di parte di una delle ultime sentenze della corte costituzionale: RIVENDICHIAMO L’ARTICOLO 33 DELLA COSTITUZIONE CHE PREVEDE L’OBBLIGO DI ISTITUZIONE DI SCUOLE STATALI DI OGNI ORDINE E GRADO ovunque. 6) L’assemblea ritiene inoltre necessaria una chiara, responsabile e decisa presa di posizione di tutti i lavoratori della scuola. Occorre far sentire nel modo piu’ significativo e universalmente riconosciuto la voce di quanti - genitori, insegnanti, studenti - si sono mobilitati in questi mesi in difesa del diritto all’istruzione e all’uguaglianza sostanziale. Il decreto non è emendabile né "contrattualizzabile", perché distrugge l’impianto democratico e collegiale che caratterizza la scuola pubblica, liquida il tempo pieno come progetto educativo e prefigura la gerarchizzazione del corpo docente. CHIEDIAMO PERTANTO A TUTTI I SINDACATI L’INDIZIONE UNITARIA DELLO SCIOPERO GENERALE DELLA SCUOLA DA SVOLGERSI NEL MESE DI FEBBRAIO, IN LINEA CON LE RICHIESTE CHE VENGONO DA COMITATI LOCALI, DALLE ASSEMBLEE SINDACALI ED RSU E DALLE MANIFESTAZIONI DI INSEGNANTI, ATA E GENITORI DI TUTTA ITALIA. Oggi serve uno sciopero che fermi la scuola perché la scuola non si fermi. La condizione perché questo avvenga sta anche nelle decisioni che in questi giorni prenderanno i sindacati. E’ evidente che la proclamazione unitaria dello sciopero della scuola renderebbe esplicito, per numeri e per qualità della protesta, il rifiuto di una riforma e di un decreto che smantellano la scuola pubblica. Le esperienze del passato, comunque, insegnano che quando vi è una forte richiesta proveniente dalla base la partecipazione agli scioperi è massiccia e significativa indipendentemente dalle sigle sindacali che li hanno promossi. Invitiamo inoltre tutti ad esporre alle finestre delle case, delle scuole, degli uffici, ecc. uno striscione/bandiera con la scritta : RIFORMA Moratti BOCCIATA |
red - 02-02-2004 |
Ministro e sindacati: l'incontro della verita' Si troveranno faccia a faccia venerdi' 5 febbraio il ministro Moratti e i segretari dei sindacati scuola per affrontare il dopo decreto e il futuro prossimo di attuazione della riforma. Il ministro, che ha voluto l'incontro con i rappresentanti del personale scolastico impegnato nella preparazione e nella gestione della riforma, si siede al tavolo con in tasca l'approvazione del primo decreto legislativo della riforma. I sindacati hanno contrastato con forza la linea ministeriale fino alla richiesta da parte dei confederali di ritiro del decreto stesso. Non sara' facile avviare una relazione costruttiva. Il contratto sottoscritto a luglio dai sindacati della scuola e dall'ARAN non tiene conto delle ricadute applicative della legge di riforma varata dal Parlamento prima della definizione del contratto stesso, e percio' e' sprovvisto degli strumenti per realizzare da subito un sostegno ai provvedimenti attuativi della legge. Per parte sua il ministro ha introdotto nel primo decreto alcuni elementi (orario di servizio, figure professionali, organizzazione del servizio) che stridono fortemente con la competenza contrattuale riservata ai sindacati e all'Aran. Tutto e' quindi ancora da costruire: dalla volonta' alle azioni concrete di sostegno alla riforma. E di problemi ce ne sono parecchi, a cominciare, per esempio, dalla questione del docente tutor che nelle prime tre classi della scuola primaria avra' una quota di servizio destinata alle nuove funzioni di coordinamento, di rapporti con le famiglie e di tutoraggio degli alunni. Ma ci sara' anche il problema della modifica di parita' della funzione docente che, proprio con la previsione del docente tutor, vedra' gli insegnanti, con un medesimo contratto di lavoro, su posizioni di lavoro differenziate, che secondo i sindacati aprirebbero la strada a una possibile gerarchizzazione tra docenti. E ci sara' anche la questione della lamentata mancanza di copertura finanziaria, della stabilizzazione degli organici non solo nella fase transitoria e della revisione delle classi di concorso per la scuola media, senza trascurare il problema della formazione del personale in vista della riforma, affidato interamente all'universita'. Insomma i punti di contrapposizione di questo primo incontro del dopo decreto sono tali da far pensare che anche solo la non "rottura" potrebbe esser considerata dalle parti in causa, un successo. DaTuttoscuolanews |
Patrizia Barducci - 02-02-2004 |
Condivido le motivazioni della lettera, sottolineerei che mai comunque il dialogo propagandato si è visto realizzato, alcuni colleghi del tempo pieno di fronte alla formulazione orario 27*3*10, sentono venirsi le lacrime agli occhi. Non so come fare capire a chi non è dentro alla scuola che la riforma sta svuotando una esperienza valida di anni, che viene buttata via insieme all'acqua del bagnetto. Si avverte comunque la volontà di annullare così quasi per capriccio infantile ciò che faticosamente anni di ricerca e sperimentazione avevano creato. Non disdegno il fatto che operare verifiche e valutazioni per apportare miglioramenti, sia sempre comunque auspicabile, e dare forme/a al nuovo che avanza sia opera di governi lungimiranti... ma nel nostro caso si sta navigando a vista per peggiorare e non per dare vita ad una scuola di qualità. Sono molto amareggiata. |
gp - 02-02-2004 |
Con l'introduzione - ope legis - del docente tutor nella scuola (ex) elementare non solo viene modificata la parità della funzione docente (ai sensi e per effetto della Legge 148/90 implicitamente "abrogata" dal primo decreto attuativo della Legge 53/03, infatti, tutti gli insegnanti di modulo sono in posizione di parità giuridica e professionale) ma, anche, l'orario di servizio. Materia contrattuale per eccellenza ... In altre parole le parti sociali dovrebbero riscrivere totalmente l'art. 26, c. 5 del "buon" contratto sottoscritto il 24 luglio scorso che recita: (...)"L'attività di insegnamento si svolge in 25 ore settimanali nella scuola dell'infanzia , in 22 ore settimanali nella scuola elementare (...)". La strada per una possibile gerarchizzazione tra docenti nella scuola primaria passa modificando e diversificando l'orario di servizio ... al quale non potrà non seguire una diversificazione stipendiale. Se il sindacato cede su questo punto la gerarchizzazione della professione docente sarà un passo compiuto. Sottoporranno anche questo accordo al referendum vincolante tra tutti i soggetti sociali coinvolti, faranno valere i risultati delle elezioni RSU oppure - non condividendo nel metodo e nel merito la figura del tutor - chiameranno il personale docente alla mobilitazione e al contrasto sociale? |
grandecuore - 17-02-2004 |
Ma l'alunno con questa riforma dove lo metto? Lo lego alla sedia o lo chiudo nel cassetto? Dimentico che esiste e perchè viene a scuola, o riesco a trasmettergli una conoscenza nuova? Gli insegnerò sempre a ricercare , o subirà il mio modo di pensare? Quest'ultima e diseducativa situazione, mi sembra sia l'unica possibile soluzione. Con questo decreto ammuffito e tagliateste, nelle scuole italiane non ci saranno più feste. |