Afferma Ugo Ojetti nel bel volume di Indro Montanelli “ Soltanto un giornalista “: “ ( … ) : il nostro è un Paese di contemporanei senza antenati né posteri. Cioè senza passato e senza futuro . ( … )”
Ho da narrare ai miei pochi lettori della rete la storia di una burla in verità un po’ datata. Lo scenario della burla è la vecchia Inghilterra di inizio secolo, ovvero dell’anno 1912. Il protagonista della storica burla un avvocato, tale Charles Dawson, dilettante archeologo del Sussex. Coinvolto nella storica burla niente di meno che l’ambiente scientifico ed accademico dell’Inghilterra di allora, ed un nome tra i più prestigiosi, quello di padre Teilhard de Chardin.
La burla è conosciuta e discussa ancor oggi come il “ caso Piltdown “, dal nome del luogo inglese ove l’intraprendente avvocato rinvenne, o fece rinvenire, resti fossili che il misurato mondo scientifico inglese assicurò essere appartenuti ad un nostro progenitore.
Solo nel 1953 il “ caso Piltdown “ fu riconosciuto come una tragica burla orchestrata ai danni del mondo scientifico inglese, che fece passare per fossili le ossa rinvenute e che, in verità, erano state sotterrate, artificialmente colorate, e per i denti rinvenuti in quel sito, abilmente limati.
Tralasciando il sussiegoso e paludato mondo scientifico inglese di inizio secolo e venendo in un ambiente a noi più familiare, chi non ricorda di quella burla ordita da prestanti giovanotti al nostro mondo accademico ed artistico con i non meno famosi “ falsi di Modigliani ” ? Quante certificazioni di autenticità furono allora sprecate dai “ nostri esperti d’arte “ e quanta credibilità se ne andò in fumo grazie a quella storica burla?
Il mondo artistico italiano, di certo, non era e non è da paragonarsi al mondo scientifico inglese, ma tanto è.
Orbene, una burla più recente e che la labile memoria collettiva del bel Paese ha bellamente rimossa, potrebbe in questi giorni di grandi misteri sulle sorti del nostro “ egoarca “ essere richiamata e catalogata, alla voce sempre dei “ misteri italiani “, come “ la cimice del cavaliere”.
In quel giorno di quell’anno, ovvero il giorno 11 del mese di Ottobre dell’anno del signore 1996, un “ cavaliere “ dallo sguardo truce e con un volto contratto nello spasimo estremo della intera muscolatura facciale, con adeguate all’occasione parole, comunicava al popolo televisivo tutto:
“ Viviamo in un paese dove si vìola non solo la libertà del cittadino, garantita dalla Costituzione, ma si opera una violenta interferenza nell’ufficio di colui che è il leader della opposizione “.
“ Costituzione violata “ ( ! ), “ violenta interferenza ( ! ) “, ma il “ pasticciaccio brutto “, per dirla alla Gadda, della “ cimice del cavaliere “, ebbe bisogno poi di ben nove mesi per essere, come una burla tutta italiana, disvelata al popolo italiano tutto.
E’ pur vero che lo scenario era allora ed è oggi quello tipico di un povero Paese sempre in grande e profonda confusione, anche grazie ai sempiterni protagonisti del suo “ teatrino politico “; ma come per tutte le altre burle anche per questa, nei giorni benedetti ed afosi di quel torrido di Luglio, ci si consolò avendone scoperto ( ? ) la fantasiosa origine, anche se alla data della pubblica televisiva denuncia non poco fece tremare i polsi a tutti quanti, facendo immaginare chissà quali terribili complotti, orditi da feroci agenti di fantomatiche potenze straniere, o tuttalpiù dai poteri occulti nostrani.
Tornando ai fatti del tempo nostro, oggi godiamo finalmente della ritrovata visione del nostro “ egoarca “, magistralmente ristrutturato nella sua personale immagine; resta solo il nuovo “ mistero “ , tutto italiano, di un capo del governo che nel bel mezzo del suo mandato è colto dalla impellente necessità di “ imbellettarsi “ forse con la non perduta speranza di fare presa su quel “ dodicenne elettore mediatizzato “ che, nel suo intimo più riposto, godrà della “ visione nuova “ dell’ “ egoarca “ ed in pari tempo coltiverà l’illusione, tutta mediatica, di potersi in un bel dì affidare alla virtuosa esperienza ed alla miracolosa tecnica della stessa “ squadra di restauratori “, in vista delle oramai imminenti disintossicanti vacanze da trascorrere, magari, in qualche accogliente “magione “ sull’isola dalle acque dolci e cristalline.