L’appello di un quattordicenne sorpreso a rubare auto
Il ragazzino avrebbe riferito di essere continuamente maltrattato e di non avere cibo a sufficienza, per questo è costretto ad arrangiarsi.
“Vi prego, arrestatemi, ma non portatemi a casa. Lì non ci voglio andare. Ho fame, ho freddo e vengo maltrattato”
Questo si sono sentiti rispondere i carabinieri della Compagnia di Frosinone, l’altro ieri sera, quando sono intervenuti nei pressi del centro commerciale Carrefour dov’era stato segnalato un tentativo di scasso a delle automobili.
La telefonata parlava di due ragazzini che armati di cacciavite e piede di porco stavano cercando di aprire delle vetture.
In pochi minuti le “gazzelle” dei carabinieri sono arrivate sul posto e con i fari hanno illuminato a giorno il piazzale.
Ad un certo momento, nella parte più nascosta, gli uomini del capitano Giuseppe Carubia, hanno notato delle figure minute che stavano armeggiando vicino una portiera.
Solo quando hanno intimato l’alt, i militari dell’Arma si sono accorti che avevano di fronte due adolescenti, tutti e due residenti a Frosinone e già noti alle forze dell’ordine per le loro “scorribande”.
Li hanno bloccati e condotti in caserma dove, però, é stato accertato che erano entrambi minori di quattordici e quindi non perseguibili.
Per questo motivo, dopo la ramanzina di rito, gli stessi carabinieri hanno comunicato ad entrambi che c’erano i loro rispettivi genitori all’ingresso che li aspettavano.
Mentre il primo è sceso a gambe levate dalla caserma, il secondo (che fra le altre cose era già stato sorpreso a rubare un motorino un palo di mesi fa ndr), come impazzito, ha iniziato a gridare che lui a casa non ci voleva tornare. «Arrestatemi, lasciatemi qui, fate quello che volete ma non mandatemi a casa. Voi non sapete quello che significa. Voi i nemmeno ve lo immaginate come debbo vivere».
Parole dette con spontaneità, che hanno stretto il cuore dei militari che, però, non hanno potuto far nulla se non stilare una dettagliata relazione che è stata immediatamente spedita sia al tribunale dei Minori che all’assessorato ai Servizi Sociali del Comune di Frosinone.
Entrambi dovranno accertare la verità e se il ragazzino “terribile” non ha mentito la sua situazione familiare, al più presto potrebbe essere accolto in un centro specializzato.