Grazia Perrone - 24-01-2004 |
La Gilda, esprime un giudizio fortemente negativo sul decreto approvato oggi. Annuncia l’intento di continuare nella sua azione di denuncia nelle scuole, nelle sedi istituzionali, ovunque, dei limiti della riforma. Chiamerà i docenti ad opporsi con tutti gli strumenti di contrasto consentiti. La Gilda rivolge un appello a tutte le Associazioni professionali e sindacali affinché si arrivi ad azioni unitarie di protesta sul tema della riforma fino allo sciopero generale della scuola. Il decreto emanato dal Consiglio dei ministri non ha modificato nella sostanza l’impianto già noto, limitandosi ad introdurre elementi di flessibilità e di graduazione nella gestione degli anticipi con l’intento di attenuare solo gli effetti negativi di un progetto senza coperture economiche ed alcune temporanee misure sugli organici. La riforma agisce pesantemente sull’organizzazione scolastica destrutturando l’attuale assetto, finendo per essere decisamente dannosa; la prevista riduzione oraria delle discipline obbligatorie, infatti, produrrà un abbassamento della qualità degli studi, e le riduzioni, a regime, degli organici avrà ulteriori effetti negativi sulla qualità complessiva del sistema. Grave responsabilità politica appare la scelta di procedere comunque nel portare avanti una riforma senza il coinvolgimento dei docenti, senza la loro condivisione, una scelta che provocherà ulteriori forme di malessere e di disaffezione verso l’insegnamento. Irrisolte tutte le questioni di merito su cui la Gilda degli Insegnanti ha espresso giudizi negativi e chiesto una sostanziale revisione e modifica, in particolare sono stati mantenuti: una astratta e inattuabile personalizzazione dei piani di studio, l’introduzione surretizia di forme gerarchiche di carriera, l’assurda commistione di responsabilità e l’aumento di burocrazia del portfolio, l’attacco alla libertà di insegnamento attraverso l’ imposizione di metodologie didattiche confuse e impraticabili, l’invasione di spazi demandati alla contrattazione. Il Coordinatore nazionale Prof. Alessandro Ameli Roma, 23 gennaio 2004 |
Corrado Barachetti - 24-01-2004 |
Il Consiglio dei Ministri approva il Decreto. CGIL CISl e UIL scuola proclamano la mobilitazione del personale della scuola. E’ prevedibile a breve la “chiamata” ad una grande mobilitazione e sciopero. Il Consiglio dei Ministri ha approvato il Decreto attuativo della Legge 53 sulla scuola dell’infanzia e sul primo ciclo dell’istruzione. E’ una decisione sbagliata, un decreto inaccettabile. La nostra lotta continua. Tutto ciò è avvenuto senza alcun confronto con le Organizzazioni Sindacali, pur in presenza di precisi impegni formalmente assunti dal Governo e di reiterate richieste di incontro e di confronto delle Organizzazioni. Non si sono ascoltati i pareri di illegittimità, il NO della Commissione Bilancio della Camera e Senato, le grandi mobilitazioni di questi ultimi due mesi. Le ricadute del provvedimento sul funzionamento della scuola, sulle famiglie, sul personale e sull’organizzazione del lavoro saranno molto pesanti e negative. Di fronte a questo quadro negativo Cgil Scuola, Cisl Scuola e Uil Scuola hanno proclamato da oggi, 23 gennaio 2004, l’immediato stato di mobilitazione di tutto il personale della scuola. Se nei prossimi giorni non verrà aperto un confronto finalizzato a determinare rapidamente risultati in termini di impegni e di certezze i Sindacati scuola decideranno le ulteriori iniziative di lotta. Barachetti Corrado Ezio Segretario CGIL scuola Bergamo |
ilaria ricciotti - 24-01-2004 |
Se "... busseremo alla porta del grande ed affidabile premier onorevole Silvio Berlusconi; se non crederemo più a quanto scritto da certa stampa; se non faremo scendere in piazza bambini indifesi; se ci affideremo a" lui", ci accorgeremo che le cose sono giuste, anzi giustisssime. Siamo noi AD ESSERE prevenuti. Questo decreto dà molto alla scuola pubblica - come ha affermato la ministra - anzi di più. CREDIAMO, CREDIAMO, LASCIAMO PRENDERCI PER MANO, ESSI VOGLIONO IL BENE DELLA GENTE, NON AGISCONO ANNEBBIANDOCI LA MENTE. ESSI SONO BUONI E VOGLIONO ER PIU' PER I NOSTRI BAMBINI, PERCIO' SMETTIAMOLA DI OSTACOLARLI, LASCIAMOLI FARE, E NON COMPORTIAMOCI COME DEI CRETINI. DELLE CASSANDRE NEGATIVE E PREVENUTE, ABITUATE A NON FARE, E A RIMANERE SORDE E MUTE. I SOLDI CI SONO, QUESTA SCUOLA ANDRA'... PAROLA DI PREMIER E DI MINISTRO CHE LA DIRIGERA'. |
Alba Sasso - 24-01-2004 |
La scuola torna indietro nel tempo! E’ stato approvato un decreto di dubbia legittimità e di difficile attuazione, che riporta la scuola indietro nel tempo. Il Tempo Pieno ritornerà ad essere, come trenta anni fa, “doposcuola”. Non è questa la scuola di cui il Paese ha bisogno! |
Giuseppe Truglia - 26-01-2004 |
Sono un docente di Educazione Tecnica. Ho letto e riletto la riforma Moratti e non sono riuscito a capire dove saremo collocati noi miseri insegnanti di detta disciplina. Chiedo: 1) - Cosa sarà di noi? 2) - Ci faranno fare dei corsi di riconversione? Per fare che cosa? 3) - Chi come me ha più di cinquant'anni di età e più di trent'anni di servizio, cosa farà se sarà licenziato? A tutto questo la Signora Ministro ha pensato? Se riterrete opportuno rispondermi, vi sarei grato se mi deste delle delucidazioni in merito. |
Redazione - 26-01-2004 |
Dalla Uil scuola di Lecce arriva questo documento: AL SIG. PREFETTO DI LECCE AL DIRETTORE DEL C.S.A. DI LECCE AI SIG. PARLAMENTARI DELLA PROVINCIA DI LECCE ALLE OO.SS. DELLA SCUOLA PROVINCIALI E NAZIONALI AGLI ORGANI DI STAMPA Documento dei Docenti di Ed. Tecnica sul Decreto legislativo 28 marzo 2003 n.53 I Docenti di Ed. Tecnica della provincia di Lecce intendono, con il presente documento, offrire a tutti i Soggetti Politici e Sindacali, dei momenti di riflessione approfondita sul gravissimo scenario che il sopraindicato decreto legislativo prospetta per la scuola media in generale, per la disciplina e per i docenti medesimi in modo particolare. Dall'attenta lettura del provvedimento di legge si evince quanto segue: 1. Dalle indicazioni nazionali per i piani di studio personalizzati della scuola secondaria di 1° grado, a cui lo steso decreto e la circolare sulle iscrizioni del 13 gennaio 2004 fanno riferimento, si arguisce in modo semplice e chiaro la scomparsa della disciplina come entità autonoma e, ovviamente, la smobilitazione o precarizzazione didattica degli organici dell'Educazione Tecnica. 2. Questa riforma oltre agli aspetti negativi già contestati, nelle linee generali, dalle OO.SS., cancella 40 anni di lavoro, di ricerca e di significative esperienze didattiche che hanno profondamente innovato la scuola Media, nel pieno rispetto delle linee pedagogiche e metodologiche elaborate da validi studiosi dell'età evolutiva e confermati dal parere di merito espresso dal Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione (C.N.P.I.) sulla legge 53. 3. Se tale era ed è l'obiettivo del legislatore, una più chiara ed esplicita formulazione "è abolito l'insegnamento dell'educazione Tecnica", avrebbe fatto capire da subito a tutti l'elemento veramente innovativo della riforma: eliminare la disciplina di Ed. Tecnica per giungere successivamente alla precarizzazione ed al licenziamento dei docenti interessati. 4. Alla luce di quanto esposto, i docenti di Ed. Tecnica della provincia di Lecce rivolgono un pressante appello alle OO.SS. Provinciali e Nazionali ed alle forze politiche tutte, di governo e di opposizione, perché vengano introdotti tutti i correttivi necessari tenendo nella debita considerazione il parere espresso sulla riforma dal C.N.P.I. ". Il C.N.P.I. condivide, altresì, le preoccupazioni di quanti rilevano i possibili effetti negativi sullo sviluppo formativo degli alunni, qualora non dovessero essere mantenute, nel primo ciclo di istruzione, all'interno del curricolo obbligatorio, tutte le discipline, compresa l'Educazione Artistica, l'Educazione Musicale, L'Educazione Tecnologica e quella Fisico-Motoria", e perché venga salvaguardata, di conseguenza, la piena occupazione di tutti i docenti in servizio. In attesa di avere l'opportunità di incontrare parlamentari e rappresentanti sindacali che vorranno sostenere l'iniziativa mirata a sventare un ferita gravissima per la scuola italiana e per la salvaguardia dei livelli occupazionali che solo per la provincia di Lecce interessano circa 400 docenti sui 14.000 circa a livello nazionale, tutti i Docenti interessati possono fare giungere richieste di adesione al presente documento o suggerire altre proposte di efficaci iniziative a: UIL Scuola Via P. Palombo,2 - 73100 Lecce LECCE 22/01/04 Per il Comitato promotore: Giuseppe Mangiacavallo,Elio Gaetani Lucio D'Arpe Claudio Della Valle |