Impatto con l`India
Espo, Kekko, Robi, Samantha, Mauri, Gianmario - 17-01-2004
Bombay, report 1

Basta un viaggio in taxi dall`aeroporto al posto dove devi andare per capire che l`India non e` quella di Boldi e De Sica. Si sale in macchina, su una delle tante e tutte uguali Fiat 1100 nere e gialle, e si viene catapultati in un attimo per le strade di quello che, per un tranquillo occidentale abituato a comodi viaggi in Europa ed al massimo a qualche documentario esotico, e` semplicemente un altro mondo. E forse un altro pianeta.


E` il pianeta di una miseria che non si riesce ad immaginare né a descrivere, ma che bisogna vedere direttamente da un finestrino per capire che esiste veramente e che non e` il frutto di qualche esagerata allucinazione. In macchina si percorrono strade che sembrano gironi infernali, nei quali la poverta` si acuisce sempre di piu` avvinghiandosi su se stessa senza termine, fino a quando a porre una fine arriva semplicemente la morte per strada. Le case sono ammassi di lamiera e stracci che hanno invaso anche i marciapiedi e che si estendono a perdita d`occhio, interrotti soltanto da qualche palazzo in muratura, in procindo di crollare, colonizzato all`inverosimile, che viene da chiedersi se sia mai esistito un momento in cui fosse nuovo, pulito e sicuro. Al di sopra della distesa marrone di tetti, bambini di stracci marroni e grigi che giocano con gli aquiloni, ovunque, e ti chiedi se non sia quasi il tentativo, il loro, di cercare di volare via da tanta sofferenza insieme a quell`aquilone.
Quando non giocano, vagano a piedi nudi tra la spazzatura, il fango, i rottami di qualunque cosa, portando sacchi o spingendo carretti. E se vedono un turista gli corrono addosso con la mano tesa e un ``money sir...`` al quale rispondi con qualche rupia o una banana, con la sconsolata impotenza di chi non si sentira` mai con la coscienza del tutto a posto a meno di spogliarsi completamente e dare loro tutto quello che si ha addosso.
E` il pianeta dove poi ti stupisci incredulo e sorridi con una vena di malinconia. Ti stupisci per un codice della strada in cui sono stati eliminati tutti gli orpelli che non siano l`evitare tendenzialmente di non investire nessuno e il fermarsi qualche volta al semaforo rosso. Tutto il resto e` lasciato alla creativita` di ciascuno e ad una comunicazione fatta di colpi di clacson grazie ai quali miracolosamente riesci sempre ad uscire indenne da una giungla di taxi tutti uguali, motorini e qualche auto ammaccata.
Sorridi per il fatto che per la strada tutti ti fissano come se fossi un marziano, li`, bianchiccio e pallido in messo a tanta pelle arsa dal sole. Ma, sempre, non puoi che sentirti, nel fondo di te stesso, un poco a disagio, ovunque tu sia e qualunque cosa tu faccia, privilegiato occidentale di fronte a una poverta` che sembra miliardi di anni lontana anche soltanto da una esistenza minimamente dignitosa.


E` il terzo giorno che siamo a Bombay, accampati nel campeggio senza acqua del Forum Sociale Mondiale. La qualita` delle strutture e` lontana da quella di Porto Alegre ma, in rapporto alla condizione media della vita in questa citta` e probabilmente anche in tutta l`India, si capisce che lo sforzo organizzativo e` stato consistente. La Don Bosco School, che ci ospita nel quartiere di Matunga, accoglie il Forum dei Giovani, quello delle strutture studentesche e giovanili, prevalentemente indiane, che si confrontano un po` su tutti i grandi temi del movimento, con particolare attenzione alle discriminazioni razziali, di casta e di genere e al diritto all`educazione. Il resto dei dibattiti, quelli che costituiscono il ``centro`` del WFS, sono tutti dislocati al Nesco Ground, uno spazio immenso, fatto di distese di polvere e capannoni diroccati che, nel tipico spirito tuttofare indiano, e` stato trasformato, con pali di bambu`, pannelli di legno, installazioni in ferro, teli immensi, cavi tesi un po` ovunque, in una struttura che accoglie senza grossi problemi le centinaia di migliaia di partecipanti, che compongono ogni giorno una babele di dibattiti, banchetti di cibi locali, spettacoli, danze, musiche, proiezioni, addirittura piu` variegata e multicolore dei precedenti forum brasiliani. Quando si prende in mano il programma di viene scoraggiati dal solo peso delle pagine, e cosi` si preferisce affidarsi ai nomi noti o ai movimenti che gia` si conoscono, anche se forse l`esperienza piu` emozionante rimane il semplice camminare per le stradine del Nesco Ground scoprendo ad ogni passo gruppi e movimenti che vengono da parti del mondo delle quali non pensavi nemmeno l`esistenza e che talvolta lottano per diritti la cui semoplicita` risulta quasi scioccante: acqua, cibo, terra.


Alcuni giovani Comunisti di Bergamo


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