Un infuso speciale
Noemi Lovei - 16-01-2004
1.

Alessandro viveva in Italia,
ma non a Milano o a Venezia,
nemmeno ad Arezzo o a Perugia.
Il suo paese era sconosciuto a Roma e a Napoli.
Nessuno sapeva dove si trovava e come si chiamava.
Forse, per arrivarci, bisognava arrampicarsi su alte montagne boscose,
o forse, bisognava scendere in una valle circondata da colline fiorite.
Di questo paese nessuno sapeva niente:
né nei prati né nei mari,
e nemmeno nei porti ventosi e profumati.



Chi ci passava vicino, in treno,
o lo scorgeva dal ponte di passeggiata di una nave,
vedeva un mucchio di case tutte uguali,
grigie,
quadrate,
con strette fessure al posto delle finestre.


Cemento sopra cemento,
grigiore sopra grigiore,
il paese di Alessandro era proprio il più grigio
e il più brutto paese del mondo.


2.

Sulle strade nessuno passava,
davanti ai bar nessuno chiacchierava,
e nessuno innaffiava le piante sul balcone.
Il vigile non dirigeva il traffico,
il postino non portava le lettere,
lo spazzino non spazzava le strade.



Gli uccelli non cantavano sui rami degli alberi,
le api non ronzavano sopra i fiori,
i cani non spaventavano bambini e vecchietti…
Già!… perché non ce ne erano in questo posto.
Non un uccello,
non un albero,
non un’ape,
non un fiore,
non un cane.
Bambini e vecchietti? Non si sapeva neanche che cosa fossero.



Il paese di Alessandro era il paese degli ADULTI.
Tutti grigi, tutti uguali,
non amavano le piante, né gli animali,
e… detestavano i bambini e i vecchietti.


3.

Una volta non era così.



Alessandro ricordava quando si passeggiava per le strade
e gli amici si davano appuntamento nelle piazze.
Nel parco, sedute sulle panchine, le mamme chiacchieravano,
mentre i bambini giocavano.
Si udivano milioni di differenti voci,
la gente si salutava,
parlava
ed ascoltava.
I nonni raccontavano,
i ragazzi discutevano,
e si rideva e si piangeva spesso.


4.


Un giorno tutto cambiò.
Il rumore fastidioso dei televisori
e il chiasso confuso di altri strani ingegni
coprirono tutte le voci.
Le persone diventarono sempre più sorde
e dimenticarono le parole.

Adulti o bambini, non c’era più differenza:
tutti si vestivano allo stesso modo,
tutti si comportavano alla stessa maniera,
tutti uscivano di casa con la stessa identica espressione,
tutti avevano la stessa faccia triste.




I grandi andavano a lavorare,
e i piccoli pure.
Perché in questo paese la SCUOLA non esisteva.
Non c’erano libri, si leggevano solo gli “schermi”.
Poche parole, poche idee: nessuno perdeva tempo a PENSARE.

All’ora di pranzo tutti si precipitavano al ristorante
dove mangiavano le stesse cose.
La sera tutti chiusi in casa a guardare la televisione,
e i programmi erano uguali per piccoli e grandi.
Non si poteva scegliere e non c’era bisogno di prendere decisioni.
Ognuno faceva quello che facevano gli altri.


“Che tristezza” – pensava sconsolato Alessandro.
Non gli rimaneva che chiudersi in casa e dietro i muri grigi e spessi coltivare nel suo orto: basilico, timo, salvia e rosmarino.
Era la sua grande passione,
piantava lavanda,
menta,
e altre erbe aromatiche.
I loro colori lo rallegravano,
i loro profumi gli calmavano i nervi.
Le usava in cucina per insaporire i cibi,
ne preparava bevande per rinfrescarsi
e medicine per curarsi.


5.

“Un paese senza animali,
senza piante,
senza voci,
senza colori,
senza emozioni.
Che tristezza davvero” – pensò Alessandro una brutta domenica affacciatosi alla finestra.
“Un paese senza bambini, solo adulti BRUTTI e NOIOSI” – disse tra sé, e diede uno sguardo malinconico alle strade scure e vuote.
“Ci vorrebbe una magia.”
Pensa e ripensa, nella sua testa cominciò a nascere un’idea coraggiosa:
“Un INFUSO SPECIALE potrebbe funzionare.”


Alessandro, a dir la verità, era convinto
che tutte le piante del mondo fossero magiche.
“Le piante catturano e conservano le cose belle –
diceva sempre –
le sensazioni piacevoli,
i pensieri felici
e i ricordi allegri.”


“Mischiando le radici, le foglie, i fiori, i frutti e i semi delle piante,
preparo un infuso che risveglia i sensi,
per sentire di nuovo suoni sommessi,
profumi delicati
e sapori frizzanti.
Adulti e bambini ritroveranno il piacere di vedere
e toccare le cose,
avranno di nuovo voglia di ridere e giocare insieme.
Tutto tornerà come prima.”


6.


Alessandro, affidandosi alla sua enorme conoscenza
in materia di botanica,
si mise al lavoro.
Si mise subito,
ma ancora più presto smise.
Che cosa doveva mettere nel pentolone?
Dove poteva trovare gli ingredienti?
Nel suo orto le erbe e i fiori erano pochi,
nel paese invece non esistevano le piante.
Che cosa doveva fare?

Pensa e ripensa un’altra volta, Alessandro decise di fare un viaggio.
Mise a punto un itinerario: avrebbe impiegato un anno
per conoscere la flora di tutta la Terra.
Si preparava a fare il giro del pianeta,
voleva raccogliere un esemplare di tutte le piante,
voleva conoscere le lingue degli altri popoli
e parlare con i bambini in tutti e cinque continenti.



continua...

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