Anche i bambini, ormai, lo percepiscono. Il mondo è rotondo.
Solo in Europa si contano circa 48 gruppi di minoranza linguistica.
Il mondo è dentro casa. È dentro la classe. Accanto ai bambini delle famiglie locali, sui banchi delle scuole siedono bambini con occhi verdi o azzurri o nerissimi, capelli strani e un colore diverso della pelle, una lingua incomprensibile e una storia sorprendente.
Che cosa fare per loro e con loro? Quali programmi preparare? Quali esperienze didattiche attivare? Quali immagini di bambino coltivare da parte dell'insegnante? Insomma, quale approccio educativo per vivere la diversità come ricchezza e non rischio, opportunità e non minaccia, stimolo e non problema?
Le riflessioni pedagogiche e le sperimentazioni didattiche proposto nella nostra prima novità del 2004 sono un valido aiuto.
Non perdetevi allora
Mondo rotondo. Materiale ed esperienze di intercultura nella scuola dell'infanzia, scritto da
Ezio Compagnoni già autore per La meridiana di
Di tutti i colori.
L’ispirazione per questo libro è nata nel 1994 quando mi è stata data l’opportunità di introdurre in alcune scuole della Provincia di Bolzano le impostazioni pedagogiche e le soluzioni metodologiche e didattiche interculturali che, dagli anni ’80, avevo avuto modo di costruire e approfondire partecipando a varie esperienze di ricerca in Europa e in alcune città italiane. Le scuole dell’infanzia della Provincia di Bolzano, infatti, operano in territori che, per la loro complessità socioculturale, rappresentano un laboratorio ideale per le questioni che afferiscono al bilinguismo e al plurilinguismo nonché a situazioni quotidiane e stabilizzate di biculturalismo istituzionale e di multiculturalismo reale. Nelle scuole, insieme ai bambini di madrelingua italiana ci sono numerosi bambini di madrelingua tedesca, alcuni bambini di madrelingua ladina, bambini immigrati extracomunitari, un numero significativo di bambini profughi dall’ex Jugoslavia e bambini nomadi, Sinti e Rom. Inoltre la vicinanza dei confini di Brennero e San Candido porta, in alcune scuole, bambini austriaci le cui madri lavorano nei paesi italiani di confine. Era, dunque, possibile preordinare un’esperienza di formazione degli insegnanti e di pedagogia istituzionale per sostenere i cambiamenti in atto e per rafforzare i processi di integrazione dei vari gruppi etnici e socioculturali in presenza, nell’ottica dei valori interculturali della conoscenza, della convivenza pacifica, dell’accoglienza, della valorizzazione delle diversità. La forma di questo libro si delineò per la prima volta quando nel‘96-‘97, è stata organizzata una mostra itinerante di materiali didattici interculturali volta a sensibilizzare istituzioni e famiglie all’importanza di un’educazione dei bambini alla multiculturalità e si è rafforzata nel ’96 e nel 2002 in seguito ad altre due mostre per la diffusione delle idee e delle pratiche interculturali che si stavano sperimentando nelle scuole dell’Infanzia. Gli incoraggiamenti ricevuti dalle famiglie e dagli insegnanti e l’interesse e il sostegno della Sovrintendenza scolastica di Bolzano, che ha provveduto economicamente alla realizzazione di tutto il progetto, sono stati determinanti per la stesura di questo libro. Desidero, dunque, ringraziare personalmente: il dr. Gianfranco Cornella che ha curato personalmente tutta l’organizzazione del progetto intercultura e con il quale ho condiviso le riflessioni sulle singole scuole impegnate nel progetto; tutti gli insegnanti delle scuole che hanno contribuito a dare sostanza didattica alle idee interculturali con la loro creatività e competenza, e voglio citare le scuole di S. Candido, Dobbiaco, Brunico, Brennero, Colle Isarco, Vipiteno, Chiusa, Biancaneve-Bolzano, Kofler-Bolzano, Appiano, Arcobaleno-Bressanone, Millecolori-Bressanone e Fortezza; il Sovrintendente Scolastico della Provincia Autonoma di Bolzano, Bruna Rauzi Visintin che sostiene con convinzione le prospettive pedagogiche interculturali secondo un’ottica europea. ( E.C.)
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Taglie non conformate. Educare coscienze critiche.