Aria fritta
Maura Gagliardi - 16-03-2001
Sono una "vecchia" insegnante di Educazione Tecnica, Funzione Obiettivo
junior, responsabile del Laboratorio di Informatica della mia scuola, nonché tecnico
per la soluzione di problemi di hardware e software (di ogni genere,
scolastici e di segreteria, di Internet o di rete locale); prendiamola con un po' di
allegria, perché quest'anno siamo diventati uno dei 19+1 nuovi Istituti
Comprensivi della provincia di Milano, ma non avevamo mai avuto una segreteria,
né una presidenza essendo sede staccata da sempre ed abbiamo cominciato con
sedie, tavoli e computer prestate dalle aule, nonché una sola linea telefonica
per segreteria, presidenza e laboratorio. Questa presentazione per spiegare
che nella mia carriera scolastica, mi sono sempre data da fare per affrontare i
problemi che ci venivano sottoposti "dall'alto" o "dal basso", sono stata una
delle prime insegnanti di applicazioni tecniche femminili ad insegnare alle
femmine ad usare chiodi, martello e vernici, mi sono adattata al cambiamento
della mia materia per altre tre volte (educazione tecnica con gruppi femminili
e poi misti e poi a classe intera, trasformazione in Informatica), senza che
mai nessuno mi abbia aiutata concretamente ad affrontare queste rivoluzioni. Ma
l'ho sempre fatto con entusiasmo, credendo nella scuola e in un suo
aggiornamento continuo, per stare al passo con le richieste della società e,
nonostante l'esperienza negativa di questa mattina, sono ancora entusiasta e
credo nei cambiamenti giusti, non nelle rivoluzioni mascherate di novità, che
tali non sono! Sono uscita sconcertata dall'incontro introduttivo dei corsi di
aggiornamento delle funzioni obiettivo di stamattina (giorno 9 marzo 2000), perché mi
capita sempre più spesso di non riuscire più a sopportare gli autoincensamenti di
chi viene a ripetermi cose che ho imparato anni fa e metodologie didattiche (già
conosciute da tempo) spacciandole come gli ultimi risultati della ricerca
socio-psico-pedagogica e che credo siano ormai patrimonio acquisito degli
insegnanti con la "vocazione". Dei "riscaldatori di sedie" ne potremo parlare un'altra volta.
Ho cercato di presentare alcune mie personali osservazioni, che evidentemente
hanno infastidito chi si aspettava un'adesione unanime ad un progetto (leggi: Riforma dei cicli), e anche oggi sono stata zittita, adducendo scuse di mancanza di tempo (non volevo nessuna risposta al mio intervento). Mi riferisco soprattutto alla relazione sugli "Indirizzi per l'attuazione
del curricolo" da la Riforma dei cicli di ultimissima uscita che il Dottor Cerini
ha esposto in due ore, con dovizie di suggerimenti metodologici (che sono la
scoperta dell'acqua calda, ad esempio: che per far apprendere bisogna costruire
un "ambiente" idoneo, bisogna essere appassionati della propria disciplina,
bisogna motivare gli alunni, bisogna fare interagire diverse discipline e via
di questo passo) e che avremmo potuto tranquillamente leggere stando seduti in
casa propria, senza perdere ore di lezione preziose (io ne ho solo tre alla settimana in ogni classe ed oggi ne ho perse 5, perse perché mi sono ritrovata con l'ennesimo pugno di mosche in mano!!! e devo aspettare il prossimo incontro per avere delle indicazioni di lavoro).
Come sempre dalle nostre Autorità invece di ricevere indicazioni CONCRETE (e
intendo dire: "In quella scuola hanno fatto così, io suggerisco di partire con
questo orario, poi sperimentate, provate, cambiate, perché potete farlo in
questo modo .") si ricevono troppe parole.
Questa riforma dei cicli è una mannaia su un'istituzione che altri Paesi ci
invidiano (Stati Uniti): sono d'accordo su togliere le barriere che esistono
tra scuola materna, elementare e media, abolire il vecchio, obsoleto ed inutile
esame di quinta elementare, stimolare gli insegnanti a cambiare ambito
scolastico e a sperimentare nuove strategie educative, modificare il monte
ore, aprire ad una concreta autonomia organizzativa nelle scuole, ma tutto questo
senza distruggere né la scuola elementare, né quella media, che comunque
funzionano bene.
Adesso che si parla tanto di ciclo di sei anni, c'è qualcuno che si è
chiesto come si realizza fisicamente? In quali edifici? Noi abbiamo una sede
staccata a tre chilometri dal paese: come si spostano gli alunni del quinto anno da un
edificio (attuale) all'altro (scuola media) senza perdere la continuità di cui
ci si riempie tanto la bocca?
Si è fatta una riforma senza tenere conto delle strutture esistenti: ci sono
scuole fatiscenti, che aspettano un intervento di manutenzione straordinaria (e
ordinaria????) che non viene realizzato per mancanza di fondi: mi dite come si
reperisce moneta sonante per nuovi locali dove sistemare, in maniera meno
destabilizzante per loro, gli alunni della classe che si aggiunge alla 5^ elementare?
Non parliamo certo degli insegnanti: loro sono abituati ad essere sbattuti da
una parte all'altra senza poter protestare.
Nella riforma è enfatizzata la continuità formativa fino ai 15 anni, con "la
frequenza dei due anni della scuola superiore" e, come ho sentito oggi, con la
possibilità di fare la prima scelta (della scuola superiore, o, meglio,
dell'"area di indirizzo") a 13 anni: ma non è quello che accade anche oggi?
I nostri alunni della classe seconda media fanno un percorso di orientamento
finalizzato alla scelta della scuola superiore (anni 12), che si conclude a
gennaio della terza media (13 anni) con l'iscrizione alla scuola superiore,
nella quale restano fino ai 15 anni (fine 1° anno)!!!!!!!
Oggi è stato detto che gli insegnanti potranno scegliere liberamente il
"segmento formativo" al quale si sentono più adatti: mi dite che fine fanno le
graduatorie di istituto (maestri e professori insieme), con i relativi problemi
di precedenza? E quelli provinciali? I punti maturati nella carriera a cosa
serviranno? E che fine faranno i docenti diplomati come me con 26 anni di
insegnamento e con una buona pratica informatica - non certificata - perché
sono autodidatta appassionata?
Qualcuno mi dirà che potrò finalmente prendere la laurea: non ci credete?
Andate al capitolo 2 (lettera a) de "La promozione della professionalità
docente nella prospettiva dell'avvento dell'autonomia e dei riordino dei
cicli" della Sintesi del Gruppo di lavoro n°5 dei Saggi.
Come al solito la riforma dei cicli (che deve essere a costo zero), sbandierata
come continuità di educazione, come cambiamento di abito mentale e di visuale
sulla formazione dei ragazzi, si fa con le stesse persone della "vecchia scuola", alle quali si prospetta di aggiornarsi tra di loro, con l'aiuto di colleghi più preparati (?): ma se vogliamo essere una scuola di qualità (non stiamo seguendo le indicazioni dell'Assolombarda con il Polo Qualità per innalzare gli standard di qualità del servizio-scuola?) dovremmo avere periodi
di aggiornamento obbligatori retribuiti e riconosciuti come nel settore privato
o come, per restare in ambito scolastico, nelle scuole americane.
Concludo dicendo che oggi mi sarei aspettata un aiuto concreto per
Inquadrare la Funzione Obiettivo di cui sono stata incaricata, invece, come sempre più
spesso accade, mi hanno dato "aria fritta".

P.S.: Non me ne voglia, Dottor Cerini, non voglio perpetrare un attacco alla
sua persona, ma a quello che rappresenta, quando è inefficiente. Comunque
sono sempre disponibile a mettere in evidenza i lati positivi e ad attuarli. La
ringrazio inoltre del sorriso che mi ha rivolto quando sono uscita dall'aula!


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