Il cavaliere massaia
Anna Pizzuti - 15-12-2003
Mi sembra sia stato Hegel a dire che il giornale è la preghiera quotidiana dell’uomo moderno.
Ma Hegel scriveva ai tempi dei “costruttori di carrozze” in epoca quasi preistorica, considerata la velocità frastornante con cui poi è avanzata la “modernità

Quella modernità che il presidente del consiglio di tutti gli italiani identifica con se stesso e con la propria visione del mondo.



Non è necessario addentrarsi nei meandri della legge Gasparri per comprendere quali processi siano in atto. Basta considerare che le valutazioni
del grande comunicatore sui giornali sono state fatte proprio all’indomani della sua approvazione e mentre siamo in attesa di sapere se Ciampi la firmerà o no.
Valutazioni passate quasi inosservate, rispetto ad altre precedenti voci dal sen fuggite, ma non per questo meno gravi e pesanti. E rivelatrici di intenzioni.

Che di giornali, in Italia, se ne siano sempre venduti – e letti – meno che in altri paesi è un dato di fatto.

Che spesso il loro linguaggio non sia dei più accessibili, è ugualmente vero.

Ma la tutela della loro esistenza e della loro – per quanto possibile – libertà di espressione, è compito di qualsiasi paese che si dica civile e talmente democratico da poter esportare il suo surplus di democrazia anche in quei paesi che non ne sono provvisti.

Non è certo da oggi che si pone il problema del controllo dei giornali. Ci ricordiamo tutti delle vicende del Corriere della Sera all’epoca delle infiltrazioni della P2 , solo per fare un esempio. Chi controlla, chi compra, chi finanzia, in modo più o meno palese od occulto è stato da sempre un terreno accidentato ed irto di incognite.
Quella che stiamo vivendo ora, però, mi sembra una situazione ancora più pericolosa, perché non è in gioco la libertà di questo o quel giornale: ad essere “obsoleti”, si dice, sono i giornali, tutti, in blocco, quindi la stessa possibilità che esista la libertà di stampa.

Nella società della facilità, dell’usa e getta.

Che considera attività del tutto complementari leggere e comprendere. Richiedono fatica, impegno, pensiero. Anch’ esse attività “obsolete” Roba da élite, da intellettuali.
E il presidente massaia si fa carico di liberarci da queste incombenze.
Dopo la legge Gasparri per la tv, avremo la legge qualcun altro (uno si trova sempre, disponibile) per i giornali? O basta la legge Gasparri?

Avanza una visione semplificata del mondo, basata su coppie oppositive elementari, come quelle proposte dal cavaliere.

Civiltà occidentale contro resto del mondo, liberalismo (!) contro comunismo.

Ed ora l’ultima: massaia versus élite.

Molti si sono chiesti il perché della ricorrenza, nel linguaggio di Berlusconi - cavaliere della modernità - dell’ uso di un termine che ha il profumo di lavanda e di pane fatto in casa (ma non quotidiano, evidentemente) E di tempi passati, obsoleti. Come i giornali, appunto.
Una contraddizione, a mio avviso, nel momento in cui sembrerebbe che la stessa suddetta massaia, priva delle competenze necessarie per leggere i giornali, (si sa, prima della riforma Moratti la scuola era un disastro) troverebbe più confacente alla propria informazione non solo la televisione, ovviamente, ma internet e tutte le altre diavolerie moderne.



Insomma, la domanda è: chi è questa massaia? Quella che, per bocca di tante, si sta, naturalmente, ribellando alla visione paternalistica e patriarcale della donna di cui il cavaliere è cavaliere? Quella che invece, per bocca di Iva Zanicchi, ha rappresentato e rappresenta l’alter ego culturale e politico dello stesso cavaliere?

E’ il cavaliere stesso, quando sveste i panni di piazzista?

Ma tu guarda che razza di domande dobbiamo farci.

C’è però un dato che sfugge al cavaliere: in un anno, in internet, vengono lette miliardi di pagine di quotidiani.

E tra questi lettori, per la legge dei grandi numeri, immagino che molti saranno massaie.
Il nemico, cacciato dalla porta delle case coloniche, rientra dalla finestra telematica.

Se ne sarà accorto il cavaliere?

** Le immagini sono tratte dal catalogo della mostra fotografica "Il tempo ritrovato" del mio amico, maestro elementare e fotografo Mario Piselli. La scannerizzazione, pessima, non ne rende la bellezza.



interventi dello stesso autore  discussione chiusa  condividi pdf

 ilaria ricciotti    - 15-12-2003
Maquesto signor tutto e di più, che cosa ancora vuolfare?
Dove ci vuole portare?
Su un altro pianeta che non c'è,
o su questo, dove avverrà la clonazione di sè?
Pronto? C'è qualche altra che sparla?
C'è qualche altra cavalier-massaia?