ilaria ricciotti - 16-12-2003 |
E' giusta l'analisi, ma non appare la soluzione per contrastare questo modello di vita importato. |
Elia Pietro - 30-12-2003 |
Carissima Concetta, condivido in tutto il tuo pensiero. Ma come uscire da tale situazione? Forse un terremoto di inimmaginabile dimensioni può essere la soluzione per ricominciare tutto d'accapo. Non voglio essere catastrofico ma alternative non trovo per ricominciare da zero. Pietroelia. |
Caelli Dario - 04-01-2004 |
Noto una certa separazione tra i concetti esposti. Una cosa è la situazione di Berlusconi. Nel bene e nel male. Con tutte le problematiche del caso che devono essere risolte per il bene di tutti in modo chiaro e univoco. Altra cosa è il degrado della cultura. Di cui condivido l'analisi. Ovvero si sono perse le radici della nostra cultura per buttarsi nelle mani del materialismo consumista che fa stare bene tutti. Tolto un riferimento chiaro all'ultraterreno, come era la religione cristiana autentica, e ridotta in molti casi la pratica religiosa a qualcosa di superficiale oltre misura, scoperto che i beni materiali non rendono felici, ma esserne senza rende ancora più tristi, anestetizzato il bisogno di riflettere su se stessi, sviliti i valori in nome dell'individualismo e di una presunta libertà individuale assoluta che porta a relativizzare tutto tranne ciò che si ritiene giusto fare, corrotte le coscienze che non devono più confrontarsi con nulla, io basto a me stesso, ecco che ciò che resta è una cultura e una società vuote. Senza ideali. Senza spinte verso il futuro. Incapaci di sperare e di guardare oltre l'oggi. Cosa fare. Io ripartirei dalla domanda: chi sono? Da dove vengo? Dove vado? Scusate ho ritirato fuori domande che non c'entrano nulla con la vita. La vita è fatta di cose... di affari... di soldi... al limite di persone, non di elucubrazioni. Io però resto convinto che queste elucubrazioni sono l'antidoto per ricomciare a ragionare e a porsi un orizzonte di vita che allarghi da me stesso agli altri. Se poi non giunge a Dio, pazienza. Ciò che è indispensabile è che apra le persone all'incontro con gli altri e a riscoprire un senso profondo dell'esistere. Solo così si può curare il senso di vuoto che invano si cerca di riempire con false promesse e con falsi idoli. Con uno sballo che è la regola per fuggire dalla monotonia, con una sete di vita che le cose, inanimate, non sanno saziare. La difficoltà maggiore è quella di riuscire a far capire a gente che vive bene nel vuoto spinto della nostra cultura, che c'è qualcos'altro che ti può dare senso e ti riempie la vita. Che sia il volontariato, che sia l'impegno civile, che sia una rinnovata spiritualità. Tutte esperienze da cui nascono nuovi stili di vita, nuovi fatti che coinvolgono la nostra esistenza, che ci cambiano la vita e che la rendono più bella. |
Gigi lo Mascio - 13-02-2005 |
no,non vale! |