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Bambini e violenza
RAB - 15-12-2003
Studio su oltre 300 bambini curati dal Bambin Gesù: ''Vedere la violenza insegna che è un fatto normale''

Una delle conseguenze più gravi della violenza assistita in ambito familiare è la sua riproducibilità. E’ uno dei dati che emergono dal “Progetto Girasole”, osservazioni cliniche condotte dall’Ospedale Pediatrico Bambin Gesù di Roma, emerse dalla valutazione della realtà di vita di circa 380 bambini vittime di violenza perpetrata nei confronti delle madri e presentate oggi nel corso del III° Congresso Nazionale del Cismai.
“Quando parliamo di protezione non possiamo riferirci solo al mondo esterno al bambino ma anche al suo mondo interiore devastato. – ha commentato il Prof. Francesco Montecchi, Primario Neuropsichiatria Infantile presso l’Ospedale Pediatrico - Dobbiamo valutare se il bambino può rimanere nel suo ambiente e se ci sono le condizioni per un recupero della genitorialità di cui ha comunque bisogno. Ma soprattutto dobbiamo agire sul suo mondo interiore, altrimenti ce lo ritroveremo da adulto di nuovo vittima o a sua volta carnefice. Il punto è infatti che che spesso un genitore violento è stato a sua volta vittima di violenza, come il 29% delle madri e il 41% dei padri di questi bambini”.

E che cosa succede nella mente e nella vita di un bambino che assiste ad atti di violenza perpetrati dal padre verso la madre – nella maggioranza delle situazioni – o verso i fratelli?

Su questo ha cercato di fare il punto Roberta Luberti, Vicepresidente del Cismai e Responsabile del Settore Minori dell’Associazione Artemisia di Firenze.

“I bambini che si trovano a vivere un clima familiare del genere – in cui i comportamenti violenti sono minimizzati - si abituano al fatto che questi comportamenti siano normali, pensano che l’espressione di pensieri ed emozioni scateni il maltrattamento, imparano che la donna è vittima e l’uomo legittimato all’uso della forza. Inoltre i bambini “durante una manifestazione di violenza rischiano di essere picchiati se cercano di difendere la vittima, dato che possono essere usati come scudi.”. Da nono sottovalutare anche l’insidia creata dal senso di colpa: “questi bambini sentono da un lato il peso di essere come privilegiati perché non sono oggetto diretto della violenza, dall’altro la pena di “esistere poco” perché quasi invisibili di fronte ai genitori e alla società”. Se poi si verifica la separazione e quindi l’allontanamento dal padre “ in seguito a questo evento i bambini tendono a voler “sostituire il padre” nella violenza e a mettere in atto comportamenti simili verso la madre e i fratelli”. Quando poi questi bambini diventano adulti “qui compaiono i risvolti dannosi di ciò a cui hanno assistito: gli ex testimoni di violenza tendono a sviluppare depressione, ansia, somatizazzioni, ad abusare di sostanze, a diventare autori di violenza sessuale verso il partner”.

Quali le strategie possibili a contrasto?

“Prima di tutto, se si vuole essere efficaci, cercare di far si che gli interventi terapeutici non siano casuali ma adeguati alla gravità dei singoli casi.” E investire sulle famiglie. Nel corso del Congresso la Commissione diagnosi e terapia del Cismai presenterà un Documento che contiene linee guida per la valutazione e l’attivazione delle competenze genitoriali, nell’ottica di valutare oltre alle responsabilità anche le risorse cui attingere per aiutare le famiglie a cambiare. E la Commissione che si occupa specificamente della Violenza assistita sta elaborando un documento che definisce le caratteristiche del fenomeno e da indicazioni sui segnali da rilevare”.


DOCUMENTAZIONE

L'infanzia abusata

Violentati, maltrattati e perfino uccisi. Si parla di abusi sui bambini soltanto quando sfociano in fatti eclatanti di cronaca nera, ma essi, gli abusi, sono un fenomeno molto più diffuso di quanto si pensi. O si voglia pensare. Nell'articolo: uno sguardo alla violenza; Caratteristiche, indicatori e conseguenze; abuso sessuale; maltrattamento fisico; maltrattamento psicologico; patologia delle cure; incidenza; i genitori abusanti.


Dati allarmanti

Incubi “silenziosi”: violenze, maltrattamenti e pedofilia
Un dramma che si ripete spesso: il rapimento di minori, le violenze che subiscono. Dati allarmanti sugli abusi subiti ogni giorno dai bambini fanno riflettere su un fenomeno che sempre più è presente nella cronaca. Si calcola che ogni giorno 4 bambini tentano il suicidio e 2 subiscono violenze sessuali; 5 bambini scompaiono e 1 bambino su 30 lavora; 30 di essi subiscono maltrattamenti non denunciati e 80 commettono reati. Sono infanzie rubate, calpestate e distrutte. Infanzie deviate e annullate, spesso congelate in un silenzio di pietra. Un quadro questo raccapricciante: un inferno in cui migliaia di bambini sono costretti a vivere ogni giorno, loro malgrado. Lo stesso inferno da cui i grandi di oggi, ma bambini di ieri, non riescono a uscire.


Il bambino e il dolore

Il ruolo degli adulti nell’aiutare i bambini ad affrontare l’esperienza del dolore; e, al contempo il loro ruolo nel provocarlo attraverso l’esercizio del potere e della violenza. L’analisi di una ricercatrice dell’Istituto di Scienze e Tecnologie della Comunicazione del CNR


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