La prima volta di Gisella
Francesco Mele - 03-12-2003

Eccomi di ritorno da Roma a raccontarvi come è andata.
Partiamo poco prima dell’alba da Carpi e siamo una piccola pattuglia di carpigiani, tutti docenti di ScuolaFutura. A Modena, nel buio del piazzale della Stazione delle corriere incontriamo gli altri impavidi, docenti e ATA, decisi ad manifestare il loro dissenso nei confronti della riforma Moratti. Molti altri sono con noi nello spirito e lo testimoniano le centinaia e centinaia di agende che riporteremo a Roma perché rifiutate da altrettanti docenti.
Dovete infatti sapere che la ministra per pubblicizzare la sua riforma-che-non-c’è ha speso ben 5.000.000 € per un’agenda che ha distribuito a tutti i docenti italiani; soldi sottratti alla formazione dei docenti, al miglioramento dell’offerta formativa e alle necessità quotidiane della scuola pubblica italiana. Del resto questo fa parte di una campagna mediatica della ministra che aveva già pubblicato opuscoli informativi allegati alle riviste della Mondadori (proprietà Berlusconi: conflitto di interessi?), da Donna Moderna a Topolino, e sempre a nostre spese.
Caricate le agende sui pullmann partiamo alla volta di Roma e già al primo stop incontriamo altri docenti, ATA, qualche studente, anche loro determinati a far sentire la loro voce dalle strade di Roma.
Arriviamo al parcheggio dei pullmann di Ponte Mammolo che è pieno di bandiere, striscioni, cartelli … per andare dalla metropolitana alla piazza da dove si partirà e già un corteo festante e tutto deve ancora iniziare.
Da lontano vediamo nella piazza dei grandi palloni altissimi e colorati che ci seguiranno poi per tutto il corteo. Ci sono già tante persone e bandiere di CGIL, CISL e UIL che sono i promotori della manifestazione. Ci sono gli studenti che ballano al suono della loro musica sparata da un megacamion attrezzato a discoteca e coperto di striscioni contro la riforma-che-non-c’è.
Giovani giocolieri da strada esibiscono le loro abilità con clave, palline, diablo, bongas e i magliettari vendono la loro merce variopinta con i simboli e i miti che hanno riscaldato i cuori e le menti dei giovani negli ultimi quarant’anni.
So già che devo raccontarvi come è andata e allora mi metto in testa al corteo e quando arrivo all’altezza di una chiesa che ha un terrazzo accessibile dalla strada, decido di salire e mi lascio scorrere sotto questa fiumana di gente. Il colpo d’occhio è impressionante, colorato, sventolante, pieno di tutta la creatività che i partecipanti hanno saputo liberare.
Aprono il corteo i bambini della scuola elementare “G. Grilli” di Roma con un striscione in cui c’è scritto “TEMPO PIENO TEMPO PUBBLICO - LETIZIA NIENTE GRILLI PER LA TESTA”.
La difesa del tempo pieno nelle elementari e del tempo prolungato nella scuola media è infatti uno degli assi portanti della manifestazione perché proprio questi sono a forte rischio di scomparire se la riforma-che-non-c’è riuscirà a fare i primi passi.
Scorre davanti ai miei occhi un fiume festante di persone: un tapiro d’oro enorme è stato preparato per consegnarlo alla ministra, alcuni docenti sandwich indossano un cartellone di una nota birra ma non c’è il baffone, c’è donna Letizia e sotto c’è scritto “QUESTA NON LA BEVIAMO”; un altro sandwich indossa un pacchetto di sigarette con su scritto “MORATTI AMMAZZADOR – UCCIDE ANCHE TE DILLE DI SMETTERE”; su uno striscione enorme c’è scritto “SCUOLA DEMORATTIZZATA”; quattro ragazzi tengono alto un cartone confezionato alla meno peggio su cui hanno scritto “CI SIAMO FATTI NOVE ORE DI VIAGGIO PER DIRTI DI TOGLIERTI DALLE PALLE” e un altro “PER FAR FUORI I MORATTI CI VOGLIONO I MOGATTI”; questa dei ratti e i gatti ha particolarmente solleticato la fantasia dei partecipanti, uno slogan urla “MO-RATTI, DOMANI SORCI VERDI” e le maestre e i bambini di Piombino sfilano cantando una parodia dei 44 Gatti in fila per sei … dedicata a donna Letizia, dopo mi diranno che ne hanno confezionate un bel po’ di queste parodie e gli strappo la promessa di inviarmele via email; vedo striscioni di ogni parte d’Italia, tanto sud, Sicilia, Puglia, Molise, Campania, Calabria e poi su su fino al Piemonte.
Il corteo non finisce mai, dopo molto tempo vedo in lontananza la piazza di partenza ancora piena di striscioni e bandiere. Decido allora di risalire il corteo che si muove lentamente e mi rituffo nel colore e nei suoni di questo tiepido pomeriggio romano, scosso da centomila persone che si battono per la difesa della scuola pubblica. Marcio di buona lena e intanto riascolto, rivedo, sorrido, canto con loro e cerco di memorizzare per voi quello che vedo. Verso la testa ritrovo la mia pattuglia carpigiana e con Monica decidiamo di farci riscorrere davanti agli occhi tutto il corteo, che spettacolo!
Monica scatta foto con la sua digitale, chissà se si potranno mettere sul sito della scuola, chiederò a Cristina.
Avevamo con noi anche un registratore portatile ma nessuno ha avuto la faccia tosta di mettersi a fare delle interviste …
È impressionante vedere che in questa marea di gente sono rappresentate tutte le fasce d’età dai bambini piccoli, tanti, agli studenti medi come voi, gli universitari, i docenti e gli ATA, i nonni, sì proprio i nonni, i pensionati della UIL, che hanno deciso di partecipare con un folto gruppo per esprimere la loro preoccupazione per la scuola dei nipoti.
Siamo a Piazza Farnese, di fianco a Campo dei fiori, per i comizi finali, ma la piazza non ce la fa a contenerci tutti e io non ho voglia di starmene in questa scatola di sardine, e poi so già cosa diranno … meglio andare a farsi un gelato tanto non scappano … Mentre gustiamo la nostra coppetta ci giungono le urla, i fischietti, gli applausi che accompagnano le affermazioni degli oratori che infiammano la piazza.
Torniamo che sta parlando Epifani della CGIL confederale, hanno già parlato la Colturani per la CISL Scuola e Foccillo per la UIL. È l’ultimo oratore ed è un confederale per affermare con forza che la scuola è un problema di tutte le categorie perché è un servizio per tutti e di tutti e tutti noi siamo in piazza per difenderne i fondamenti. Questo dice Epifani e la piazza è con lui …
I grandi palloni colorati che salgono verso il cielo chiudono un giornata di festa e di lotta che ci ricorderemo a lungo.
Per Gisella è la prima manifestazione ed è orgogliosa di aver deciso di essere qui, ognuno di noi lo è, anche per quelli che non hanno potuto esserci.
Il pullman del ritorno ci ritrova stanchi ma ancora frizzanti di emozioni, di battute e delle cose che ci hanno colpito nel corteo; Mirella in particolare è incontenibile, la manifestazione le ha fatto proprio bene, ne spara una dietro l’altra e noi ci lasciamo travolgere dalle risate, siamo proprio carichi …
Poi qualcuno mette su la videocassetta de “Il Gladiatore” con Russell Crowe ma, state tranquilli, questo non ve lo racconto, anche perché dopo le prime scene già dormivo.

Dal vostro inviato
Francesco Mele

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