Una riforma.......da riformare
Salvatore Miraglia - 26-12-2001
Al termine di questa prima parte dei lavori degli "Stati Generali" (scusate se non indico le stellette ma non so come inserirle???!!!), sento uno stato d'animo agitato e in tensione. Sono deluso. Sono amareggiato. Sono arrabbiato. Il ministro Moratti prima, nel suo discorso di apertura dei lavori, e il Presidente del Consiglio Berlusconi, poi, con il suo sorriso a 32 denti - durante il suo intervento, hanno detto che il percorso appena iniziato proseguirà fino a quando, tutti insieme, non avremo concordato il modo più giusto per migliorare la Scuola, per rinnovarla e per renderla più forte e più equa. Subito dopo, però, sia la Moratti che Berlusconi comunicano che tale riforma andrà in vigore con l'inizio del nuovo anno scolastico.
Anzi il Presidente, nel tenere a distanza i fischi e le contestazioni, dichiara: "i fischi non fanno altro che rafforzare la nostra convinzione che questa riforma si farà". A tal proposito mi preme fare un passo indietro, all'indomani del giorno in cui viene presentata la "devolution" di Bossi, il quale, con voce sempre più roca ma, forse per questo, più spavalda e arrabbiata, dice che è arrivato il momento in cui a decidere sarà la base, non vi sarà più una "volontà" calata dall'alto. Poi qualche giorno fa tutti i quotidiani italiani hanno titolato la delirante "summa volontà" di Berlusconi: Le riforme le faremo anche da soli... Ecco l'Italia che farò". Oddio!, c'è da rabbrividire e da riflettere. Nemmeno ai tempi del fascismo, penso, da Hitler a Mussolini (a memoria d'uomo) ci sia stata tanta dittatura nel mentre si ostenta la democrazia.
Mah!!!, veniamo a noi, parliamo di Scuola. Cosa è cambiato dalla "gestione" di Berlinguer e di De Mauro a quella della Signora Moratti?
Poco ma sostanzialmente molto. Berlinguer è caduto sulla "buccia" del concorsone, De Mauro sulla sua (e anche di Berlinguer) della riforma dei cicli e su quella onda anomala. Moratti, lei non cadrà perché ha dalla sua i numeri giusti, cioè una maggioranza che le consente e permette di fare il bello e cattivo tempo. A questo punto penso che chi contesta la riforma morattiana, come me, abbia poco margine per poter "gridare" la propria insoddisfazione o proporre delle correzioni migliorative (nel mio cassetto dei "sogni" penso d'aver trovato qualcosa di buono). Veniamo adesso alle contestazioni che si fanno e sulle quali è calato solo in silenzio:
Scuola elementare

a) Il ritorno all'insegnante unico, in luogo dei moduli, è un passo indietro in un paese che ha l'ambizione di guardare sempre avanti.
Se non erro la storia insegna che la dietrologia debba servire solo a costruire un domani migliore. Non so se la Commissione Bertagna s'è fatta bene i conti, in molti risulteranno in soprannunero (volendo li possiamo licenziare???);
b) Il Coordinatore (?) è una figura ibrida che non trova, a mio parere, spazio in nessuna soluzione logica e razionale. Questo modo di fare scuola potrà migliorare le sorti di una scuola "malata"? No, no e ancora no. E' una proposta indecente. L'alternanza ruolo e orari nel biennio elementare servirà solo a complicare la vita agli alunni e a complicare le sorti di una Scuola che è solo chiamata a "rialzarsi" dalla "caduta".
Superiori

a) La riduzione degli anni scolastici da 5 a 4 anni è un chiaro sintomo di chi vuole prostrare nella polvere l'orgoglio della formazione e della cultura. Mi si chiarisca poi come si fa ad avere una Scuola migliore onde proporre le nuove leve se accorciamo gli anni di formazione e riduciamo anche gli orari? O la moglie ubriaca o la botte piena;
b) Le 300 ore di attività complementari (facoltative, non obbligatorie) servono solo a fare della demagogia di bassa lega, dalla quale nessun studente attento, né alcun osservatore interessato o addetto ai lavori si lascerà sedurre.

Riduzione dell'orario scolastico

Ma sogno o son desto? Si grida da più parti che "noi abbiamo oggi assoluto bisogno di più sapere, di più cultura... di una scuola orientata alla formazione di identità forti... di una scuola veramente libera, aperta" (la Scuola che ha nel cuore il ministro Moratti), ergo... togliamo di là, limiamo di qua ed ecco il gioco è fatto.
Se Enzo Ghigo ha detto che la bozza di riforma rappresenta un punto di partenza su cui discutere, allora dateci la facoltà di collaborazione, ma senza fretta.
Non voglio neanche dilungarmi sulle farneticanti confusioni tra formazione formazionale e istruzione professionale, tra obbligo scolastico e obbligo formativo... A proposito, obbligando un giovane alla formazione fino a 18 anni cosa si risolve? Già adesso c'è la scappatoia per evadere dall'obbligo...
Il ministro Moratti nel suo intervento conclusivo ha detto che "le riforme scolastiche che si sono succedute nella storia della nostra scuola sono state sempre concepite in gran parte dall'alto. C'era un progetto ideale, concepito dai responsabili della politica scolastica con una idea di scuola già definita".
Bene! Lei ha ripercorso la medesima strada.
Per sentire tutto e tutti non resta che ascoltare chi si lamenta, guardare negli occhi chi chiede d'essere ascoltato, prendere in mano chi vuole camminare insieme a te. Un docente in classe non abbandona mai al proprio destino l'allievo meno dotato.
Caro ministro, camminiamo insieme; la strada è lunga e tortuosa, insieme ci si può aiutare. E' ascoltando gli altri che si è ascoltati.
La Scuola non è del singolo, è di tutti e tutti, quindi, sono chiamati a dare il proprio contributo.

Salvatore Miraglia
IPIA "Leonardo da Vinci" - Sessa Aurunca

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 Noviello Concetta    - 31-12-2001
Sono un'insegnante di scuola superiore (Tecnico commerciale) mi chiamo Noviello Concetta e vivo e lavoro a Genova, concordo pienamente con te anche se la riforma dei cicli non mi sembrava così negativa. Invece nella riforma Moratti non riesco a trovare niente di positivo.