Umberto Guarinello - 07-11-2003 |
Sono tornati i terroristi e sono ricomparsi i "cattivi maestri". Quelli che scrivono queste cose, con la scusa della libertà di pensiero si mettono dalla parte delle BR. |
Emanuela Cerutti - 08-11-2003 |
Oppure, semplicemente, ci aiutano a non dare mai nulla per scontato, nemmeno il comune sentire sociale. Ma esiste? |
Bruna Bassi - 09-11-2003 |
Se le riflessioni di questo articolo derivano dai recenti fatti legati all'arresto dei brigatisti, sono indignata. Indignata per il qualunquismo su cui si basa il confronto, indignata per la mancanza di conoscenze storico/politiche, indignata soprattutto perchè sorvoli sul fatto che oggi viviamo in un regime politico che si chiama DEMOCRAZIA. Certo la democrazia non è un sistema perfetto, ma è il migliore che l'uomo abbia trovato sino ad oggi per convivere pacificamente. E', in ogni caso, il sistema che abbiamo scelto e che continuiamo tutti (salvo naturalmente i terroristi: a proposito quanti sono? 10? 20? 50? 100? ) a volere. L'opinione di qualche milione di individui, fortunatamente è, e tale deve restare, prioritaria rispetto a quella di uno sparuto gruppo di "rivoluzionari" che anzichè il dialogo ed il confronto sulle idee, scelgono come forma di lotta l'assassinio di persone inermi ed indifese. Spero ardentemente che tu non sia un insegnante di storia e che non siano queste le idee che trasmetti ai tuoi alunni, ma se così fosse, abbi la compiacenza, almeno, di essere pubblicamente grato alla Democrazia (che pure velatamente calpesti nel tuo articolo) e alla nostra Costituzione che ti garantisce la libertà di insegnamento. Spero anche un'altra cosa: che tu abbia scritto questo articolo senza ispirarti ad alcun gruppo eversivo contemporaneo. |
Giuseppe Aragno - 09-11-2003 |
Non replico quasi mai: il “battibecco” non conduce da nessuna parte e non lo farei nemmeno stavolta. La pesantezza tutta “democratica” della forma e del contenuto del tuo “indignato” intervento, cara Bassi, basterebbe a commentarsi da sola. Tu però non lasci scelta. Mi fai una domanda diretta – quanti sono i terroristi, mi chiedi, inanellando i tuoi bravi numeri e mostrando con chiarezza cosa intendi per confronto democratico – esprimi speranze tue che riguardano me, e mi rivolgi un invito - che ha tutto il sapore d’una intimazione – ad “essere pubblicamente grato alla democrazia”. Così testualmente, scrivi indignata, e non a caso, perché per te la democrazia si incontra materialmente, qualcuno te la presenta – piacere, molto lieto – e tu le esprimi la tua gratitudine ad alta voce, perché tutti sentano. Bene. Quando la incontrerò, la democrazia di cui parli, e che, a sentirti, avrei brutalmente calpestato, le dirò grazie, ma la metterò anche sull’avviso: bada a te le dirò. Si trama alle tue spalle. E capirà, credimi, capirà. Ha conosciuto Socrate, ai tempi d’oro di Atene. Socrate, che nel lontanissimo 399 a.C. bevve la cicuta piuttosto che mentirle. Parlava con un “demone” – ricorderai – e fu accusato di empietà. Gente come te puntò il dito. Faceva cose terribili, questo figuro: cianciava di spirito critico e pretendeva di insegnarlo ai giovani. Che altro potevano fare i democratici ateniesi che la pensavano come te, se non condannarlo a morte? Gli amici e i discepoli provarono a salvarlo, gli organizzarono la fuga, ma scelse di morire, stupido testardo. Presto sarebbe finita anche la grande intuizione politica dell’antica Grecia. Capirà, credimi. La democrazia lo sa bene che il democratico Mazzini morì in Italia sotto falso nome, grazie ai tanti difensori della democrazia che ragionavano come te; lo sa la democrazia che la Francia democratica trattò con la corrente elettrica la resistenza algerina, che l’Inghilterra democratica l’ha fatta arrossire in tutti i continenti e, senza aver restituito l’Irlanda agli Irlandesi, porta la libertà agli irakeni, che, pericolosi terroristi, attaccano i liberatori. E se dici Resistenza è una bestemmia. Lo sa, lo sa bene la democrazia che gli USA democratici hanno foraggiato i fascisti di Pinochet e strangolato nella culla ogni democrazia sorta nel mondo senza aver fornito loro garanzie di sottomissione. Lo sa bene e vuole che si dica. Quanti sono i terroristi, mi chiedi? Dovresti saperlo: tanti, quanti ne fanno nascere quelli come te che sostengono chi va combattendo qua e là per il pianeta guerre di conquista e le fa passare per guerre della democrazia. Gli amici di Putin, paladino dei diritti civili. I nomi, cara Bassi, sono involucri – possono essere vuoti - e le parole ingannano. Ho scritto di dissenso politico, perché politica è l’iniziativa d’un governo che si propone di mettere sotto tutela gli storici e chiede che la storia si riscriva così come gli pare, sicché destra e sinistra di Cavour e Depretis diventino quelle di Berlusconi e Fassino, a tutto vantaggio, s’intende, della destra storica e... antistorica. Ho scritto di dissenso politico perché politica è l’iniziativa di un governo che utilizza il terrorismo per incastrare un’opposizione già sbandata: se vieni in piazza con me, mi riconosci come interlocutore, anche oggi che sto manomettendo la costituzione, e se non ci vieni, scandalo e vergogna: sei con i brigatisti! Proprio come tu fai con me. Indignati, se puoi, anche di più: certo che insegno queste cose ed altre ancora. E che dovrei insegnare? Che Depretis era un brigante da strada e Rattazzi l’antenato diretto del Polo delle Libertà? Ma per far questo, ci sei già tu, paladina valente della democrazia. Lasciami dissentire. In quanto al resto, credimi, non solo “la parola democrazia è un termine molto elastico e in tanti stati democratici moderni le elezioni vengono decise da una minoranza nel seno degli aventi diritto al voto” - non è Curcio, questo, ma Chester Starr, università statunitensi dell’Illinois e del Michigan - ma da noi va peggio: la Costituzione va diventando cartastraccia. Ed ora le speranze e gli ispiratori. Questo terrorismo neonato non mi appartiene. Non ha senso. Non ha prospettive. Fa male a tutti, tranne che a chi ha interesse ad usarlo. A te, per esempio, che lo hai usato nel tuo commento non avendo argomenti per difendere la tua parte politica. |
Emanuela Cerutti - 09-11-2003 |
Cosi', tanto per riparlare di democrazia. Leggo in apertura di L'Unità on line: «L’Unità è un giornale che va chiuso a prescindere dalle cose che mette in prima pagina. Perché quelli sono dei killer della verità. Confermo. Secondo me l’Unità va annientata». Carlo Taormina, Libero, 3 novembre (2003) |
Caelli Dario - 09-11-2003 |
Pur sapendo che la mia richiesta cadrà nel vuoto ci provo ugualmente. Signor Aragno, cosa dovremmo fare nei confronti dei terroristi arrestati? Dovremmo consegnare le chiavi del Quirinale, di Palazzo Madama, di Montecitorio? Sono davvero dei paladini della libertà coloro che hanno ucciso Marco Biagi? Sono loro gli esempi di storia fulgida da mostrare alle generazioni future? Con questo non voglio, neppure per un istante, difendere nessuno dei tanti esempi di crimini contro l'umanità da lei ricordati nella sua accorata risposta. Non difendo nessuno e torno a chiedere: cosa fare con i brigatisti attuali? Quale strategia? Al di là dell'affermare che le cose possono essere diverse da come sembrano. |
Anna Pizzuti - 09-11-2003 |
Nanni Moretti, in Palombella Rossa, faceva dire a Michele Apicella: “Se pensi male, parli male….” Mi torna sempre più in mente questa battuta oggi. In un periodo in cui i giochi che si fanno con le parole sono ancora più complessi e subdoli di quelli che si facevano in quegli anni. Allora era questione di sciatteria, di superficialità. Oggi di pericolo. Per la democrazia, appunto. Pensiamo solo all’ossessività con cui chiunque cerca di ragionare viene definito (bollato) con il termine “comunista”. Da comunista a terrorista il passo sarà brevissimo. Lo stiamo vedendo con L’Unità. Giornale killer, giornale omicida. E non mi sembra che ci si scandalizzi. In nome della democrazia. Se Aragno ci ricorda la nostra storia e si pone e ci pone delle domande, fa solo ed esclusivamente il suo mestiere di storico. Non a caso è proprio lo studio della storia ad essere uno degli altri obiettivi degli attuali democratici. E non potrebbe essere altrimenti, visto che si vuole far perdere di senso alle parole ed ai concetti che queste rappresentano. Io so bene cosa è stato il comunismo quando ha rinnegato se stesso ed anche cosa è stato il terrorismo e quali gli effetti delle sue pretese lotte. Ho vissuto e sofferto gli anni di piombo, sapendo che, assieme a tante vittime, sarebbe stata uccisa ogni forma di dissenso e tanti sarebbero stati ridotti al silenzio, come poi è avvenuto. Ora ho ancora più paura. |
Salvo Milani - 26-11-2003 |
Ciò che in primo luogo sorprende osservando il fenomeno terroristico è la sua dimensione, l'impiego di mezzi, le tecniche adottate e i "costi" (ogni kamikaze costa un patrimonio). C'è un supporto logistico e informativo notevole che lascia sospettare l'appoggio militare di qualche grande potenza. Questo è stato verificato nel corso della storia passata dove, ad esempio, gran parte dei "terroristi italiani" (Garibaldi e gli altri "martiri" del Risorgimento) godevano il pieno appoggio dell'Inghilterra. Il finanziamento della spedizione dei Mille costò all'Inghilterra un patrimonio. Non penso che le cose siano oggi molto diverse, nel senso che il terrorismo è solo un ordinario strumento della politica estera delle grandi potenze. Esso serve a destabilizzare delle aree di confine e nello stesso tempo a compattare l'opinione pubblica. Un tempo le grandi potenze che se ne servivano era due: gli Stati Uniti e l'URSS. Ma oggi l'URSS non c'è più! Chi ha orecchie da intendere, intenda... |