Brocca for President (?)
Vittorio Delmoro - 06-11-2003
Deciderete voi alla fine se togliere o lasciare l’interrogativo.

Mi riferisco infatti alla notizia di Tuttoscuola relativa ad un intervento di Beniamino Brocca al recentissimo convegno dell’UDC sulla scuola e in attesa che qualche anima buona possa reperire l’intervento stesso e metterlo in rete, mi arrischio ad un paio di interpretazioni.

La prima è squisitamente politica e tende ad accreditare l’UDC come il vero e unico referente, all’interno della maggioranza di centrodestra, di una vasta schiera di docenti moderati, ma decisamente scontenti della controriforma morattiana, nonché del sindacalismo cattolico della CISL; un bacino elettorale diffuso, seppure non grande, ma indispensabile a quel partito non solo per sopravvivere, ma anche per puntare a quel 10 per cento di voti che lo porrebbe stabilmente al centro del potere politico italiano.

La seconda è più prettamente scolastica e di veduta più ampia, volta a guardare anche oltre l’attuale maggioranza e gli attuali schieramenti, tutta tesa a non tagliare un filo, che seppure divenuto sottilissimo, lega ancora la politica scolastica dal dopoguerra ad oggi.

C’è infine una terza interpretazione, più personalistica e dunque meno interessante, secondo la quale l’intervento di Brocca prefigurerebbe un prossimo cambio di poltrona al ministero dell’istruzione, dove la tecnica Moratti sarebbe sostituita dal politico Buttiglione o addirittura dal Brocca stesso (se Buttiglione ottenesse una poltrona più prestigiosa); un’interpretazione un poco velleitaria, seppure con qualche fondamento; ma di questi tempi niente sembra impossibile…

In ogni caso il punto in discussione è che la controriforma morattiana così com’è non va del tutto bene : troppo aziendalistica, troppo decisionistica, troppo dirompente. E Brocca prova ad applicarvi dei correttivi : più coinvolgimento del mondo della scuola, più sperimentazione, meno intransigenze e soprattutto più tempo.

Con questo intervento Brocca si avvicina ai buonsensisti e prova a riparare il ponte troncato dalla Moratti; noi che stiamo sull’altra sponda abbiamo interesse a fornire attrezzi all’impresa brocchiana, oppure ci impegnamo a tagliare qualsiasi avances, fiduciosi della nostra forte compattezza, che si tradurrà fra qualche mese in una disfatta elettorale per tutto il centrodestra?

Una parola più chiara su questo la dirà senz’altro la manifestazione nazionale del 29; per l’intanto io suggerisco due parole d’ordine di un eventuale compromesso : niente tagli di organico e di ore di scuola e tutor flessibile.
Si tratta di due elementi che scompaginerebbero tutta quanta la controriforma, ma non definibili per ciò stesso estremistici; chissà che ne pensa Brocca (in attesa di leggere tutto il suo intervento).

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 Rolando A. Borzetti    - 06-11-2003
DAL CONVEGNO DELL'UDC DEL 30 OTTOBRE:
IL GOVERNO DOVRA' DARE LA PRIORITA' ALLA SCUOLA


30 ott. 2003
- Il sistema educativo deve essere considerato prioritario nelle politiche del Governo poiché "contribuisce in materia determinante alla maturazione di una coscienza democratica, al miglioramento della qualità della vita, alla crescita dell'economia e del benessere del Paese, all'incremento di una pacifica convivenza politica".
E' il messaggio forte emerso dal convegno che l'Udc ha dedicato al tema della scuola, alle scelte politiche per l'istruzione e la formazione.
Il forte impegno del partito è stato riassunto dal ministro delle politiche comunitarie, Rocco Buttiglione, in chiusura del suo intervento. "Noi vogliamo, dobbiamo essere il partito della scuola" ha detto aggiungendo: "parliamo di verifica anche perché vogliamo sapere quale è il livello di priorità che il Governo dà ai problemi della scuola, dell'università e della ricerca".
Molto ci si è soffermati sul processo di riforma della scuola e su quello che Luca Volontè, presidente del gruppo parlamentare dell'Udc alla Camera, ha definito "il salto di qualità della formazione". "Il doppio canale è l'elemento rivoluzionario della riforma Moratti" ha osservato Beniamino Brocca, ispiratore e relatore, negli anni, di molti progetti di riforma auspicando che sui temi dell'istruzione prevalga "la mediazione colta che è sempre una sintesi tra ideale e reale".
Brocca ha quindi sottolineato l'importanza della concertazione e del ruolo del Parlamento non trascurando la condizione della docenza "madre di tutte le preoccupazioni".
La necessità di mettere mano alle attuali politiche educative è stata enfatizzata dal ministro dell'Istruzione Letizia Moratti: "se non rivediamo le nostre politiche - ha ammonito - non riusciremo a raggiungere gli obiettivi di Lisbona". Il ministro ha quindi ribadito la necessità di rivalutare il capitale umano dell'Europa (il cui valore è attualmente la metà di quello Usa) e dell'Italia (più basso del 25% rispetto alla media europea). Moratti ha quindi posto l'accento sull'opportunità di politiche educative orientate alle esigenze della domanda. "Nei prossimi 10 anni in Europa - ha detto - ci saranno 20 milioni di nuovi posti di lavoro in settori tipici del canale prifessionale".

Newsletter del Gruppo UDC regione Lazio


 V.D.    - 07-11-2003
Qui qualcosa non quadra.

Prima di tutto i fatti.

Circa un mese fa, dopo la riuscita mobilitazione a difesa del tempo pieno e prolungato svoltasi in numerose città, il tavolo bolognese che aveva promosso l’iniziativa ha offerto un ulteriore appuntamento di carattere nazionale a tutte le scuole a tempo pieno e prolungato d’Italia proprio a Bologna per il 29 novembre.

Successivamente, dopo lo sciopero generale del 24 ottobre, le confederazioni sindacali hanno promosso pure loro una manifestazione nazionale a Roma in difesa della scuola pubblica per lo stesso 29 novembre.

Quando la notizia è uscita ho pensato ad un equivoco, oppure ad una scelta consapevole, in attesa di unificare le due iniziative.

Infatti al tavolo bolognese siede pure la CGIL, organizzazione che promuove la manifestazione romana; per cui era naturale prevedere che nel giro di qualche giorno la manifestazione bolognese sarebbe confluita in quella romana, presumibilmente molto più vasta ed incisiva.

Sono quindi rimasto qualche giorno in fiduciosa attesa di questa notizia, quando invece proprio oggi mi giunge un messaggio dal CESP bolognese che invita ad un incontro preparatorio in vista della manifestazione a Bologna del 29; mentre contemporaneamente viene messo in rete un volantino confederale per la manifestazione a Roma del 29.

Allora non capisco più niente e mi metto a formulare differenti ipotesi.

- I confederali hanno scelto la data (il luogo era ovvio!) senza sapere del precedente appuntamento bolognese;

- I confederali hanno fatto apposta a scegliere lo stesso giorno per fare un dispetto a una parte di loro stessi e agli altri più defilati a sinistra (COBAS);

- Il CESP bolognese è saldamente in mano ai COBAS che non vogliono saperne di mischiarsi con i confederali;

- Il CESP bolognese rivendica un diritto di primogenitura e non vuole lasciarselo scippare;

- CESP e confederali sono così stupidi da anteporre le proprie questioni interne ai desideri e alle aspettative di insegnanti, genitori, studenti e cittadini.

Non so a quale di queste ipotesi affidereste la vostra preferenza, ma avrete forse capito che io propendo per l’ultima, sempre che non giungano smentite sulla doppia manifestazione.

A questo punto che dire? E soprattutto, che fare?

Io ad esempio sono legato al tempo pieno e la natura mi condurrebbe a Bologna; ma la ragione mi dice che il vero scontro si giocherà a Roma, non tanto perché lì si trovi l’oggetto del nostro odio, quanto perché ancora una volta conteranno i numeri.

Qualcuno forse contesterà il fatto che 100 mila a Roma e 50 mila a Bologna sarebbe comunque uguale a 150 mila a Roma solamente; invece secondo me non è così; anzi, la manifestazione romana potrebbe essere indebolita dalla consorella bolognese e se dovesse diventare un flop (sotto le 100 mila persone), allora sì che la Moratti avrebbe buon gioco a dire e a fare quello che dice e fa (e anche di peggio!).

La scorsa primavera abbiamo sbraitato tanto per il fatto che nessuna organizzazione di massa riusciva a calendarizzare una manifestazione nazionale per la scuola, in mezzo alle emergenze della guerra; ed ora che finalmente la si fa, addirittura la si raddoppia? Troppa grazia…

Gli obiettivi delle due manifestazioni sono molto simili, quasi identici e non si capisce dunque per quali particolari motivi non debbano essere unificate.

L’avversario è uno solo, la controriforma morattiana e la politica governativa sulla scuola; i distinguo e le sottigliezze avranno il loro spazio e il loro tempo quando questo avversario sarà stato sconfitto; dunque cerchiamo tutti di rinsavire…