Frammenti di memoria
Grazia Perrone - 25-10-2003
Rileggendo, con più attenzione, la testimonianza di Armirio Wachbergher mi sono resa conto che contiene alcuni riferimenti indubbiamente interessanti per lo storico "navigato" ma che risultano poco comprensibili al grande pubblico.

Mi riferisco, in particolare, all’accenno al lager di Theresienstadt (più noto come Terezin) in Cecoslovacchia, e al “sonderkommando” ovvero la squadra speciale di detenuti, per lo più ebrei, obbligati a lavorare all’interno dei forni crematori e delle camere a gas.
Le note che seguono hanno lo scopo di colmare, in parte, la lacuna.





Il ghetto di Theresienstadt fu aperto dai nazisti il 24 novembre 1941, in Cecoslovacchia, all'interno di una fortezza del Settecento.
Durante i quattro anni della sua attività vi passarono 150.000 ebrei tra i quali non meno di 15mila i bambini [1] . Esso veniva usato come campo di internamento per coloro che erano destinati allo sterminio ad Auschwitz. Intorno al 1943 nel mondo cominciarono a circolare voci secondo le quali i nazisti stavano mandando gli ebrei nelle camere a gas, e che le condizioni di vita all'interno dei ghetti non permettevano la sopravvivenza. I nazisti, nel tentativo di contrastare questa verità, ricostruirono alcune parti del ghetto di Theresienstadt in modo che facessero da "vetrina", un tragico “spot” (diremmo oggi) ad uso e consumo della propaganda interna finalizzato - forse - a far tacere la “cattiva coscienza” occidentale (e della Chiesa?). Si piantarono aiuole di fiori. Furono costruiti negozi, scuole e un caffè. Quando venne in visita una commissione d'inchiesta della Croce Rossa internazionale, essa non visitò un ghetto tipico ma uno realizzato come fosse un ... "set" cinematografico. Nel 1944, poi, i nazisti vi realizzarono un documentario di propaganda [2]. In questo campo “anomalo”, infatti, funzionò (per un certo periodo) uno spaccio, una moneta, un servizio postale, un cabaret, un’orchestra, un ospedale, un panificio, un laboratorio artigianale e, persino, un consiglio presieduto da Jacob Edelstein. Ma dietro l’apparente facciata di, rispettabile, “normalità” (il Lager venne, addirittura, ridipinto e “umanizzato” in occasione della già citata visita compiuta da ispettori della Croce Rossa internazionale avvenuta nel luglio 1944) [3] i prigionieri vivevano in condizioni disumane, venivano severamente puniti per la più insignificante delle trasgressioni, sopravvivevano con meno di 800 calorie al giorno per essere, infine, avviati verso i forni crematori della vicina Auschwitz o di Treblinka. A Terezin viveva – nella medesima inumanità - una folta comunità di bambini che conservarono una parvenza di … educazione scolastica. La maggior parte dei testi, delle poesie, dei disegni, delle “opere” prodotte nei Lager proviene proprio da Terezin e sono state realizzate proprio da (o per) bambini e bambine. Una di queste è Brundibar [4] un’opera per voci bianche e orchestra divisa in due atti, sedici scene e rappresentata da dieci bambini solisti . Fu realizzata – tra il 1941 ed il 1944 – da un gruppo di musicisti ebrei internati tra cui Karel Barman, Pavel Haas, Gideon Klein, Zikmund Schul, Rudolf Karel, Viktor Ullmann, Hans Krasa.




“Brundibar” – riorchestrata da Hans Krasa su testi di Adolf Hoffmeister – fu rappresentata, per la prima volta, nel Lager di Terezin il 23 settembre 1943. Protagonisti furono i bambini di un orfanotrofio di Praga internati nel campo. Fu replicata – nello stesso Lager e sempre con bimbi diversi – 55 volte.





NOTE:

[1]
Ne sopravvissero solo 100.

[2] Quando il film fu terminato quasi tutti gli "attori" ebrei furono spediti a morire ad Auschwitz.

[3] Da quel campo – nel febbraio 1944 – 1200 internati furono espatriati – con un treno speciale messo a disposizione dai nazisti in accordo con la Croce Rossa Internazionale – in Svizzera. A testimoniarlo è Federica Spitzer che, all’epoca, era una bimba internata nel libro: “Anni perduti. Dal Lager verso la libertà” - Editore Dadò – Locarno 2000. Per quanto mi consta è l’unico successo ottenuto dalla Croce Rossa Internazionale.

[4] Di quest’opera musicale esiste anche una versione registrata (nel 1996) dal pianista Francesco Lotoro in collaborazione con l'Orchestra Judaica e con il coro Barbara Strozzi di Firenze.




interventi dello stesso autore  discussione chiusa  condividi pdf

 patrizia minella    - 26-10-2003
importante fare sapere al più gran numero di ragazzi come tutto possa avvenire, sotto un'apparenza di normalità. Mio padre era sempre mostrato alla croce rossa per far vedere come erano trattati bene i prigionieri ed è tornato ridotto ad un lumicino. Per dieci anni non ha detto nulla a noi figli. Teniamo viva la memoria. Patrizia Minella