This land is your land
Rolando A. Borzetti - 20-10-2003
Cambiamo la finanziaria:
le proposte di Sbilanciamoci per il 2004
Come usare la spesa pubblica per i diritti, la pace e l’ambiente:





«This land is your land» cantava Woody Guthrie. Questa terra è la tua terra. Parafrasandolo: questo Paese è il tuo Paese, questi soldi - spesi nella Finanziaria - sono i tuoi soldi, il futuro - che la Finanziaria disegna – è il tuo futuro.
Non è più tempo di esitare. Alle derive di un modello di sviluppo insensato, basato sulle ingiustizie globali e uno sfruttamento irresponsabile delle risorse naturali, si è aggiunta l’azione di una coalizione di governo che sta attaccando confusamente ma senza sosta le conquiste sociali degli ultimi 50 anni. La capacità produttiva, creativa, innovativa di un intero paese viene abbattuta da politiche economiche miopi o criminali. La ricchezza migra verso un dieci per cento di nababbi e lascia a terra tutti gli altri. Ai disoccupati si offre un lavoro sempre più precario, ai migranti espulsioni e cottimo, agli studenti competizione e incentivi a pagare per studiare.

Quadro apocalittico?

No, se si prova ad alzare la testa verso un orizzonte di cinque anni. I danni che questo modello di sviluppo e le politiche di questo governo stanno producendo all’Italia e agli italiani ancora non si toccano pienamente con mano solo perché ciò che viene smantellato ha una lunga storia e non è facile liberarsene con una spallata. Ma che queste siano le intenzioni non ci sono dubbi.
La proposta di legge Finanziaria per il 2004, e soprattutto i decreti ad essa collegati, compresa la riforma delle pensioni, non lasciano incertezza in proposito. Non c’è più posto per la solidarietà fiscale, ma solo per la beneficenza. Nessuna speranza per la cooperazione internazionale e le politiche di pace, sì alle avventate missioni a sostegno delle guerre di Bush. Basta con tutti i vincoli ambientali e spazio all’urbanistica fai da te. Insomma niente strategie per il futuro ma solo una grezza e primitiva visione darwinista del mondo.

In questo contesto cosa si può fare?

Occorre riappropriarsi degli spazi della politica, lì dove le decisioni vengono discusse e le scelte fatte. A partire però dall’impegno di ciascuno di noi, che comunicando con amici, colleghi, conoscenti può iniziare a scalfire il muro culturale che si va creando.
Ecco dunque il senso del libretto che hai fra le mani. Non si tratta semplicemente di un rapporto scientifico o tecnico. E neanche di un programma politico. E’ uno strumento di conoscenza e - dunque - di mobilitazione.


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 ilaria ricciotti    - 20-10-2003
Come sempre, caro Rolando sei concreto, eddicace e propositivo. Stai attento che non ti ingaggi qualche politico che non certo ti merita!
Tuttavia non riesco a leggere questo libretto. Come mai?