Pensioni: Tremonti ed i figli di un Dio Minore
Antonio Cucciniello - 18-10-2003
Sono un insegnante molto vicino (?) alla pensione, che ha la fortuna di non essere ancora "scoppiato" (colpito da "Burnout Syndrome" o almeno, per il fatto di essere solo camomilla-dipendente, io penso) e di non appartenere alla "generazione Tremonti" come acutamente e tristemente, su "La Repubblica" del 30 settembre, Federico Rampini caratterizzava la sua "generazione" cioè quella parte dei lavoratori vicini alla pensione e che vengono penalizzati dalla riforma.
Dovrei essere felice per essere stato "risparmiato", per il momento, dai generosi Ministri del Governo e per il fatto che riesco ancora, nonostante l'età, le pseudoriforme e le sempre maggiori difficoltà del fare scuola, a trovare motivazioni per il lavoro quotidiano con dei ragazzi che, come rivelano recenti indagini, considerano gli insegnanti insensibili, poco comunicativi, indifferenti ai loro problemi ma, soprattutto, trasandati nel vestire ( sic ! Forse nel prossimo contratto ........).

In merito alle pensioni, non posso non solidarizzare con coloro che sono costretti a scioperare contro una riforma:
  • che fino a pochi mesi fa non sembrava necessaria a molti esponenti del Governo;
  • che non modifica, per i giovani lavoratori, lo scenario di pensioni da "fame";
  • che non tocca i privilegi dei parlamentari, dei consiglieri regionali, dei dipendenti della Banca d'Italia, della Regione Sicilia (se non sbaglio, si può andare in pensione con soli 25 anni di contributi), ecc.;
  • che tratta come figli di un Dio Minore i lavoratori che hanno la sfortuna di compiere 57 anni non il 31 dicembre 2007 ma già nel gennaio del 2008 e che mette in evidenza la lontananza di "lor signori" dai problemi e dai "sogni", sì anche dai sogni, di coloro che sono abbastanza vicini alla pensione.

Non solo, ma queste persone sono beffate due volte perchè pagheranno con le loro tasse gli incentivi, per restare al lavoro, a me ed agli altri "figli di un Dio Maggiore".
E, questa, sarebbe, come sbandiera ai quattro venti l'ineffabile Maroni, una riforma equa e giusta? Qualche esperto linguista dovrebbe spiegarGli il corretto significato delle parole equità e giustizia !
Certo, un intervento correttivo della Riforma Dini andava fatto ma, sia per il metodo che per i contenuti, questa rifoma a me pare una controriforma che aggrava il clima sociale del Paese scatenando rivendicazioni, anche fortemente corporative, da parte dei lavoratori.

Pur sapendo che, per un cittadino qualsiasi, gli spazi partecipativi, sono ormai ridotti al lumicino ma essendo libero dai condizionamenti e dai tatticismi che derivano dall'appartenenza a partiti e/o a sindacati, mi permetto (come riformista convinto, non certo da estremista o massimalista), di dare dei suggerimenti di parte, certo, ma credo di buon senso.

Farebbero bene, quindi:
  • I politici del Centrodestra, più sensibili alle tematiche dei lavoratori, tutti e non solo quelli del Nord, a premere su Berlusconi e Tremonti per apportare serie modifiche al loro progetto (gradualità, dal 2008 al 2018, dell'innalzamento a 40 anni per preparare, anche psicologicamente, i lavoratori al cambiamento; contributivo per tutti e per gli anni che separano dal pensionamento; sviluppo veloce dei fondi pensione; eliminazione totale dei trattamenti pensionistici privilegiati), indipendentemente dalla posizione dei sindacati e senza ricatti;
  • quelli di Centrosinistra a formalizzare un loro piano pensionistico, a contrastare le eventuali aperture del Governo per una gradualità fasulla (ad esempio, dal 2006 al 2010) ed a presentare, nella discussione parlamentare, emendamenti significativi; inoltre, nel caso in cui non si riuscisse a modificare il progetto del Governo, dovrebbero promettere agli Italiani, in caso di vittoria elettorale nel 2006, una nuova riforma o quantomeno la correzione delle macroscopiche ingiustizie di quella approvata dal Parlamento (gradualità, ecc.);
  • i Sindacati, Confederali ed Autonomi, non solo ad organizzare, per una lotta che si preannuncia lunga e difficile, legittimi scioperi e manifestazioni, ma a predisporre anche un progetto pensionistico alternativo più giusto e più equo (oggi, i lavoratori sono preoccupati che gli scioperi diventino solo dei rituali per testimoniare un disagio e non per ottenere anche dei risultati positivi; in questo senso, nel caso in cui il progetto governativo dovesse essere approvato senza importanti modifiche, i dirigenti sindacali dovrebbero chiedere ai maggiori responsabili dei partiti di opposizione l' impegno formale, una volta al Governo, a cambiarlo).

Ma anche per i Sindacati della scuola, alla luce dei risultati di diverse indagini sulla condizione dei docenti, sull'aumento delle domande di inabilità dal lavoro per psicopatie, sulle loro malattie psicosomatiche (al di là di esasperazioni giornalistiche del tipo: il prof. è scoppiato, stressato e quasi pazzo), credo che si ponga la questione di far riflettere tutti sulla gravosità e sulla problematicità del lavoro dei docenti perchè il binomio mancanza di motivazione da "stress" - invecchiamento eccessivo dei docenti rischia di ripercuotersi molto negativamente sulla qualità del lavoro e ciò dovrebbe riguardare non solo i Dirigenti Scolastici ma soprattutto il Ministro dell' Istruzione, le famiglie, i giovani, la pubblica opinione.
Non penso, quindi, che sia fuori luogo chiedere l'inserimento del lavoro docente tra i lavori usuranti o quantomeno contrattare, per i docenti più anziani, una significativa riduzione dell'orario frontale con i ragazzi ed il loro utilizzo, come avviene anche in altri paesi europei, in attività di organizzazione scolastica e di supporto per piccoli gruppi di alunni, per gli altri docenti, in cui anche l'esperienza accumulata possa risultare utile e preziosa.

P.S. Penso che il Presidente del Consiglio abbia commesso un errore quando, dalla televisione di stato, ha parlato agli Italiani delle pensioni , anzichè scusarsi per i disagi dei cittadini a causa del black- out energetico di qualche giorno prima; prossimamente, per chiarire ancora meglio il Suo pensiero, commetterà un secondo e più grave errore perchè spedirà, anche a spese dei contribuenti che non condividono le Sue opinioni e le Sue azioni, milioni di lettere sullo stesso tema.
Credo che se, come suggerito tempestivamente in questa rubrica, le rispedissimo, con garbate motivazioni, all'autorevole Mittente, Egli, forse, potrebbe capire che il nostro Paese non è ancora una "Repubblica delle banane" .

Un insegnante di scuola media

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 Tardonato    - 19-10-2003
Complimenti, più chiaro di così non si potrebbe dire.
Il cittadino-sovrano dello Stato Italiano ha ben chiaro che i suoi rappresentanti stanno dimostrando di non voler seriamente risolvere un problema (o forse non lo sanno fare).
Di fronte a tante proposte di verifica delle capacità professionali di questa o quella professione, perchè non dovrebbero sostenere un esame di idoneità e competenze i politici?...
forse avremmo un Parlamento ridotto...