Il Manifesto - 03-10-2003 |
Il senato approva la proposta di trasformare il 9 novembre, anniversario della caduta del muro di Berlino, in «giorno della libertà». Sarà la «giornata dell'anticomunismo», contrapposta al 25 aprile Esattamente due mesi fa, il 31 luglio scorso, la legge presentata dal senatore forzista Sergio Travaglia aveva provocato proteste e opposizione dura. Ieri è passata senza colpo ferire, senza che nessun senatore denunciasse il colpo di mano. Complice un'agenda fitta di discussioni importanti, prima l'esposizione della finanziaria, poi la ripresa del dibattito sulla procreazione assistita, l'assemblea di palazzo Madama ha trasformato il 9 novembre in «giorno della libertà». Una giornata di celebrazioni nelle piazze e nelle scuole, con tanto di dibattitti e cerimonie più o meno fastose per ricordare la caduta del muro di Berlino. Niente paura, assicura il firmatario del ddl, comprensibilmente soddisfatto. Non si tratterà, come potrebbero credere i malpensanti, della giornata nazionale dell'anticomunismo. Non sarà, come certo temono i sospettosi, di una festa nazionale da contrapporre a quella antica e desueta del 25 aprile. Pur «prendendo spunto dalla caduta del muro, garantisce il senatore Travaglia, ogni nove novembre condanneremo puntualmente «tutte le forme di totalitarismo che hanno funestato il XX secolo», nonché «i totalitarismi ancora in vita». Già che ci si trova Travaglia butta là un paio d'esempi, tanto per chiarire che genere di giornata ci aspetterà dopo che la camera avrà confermato il sì pronunciato ieri dal senato. «La celebrazione - spiega - consentirà di ricordare anche le realtà legate al totalitarismo finora escluse da ogni commemorazione, come ad esempio i martiri delle foibe istriane o le vittime della persecuzione antisemita nell'Unione sovietica». Il traguardo lo ha già illustrato con dovizia di particolari Silvio Berlusconi: una riscrittura metodica della storia che accomunerà senza distinzione alcuna il comunismo e il nazismo, lasciando però fuori il fascismo che, lo sanno tutti, non si può definire un vero totalistarismo. Tutt'alpiù spediva gli oppositori in vacanza al confino. Il bello, ricorda l'ex sindaco di Bologna Walter Vitali, è che «neppure la Germania celebra il 9 novembre 1989, giorno della caduta del muro, ma la data della riunificazione tra le due Germanie». La caduta del muro, prosegue Vitali, «significa per noi la fine della divisione dell'Europa in blocchi: per questo avevamo proposto di coinvolgere tutti i paesi europei nella giornata». Proposta respinta. Quel che interessa alla Cdl, e in particolare a Forza Italia, è inaugurare, come segnala ancora Vitali, «non il gorno della libertà ma il giorno dell'anticomunismo». Obiettivo sul quale persino gli alleati del premier (Lega esclusa) sono scettici. Resta indimenticabile l'espressione insieme sorpresa, allibita e contrariata di Gianfranco Fini quando, al congresso di An di Verona, il potente alleato fece piovere su delegati e spettatori, senza peritarsi di avvertire l'ospite, una valanga di copie del Libro nero del comunismo. Fini, ignaro, aveva appena finito di dire che era tempo di seppellire il passato e di cosegnare alla storia le divisioni di allora. Berlusconi si limitò a smentirlo come se nulla fosse: giusto consegnare al passato l'antifascismo, non certo però l'anticomunismo. Avanti con i neri libroni. E' una linea di condotta che l'attuale capo del govrno italiano non ha mai abbandonato, e, pur senza mai confessarla apertamente, ha perseguito coscienziosamente sin da quando si è installato per la seconda volta a palazzo Chigi, nel 2001. Il cavaliere ha puntualmente disertato le celebrazioni del 25 aprile al Quirinale adducendo le scuse più risibili, senza temere lo sgarbo ai danni del capo dello stato. Un segnale preciso, giustamente interpretato come l'ordine di lanciarsi all'arrembaggio della memoria storica della vecchia Italia, nata dalla Resistenza. Il segnale è stato colto, l'ordine è in via d'esecuzione. Dalla proposizione di un tema sugli orrori totalitari del comunismo nell'ultimo esame di maturità al taglio dei fondi per gli istituti storici della Resistenza, dalla isitituzione di un premio in Rai intitolato a Giorgio Almirante alla richiesta pressante, avanzata dal governatore del lazio Storace, di «revisionare» i libri di storia, gli episodi si sono moltiplicati negli ultimi due anni. Fino alla clamorosa assoluzione di Mussolini nella nota intervista di Berlusconi a The Spectator. In mezzo, la conferenza di Ernst Nolte al senato della repubblica, raffiche quasi quotidiane contro la resistenza «comunista» da parte dei forzisti d'assalto, capitanati dall'immancabile Sandro Bondi, trasmissioni tv a raffica sui martiri delle foibe. Ed è solo la punta dell'iceberg, la carica contro il 25 aprile è stata quest'anno forsennata. Il prossimo sarà anche peggio. ANDREA COLOMBO ROMA |
ilaria ricciotti - 03-10-2003 |
Berlino, un muro griffato. Berlino, un muro colorato. Berlino, un muro abbattuto. Berlino, un muro: la fine di un'epoca, la caduta di un regime rosso vermiglio. Berlino, città di libertà, di sogni proibiti. Berlino, città di speranze, giovani e vecchie. Brandeburgo, città dell'orrore, città di concentramento, città di sterminio, città di genocidi, città di crudeli atrocità, città di negazione della dignità di essere uomini. Brandeburgo, città di Mein Kampf, città di epurazioni, città di persecuzione, città di lager, città di aquile, città di croci nere uncinate. Due città: due ideologie, due dittature: una rossa una nera. Commemorarne soltanto una, significherebbe non accettare gli orrori dell'altra. Il Liberty Day di entrambe dovrebbe essere un atto di Giustizia, dovrebbe essere un atto della Memoria, che non invecchia: per non DIMENTICARE gli orrori di tutte le guerre... che certi uomini piccini hanno voluto e vogliono provocare. Le guerre della mente e del cuore, le guerre degli spazi, le guerre del potere dove non esiste nè Giustizia, nè tantomeno Amore. Pertanto cari governanti, se si ragiona a senso unico... non si va proprio avanti. Il 27 gennaio è il giorno della Memoria, di tutte le Memorie... il giorno della Nostra e dell'altrui Storia. |