breve di cronaca
Babbo Natale cacciato dalla scuola
La Stampa - 17-12-2001
COMO, IL SINDACO SI ERA TRAVESTITO PER DISTRIBUIRE I REGALI

Le maestre non hanno gradito l´iniziativa e l´hanno respinto: «Violata la tradizione

di Mario Cavallanti
COMO - Non è facile essere buoni sotto le feste. Ne sa qualcosa il sindaco di Drezzo, paesino di mille abitanti al confine Italia-Svizzera, con la sua scuola elementare che ieri, al primo cittadino, ha chiuso la porta in faccia. Si era travestito da Babbo Natale per consegnare i doni ai figli dei suoi possibili elettori, ma l´iniziativa non sarebbe stata gradita dalle maestre, pare per non urtare la sensibilità dei piccoli alunni musulmani. Così almeno risulta a Lorenzo Canepa, il sindaco leghista, che a vederlo sembra Santa Claus per davvero: mancano le braghe rosse, ma barba bianca e «phisique du role» già li possiede. «Alcune mamme - racconta - mi avevano invitato a prendere parte alla festa dell´amicizia. Sono arrivato attorno alle 11 con un cesto di delicatessen. Altre mamme, però, mi sono venute incontro e mi hanno pregato di non partecipare alla festa». In sostanza, un invito a fare dietrofront. «Mi hanno spiegato che le maestre non gradivano la presenza di Babbo Natale - tuona - e me ne sono andato con calma per non rovinare la festa ai bambini, che certo di colpe per questa storia non ne hanno». E´ sicuro che c'entri l'Islam, o quanto pensano dell'Islam le maestre? «Credo che le maestre non abbiano voluto turbare la sensibilità di alcuni alunni di religione islamica». Opinione confermata dal vicesindaco, al quale alcune mamme avrebbero riferito il pensiero espresso ieri dalle maestre. Babbo Natale, secondo le insegnanti, sarebbe «politicamente scorretto». Non poteva mancare l´interrogazione parlamentare: «Ora sono determinato - tuona il sindaco -. Voglio chiarire la vicenda e portarla in Parlamento. Alcuni senatori della Lega si stanno interessando alla vicenda che porteranno nelle aule del Senato, mentre i consiglieri provinciali, probabilmente, porranno il problema in occasione del consiglio provinciale di lunedì». Se si pensa che solo pochi mesi fa due operai ghanesi che lavorano in paese hanno scelto il sindaco come padrino di due gemellini, per ringraziarlo dell´ospitalità ottenuta a Drezzo, si capisce il motivo per cui è ancora più arrabbiato: «Dovrei star fermo, mentre qualcuno vìola una tradizione così profonda e radicata per la nostra zona? Un simbolo, peraltro, nient´affatto legato alla religione?». Il primo cittadino invierà quindi una lettera al dirigente scolastico, Ariberto Bareggi, invocando un´assemblea chiarificatrice. Il dirigente chiarisce che lo stop a Santa Claus non è partito da lui: «Non so nulla di quanto accaduto, posso solo dire che la festa si è svolta regolarmente e nella massima serenità». Ma Canepa non demorde: «E allora mi spieghino perché, alla festa dell´amicizia, non si è voluto accogliere Babbo Natale». Le maestre, ancora ieri, erano introvabili. Per la scuola (che è la sezione saccata di Paré) ha parlato solo una rappresentante di classe, Liviana Marcoccia, che si è detta «preoccupata che la vicenda possa essere strumentalizzata a danno dei bambini», aggiungendo che «verrà convocato un consiglio interclasse straordinario per esaminare la vicenda sotto tutti gli aspetti». Intanto, dal mondo della piccola scuola di confine filtra la precisazione che il carattere «laico» della festa dell´amicizia era stato concordato nel corso di un´apposita riunione: consapevoli che tra i cinque bambini musulmani della scuola c´è qualcuno che frequenta l´oratorio, genitori e insegnanti avevano scelto una lista di brani da far cantare ai piccoli alunni, facendo attenzione a pescarli tra quelli della tradizione ma senza connotati «confessionali». Un lavoro certosino, insomma. Come dire che il sindaco di Drezzo, che con la sua improvvisata, avrebbe sia pur involontariamente violato i dettati di una meditata quanto democratica deliberazione collettiva.

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