Il progetto sulla valutazione dell'istruzione per il 2002-2003
Bene alle elementari, i problemi cominciano alle medie e alle superiori sono dolori. Preoccupa il dato di istituti professionali
ROMA - Bravi ma non si applicano, potrebbero fare di più. La litania che di solito ripetono i professori ai genitori durante i colloqui, è più o meno quanto emerge dal secondo progetto-pilota sulla valutazione dell'istruzione per l'anno scolastico 2002-2003 i cui risultati sono stati presentati mercoledì in una conferenza stampa dal ministro dell'Istruzione Letizia Moratti.
Gli studenti se la cavano alle elementari, ma già alle medie cominciano i primi problemi e alle superiori sono dolori. I risultati di chi ha optato per l'istruzione classica sono i migliori, mentre appare molto critica, soprattutto in italiano e matematica, la preparazione dei ragazzi che frequentano gli istituti professionali. Le materie più ostiche rimangono per tutti la grammatica e la geometria.
IL PROGETTO - Il secondo progetto-pilota è stato compiuto su un campione nazionale di riferimento con validità statistica al quale hanno partecipato 7.630 scuole (poco meno del 50% di quelle esistenti), delle quali il 92% statali e le restanti paritarie. Sono stati valutati 1.033.345 studenti (di quarta elementare, prima media, prima e terza superiore) con la collaborazione di oltre 150 mila docenti. Tra il primo e il secondo progetto è più che triplicato il numero dei partecipanti mentre il costo per allievo è rimasto più o meno costante: da 2,5 euro per allievo a 2,7. Il campione probabilistico (oltre 18 mila studenti) nelle prove di apprendimento (una serie di quesiti relativi a italiano, matematica e scienze accompagnati da risposte chiuse tra le quali scegliere) ha dato risultati omogenei sia per area geografica sia per genere.
RISULTATI NON INCORAGGIANTI - A tutti i livelli scolastici si riscontrano grandi problemi con la grammatica e con l'analisi logica; per l'italiano emergono maggiori difficoltà nella comprensione dei brani informativi rispetto a quelli narrativi; per la matematica la conoscenza della geometria lascia molto a desiderare rispetto alle capacità di calcolo mentre per le scienze i ragazzi mostrano di saperne abbastanza su esseri viventi in generale e assai meno sull'uomo e l'ambiente. Anche nel resto dell'Europa, però, come ha sottolineato il ministro Moratti, gli studenti sono «deboli» nelle materie scientifiche. Per quanto riguarda le elementari i risultati sono in assoluto i migliori con percentuali di risposte esatte del 65% in italiano, del 71% in matematica e del 69% per le scienze. Nella scuola media questi valori scendono al 56% per l'italiano, al 52% per la matematica e al 60% per le scienze. Alle superiori i risultati dell'istruzione classica sono i migliori (si attestano tra il 63% e il 50%), soprattutto in italiano e scienze. Quelli dell'istruzione artistica e tecnica si attestano tra il 59% e il 41% mentre molto grave appare la situazione degli istituti professionali dove in italiano e matematica le risposte esatte oscillano tra il 38 e il 29%.
redazione - 26-09-2003
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«Ma i ragazzi che ho incontrato hanno un talento per la poesia»
Che ne dice, professore? «Per la verità io me ne sono andato dalla scuola convinto che fra i ragazzi ci fosse un talento e un bisogno trascurato di avvicinarsi ai testi poetici, semmai era più difficile insegnare il senso della prospettiva storica...». Lo scrittore Domenico Starnone, premio Strega con Via Gemito (Feltrinelli), ha insegnato lettere per trent’anni e dedicato alla scuola libri di successo come Ex cattedra e Sottobanco . Ridacchia amaro: «Si occupano della geometria e non hanno i soldi per tenere in piedi la scuola pubblica, ma si può?».
Non è un problema?
«Non è che non esistano problemi di contenuto degli insegnamenti, i docenti lavorano ogni giorno per risolverli, però andrebbero discussi in una scuola in grado di porseli seriamente, dove non ci siano 30 studenti per classe, professori sottopagati o la difficoltà di comprare i gessetti».
Quindi?
«Si può ragionare sull’analisi logica e i metodi di insegnamento, ma pensando assieme alla necessità di spendere per una buona scuola pubblica. E poi stiamo attenti ai luoghi comuni: si sgobba molto più di quanto si pensi, insegnanti e studenti, se spesso appare una fatica vana è perché lo si fa in condizioni difficili».
Domenico Starnone dal Corriere della Sera del 25 settembre 2003
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Gianni Mereghetti - 27-09-2003
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Per quanto ho visto nella mia scuola, ho i miei dubbi sulla validità dell’’indagine compiuta da un gruppo di lavoro del Ministero, secondo la quale gli studenti italiani avrebbero una preparazione insufficiente in italiano e matematica.
Anche se la valutazione fosse corrispondente alla realtà mi permetto comunque far presente che gli studenti che mi trovo davanti ogni mattina hanno un grande desiderio di conoscere ed imparare.
Al massimo quindi saremmo noi insegnanti a dover essere bocciati, ma lo strumento del test, così freddo e formale, è proprio quello adatto a valutare i risultati di un lavoro che ha il suo perno sul rapporto educativo?
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anna paola - 27-09-2003
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I test erano ridicoli. si vorrebbe diffondere come modello per tutta la scuola i professionali ( dai moduli in su ), poi i i risultati si vedono !
La grammatica non si vuole far studiare più , poi ci stupiamo se non si sa ! Si vuole abbassare il livello della scuola con tutti questi cambiamenti , progetti e progettini che non servono a nulla e quindi siamo al punto che abbiamo voluto |