La lavagna della pace
chi vuole... - 01-10-2003

21 settembre 2003
Giornata Internazionale della Pace
...a scuola è successo...

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Dalla scuola elementare di Telgate
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Oggi, vigilia del giorno in cui dappertutto le armi dovranno tacere, abbiamo cambiato la bandiera arcobaleno sul muro alto della scuola, perchè in tanti mesi i colori si erano sbiaditi. Ne abbiamo messo una nuova e brillante.
Poi nelle nostre classi abbiamo letto storie che ci hanno fatto pensare:




canticchiato filastrocche


e inventato poesie come questa che si intitola:


LA PACE

Con i miei occhi ho visto la guerra
facce infelici e facce di odio
per mare e per terra
per colpa di certe genti
muoiono persone innocenti
senza casa e con molto dolore
senza più niente
da tenere nel cuore

E pensare che basta poco
basta solo un piccolo gesto
un gesto di pace un gesto di amore
per avere amici
amici da amare con tutto il cuore.
Facciamo la pace
insieme costruiamo un cammino
per un mondo felice
un mondo dove non esiste la guerra
esiste solo la pace infinita
Una pace che non finirà mai
senza differenza di colori
una pace in tutti i cuori
un mondo senza brutti colori di guerra
Costruiamo un mondo di pace
un mondo felice
facciamo un girotondo
per fare la pace in tutto il mondo


giocato alla pace con i disegni e le parole:



...e tutto questo non è che un assaggio!





Dall' IPSC EINAUDI di Sora
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I gessetti sono state le citazioni – alcune – dei maestri della non violenza. Glieli ho dati ed ecco come li hanno usati.
Da insegnante faccio il possibile per evitare retorica e banalizzazioni, ma credo che la banalità del bene non sia mai troppa. (AP)


I due Luca definiscono stupidi quelli che considerano una persona basandosi sul colore della pelle e non per le sue qualità. Pochi si preoccupano di come sono dentro, le persone – scrive Valentina. E Irene si chiede perché consideriamo inferiori le persone che non hanno la nostra stessa storia.




Roberta e Stefania aggiungono: “ Si è lottato molto per l’uguaglianza tra tutti gli uomini e tutte le donne, ma non si è ancora riusciti ad eliminare le discriminazioni. Sembra che tutto ciò che in passato si è fatto, non sia servito a nulla”. “ Se qualcuno dà un lavoro a uomini e donne straniere, lo fa per sfruttarli, perché può pagarli poco”dice Cinzia. Ma Rosina è convinta che in un mondo in cui tutti fossero dello stesso colore e con le stesse idee, la vita sarebbe molto monotona.




Costantino collega il concetto di uguaglianza alla speranza di pace: “ Nella società del presente e del futuro gli uomini debbono essere giudicati non dal colore della pelle, ma dalle loro qualità individuali e da questo nasce la convivenza tra i popoli

A partire dal pensiero di Simone Weil Annalisa trova bella l’armonia che dall’uguaglianza si genera, e Daniela la sente come un bisogno dell’anima, ma hanno paura dell’odio, dell’orgoglio del disprezzo reciproco che contraddistinguono tanti comportamenti.




Serena e Giulio scrivono su Gandhi: “ Noi pensavamo che l’arma più potente fosse la violenza – scrivono – invece Gandhi ci ha fatto capire quanto ci sbagliavamo
.

Giovanna e Romina, condividono il punto di vista di Willy Brandt: ” Come lui, pensiamo che per arrivare alla pace bisogna passare attraverso la giustizia e dividere e equamente le risorse” Ed anche a Chiara fa piacere che: “ tutte le persone abbiano le ricchezze per vivere



Anna, Giada e Giovanna, infine, leggono Capitini e scrivono: “ Siamo pienamente d’accordo con Aldo Capitini quando afferma che troppe nefandezze sono oggi compiute. Basti pensare alle guerre che stanno sconvolgendo la vita di migliaia di persone. Ed è anche vero che gli uomini sono considerati come cose, che ucciderli è un rumore, un oggetto caduto. Leggendo queste parole abbiamo ripensato a Primo Levi che si chiede “se questo è un uomo”, a anche ad Amina. Per non parlare dei bambini, dei soldati, degli uomini e donne che in Iraq sono ridotti a cose dai potenti che giocano con la loro vita”.




Io non penso che l’essenziale sia scegliere una di queste frasi. Più le leggevo, più le confrontavo, più capivo che Gandhi, Simone Weil, Luther King, Brandt non desideravano altro che regare una parola all’umanità, una parola in grado di far scomparire guerra, violenza, discriminazione, ipocrisia, malvagità e all’infinito…. Questa parola è AMORE.


In classe, davanti alla professoressa, ho avuto una discussione con un mio compagno che affermava che l’unica forma di razzismo è quella rivolta contro i neri. Io non ero d’accordo, ho cercato di spiegare, ma come al solito, sono stata fraintesa. Sembrava quasi che per me il razzismo non esista più. E invece avrei voluto dire che sì, certo, l’odio contro i neri esiste, ma guardiamoci intorno. Guardiamo le scritte neonaziste sui muri delle case, delle scuole, sui ponti, guardiamo gli striscioni negli stadi, che invitano alla violenza (meno calcio, più calci). Ci sono episodi di disprezzo nei confronti degli immigrati, certo, ma anche nei confronti di tutti i diversi (cosiddetti): omosessuali, drogati, sieropositivi, barboni e all’infinito… Cosìè questo, se non razzismo?
Mi capita spesso, durante la notte, di ascoltare la radio fino a tardi…. Tra le voci che arrivano da chissà dove, anche quelle dei superstiti della Shoa, lo sterminio programmato verso persone colpevoli soltanto di esistere. Un tempo toccava a loro, oggi sono gli immigrati i colpevoli di tutti i mali.

Penso che per combattere le ideologie violente e disumane è necessario in primo luogo non dimenticare la storia, perché una società che perde il “filo della memoria” come dice Nirenstein, perde anche la coscienza di se stessa.

Sembra quasi che un vento di follia soffi sulle nazioni.

Allora io oggi, vento, io ragazzina testarda e fantasiosa, non chiedo il permesso a te di potermi esprimere e non mi preoccupo se qualcuno mi ascolta o no, quando parlo. Lo faccio e basta. Chiedo una tregua. Ne abbiamo tanto bisogno. Intorno ad un tavolo, vorrei dividre i sogni con uomini e donne di tutte le razze e religioni e, insieme a loro, dare l’esempio a tutta l’umanità. Un esempio di pace e di amore
". Sabrina





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 Vitanoprofit    - 01-10-2003
Marcia della Pace: I frati invitano la maggioranza, l'Udc pone le sue condizioni
di Paul Ricard
"Niente bandiere rosse e Flavio lotti a casa", dice il senatore Maurizio Ronconi

I francescani del Sacro Convento di Assisi invitano gli esponenti del centrodestra alla marcia Perugia-Assisi, per superare le divisioni ''sotto la comune bandiera della pace''; l' Udc accoglie l' invito ma pone alcune condizioni, come la presenza di bandiere dell' Onu e non di ''bandiere di parte''. ''Francesco e' uomo di incontro e non di scontro'', ha detto il portavoce del Sacro Convento, padre Enzo Fortunato, rivelando di aver avuto colloqui con esponenti del centrodestra che ''hanno dato la loro disponibilita' a partecipare alla marcia''.
''La posizione dell' Udc, confrontata e condivisa col segretario, Marco Follini - ha detto il senatore Maurizio Ronconi, oggi pomeriggio in una conferenza stampa ad Assisi - e' quella di aderire all' invito del Sacro Convento a partecipare alla marcia Perugia-Assisi, ma a determinate condizioni. Non deve essere piu' una marcia di parte con la presenza di bandiere di parte (rosse o di 'Che Guevara'), ma soltanto con le bandiere dell' Onu''. Il senatore dell' Udc ha anche sottolineato che ''se si cambia registro'' la marcia della pace non puo' piu' essere organizzata dalla Tavola della pace, ''che e' di parte'', ma ci deve essere un organismo ''pluralista, che rappresenti tutte le istanze ideologiche e ideali presenti nel nostro paese. Se ci deve essere una svolta va inoltre cambiato il portavoce della Tavola della pace, Flavio Lotti''. Il Comune di Assisi, retto da una maggioranza di centrodestra, aveva annunciato nei giorni scorsi di non aderire alla prossima marcia della pace, in programma il 12 ottobre prossimo.