ilaria ricciotti - 18-08-2003 |
L'Europa che in molti vogliamo è quella in cui ci si stringe la mano, è quella senza confini e steccati in cui tutti si sentano amati, è l'Europa del cuore e non della sola ragione in cui si discutono solo le sorti del riccone. L'Europa che in molti vogliamo è quella in cui anche ai barboni pensiamo, è quella dove gli immigrati vengano accolti e non cacciati, è quella in cui attorno al tavolo rotondo si pensi a ristabilire gli equilibri di questo mondo, è quella in cui chi comanda non è il più forte, ma coloro che lasceranno aperte le loro porte, L'Europa che vogliamo non è quella dei dazi doganali nè quella di chi lancerà invettive e quotidiani strali. L'Europa che vogliamo è quella della solidarietà tra tutti quanti è quella dove i separatismi verranno gettati con i guanti, è quella voluta dai nostri padri e da noi che ci crediamo, questa è l'Europa dai mille colori che tanto amiamo . |
Andrea Di Nicola - 06-09-2003 |
Manifestazione riuscita. Bloccati sul nascere accenni di violenza Sindacato e Disobbedienti respingono alcuni "black block" Riva del Garda, corteo pacifico parte l'autunno "no global" Da Cancun, a Roma, fino a Parigi e Miami, gli appuntamenti del "movimento dei movimenti" contro la globalizzazione RIVA DEL GARDA - Sereno, tranquillo, radicale, il movimento dei movimenti ha iniziato le mobilitazioni di autunno cogliendo un successo. Ventimila persone in corteo a Riva del Garda "in un periodo, primi di settembre, in cui nemmeno nel '68 si sono fatte manifestazioni", sottolinea Piero Bernocchi antico leader dei Cobas, nessun incidente ed anche uno stop fermo, deciso ad un gruppo di black bloc che ad inizio mattinata aveva provato a mettere in mostra la solita manfrina fatta di cappucci neri, fazzoletti neri a coprire il volto e che sono stati bloccati, fisicamente, dai Disobbedienti e da militanti di Attac quando hanno cercato di prendere dei mattoni da un cantiere. Il corteo, da Arco alla Baltera, è stato lungo, colorato, silenzioso, come al solito fantasioso. Il no al Wto, il no alla guerra, la richiesta di un'Europa sociale è stata gridata in mille modi dai camion dei Disobbedienti e dagli striscioni di Lilliput, dai gruppi non violenti che hanno inscenato una parodia di spot pubblicitario su una nuova acqua chiamata App, Acqua pubblica privatizzata, costosissima e, nella finzione, difesa da guardie armate dai poveri del mondo che la volevano bere gratuitamente. Un'amara parodia di cosa potrebbe succedere se le politiche di privatizzazione dovessero andare avanti. E quando qualche elemento esterno ha provato ad imporre le sue azioni violente il sistema immunitario del movimento si è messo in moto subito: non appena qualche ragazzino, alcuni stranieri e un gruppetto di italiani, ha tirato su i cappucci ed hanno provato a rifornirsi di pietre e mattoni. Subito gli attivisti sono intervenuti e li hanno allontanati. Stessa scena davanti ad un distributore della Esso, imbrattato da scritte "No blood for oil" dai Disobbedienti, che hanno tagliato pure le pompe ma che non hanno permesso che il distributore venisse sfasciato. E gli anticorpi, questa volta sotto foma di Cgil sono intervenuti, con calma e freddezza, a convincere i militanti di un centro sociale non dialogante che volevano dirigersi verso la zona del vertice. Fermati e dissuasi. E anche se per niente contenti costretti a rientrare nei ranghi. Hanno sfilato tutti, dai centri sociali a Lilliput, dalla Cgil ai Giovani Comunisti fino agli anarchici del Ponte della Ghisolfa, sotto lo sguardo divertito e complice dei cittadini di Riva messi a confronto con questi ospiti così poco consueti ma accolti, come dice anche Vittorio Agnoletto, "molto bene". E quando, da una casa è sceso uno striscione con su scritto "Sono per l'umanità contro il neoliberismo" il richiamo del Subcomandante Marcos è stato troppo forte per Casarini e i suoi che hanno salutato con slogan zapatisti. Una manifestazione serena e partecipata che dà il via a quello che è stato chiamato "l'autunno sociale dei movimenti", un autunno e un inverno lunghi che vedranno il movimento schierato su tre argomenti: il no alla guerra e la mobilitazione per quelle che Agnoletto chiama "le truppe di occupazione dall'Irak", il no alla Convenzione europea così come è venuta fuori per un'europa sociale e che contenga il diritto di cittadinanza per tutti "a"che per i migranti","la contestazione al Wto e alla sua strategia di commercializzazione dei servizi pubblici, dalla scuola alla sanità. Si inizia il 10 settembre in Messico a Cancun, si prosegue a Roma il 4 ottobre, in contemporanea con la riunione dei capi di Stato e di governo dell'Unione. Poi ci si trasferisce a Parigi per il Forum sociale europeo e a fine novembre a Miami per contestare l'Alca, l'Associazione del libero commercio delle Americhe. Si finisce con un capodanno che a migliaia trascorreranno nelle zone di guerra dall'Irak all'Afghanistan. La prova di Riva del Garda doveva dare delle risposte proprio in previsione dell'autunno. E a Riva si è capito che, come dice Casarini, "non siamo riducibili ad uno, noi siamo parte di una moltitudine e Riva ha dimostrato che le azioni della Disobbedienza sono parte integrante di tutto il movimento". Le polemiche passate si sono un po' riassorbite anhe se restano delle visioni delle "pratiche" di protesta molto diverse mentre gli obiettivi della contestazione sono chiari e condivisi. Bernocchi non nasconde che "il simbolismo esasperato" dei Disobbedienti non gli piace, così come Agnoletto richiama tutti al "patto sottoscritto, azioni si ma non violente". Uno stare insieme che a Riva del Garda ha funzionato. Adesso deve superare la prova del 4 ottobre a Roma. (6 settembre 2003) Repubblica.it |