Cittadini comunitari traditi
Oltreconfine - 29-06-2003
La nuova generazione degli Italiani in Germania: prima la "scuola speciale", poi l'espulsione
Articolo dal "Sueddeutsche Zeitung" del 4.1.2003
di Hans-Herbert Holzamer


Salvatore Rossi (nome cambiato) desiderava intraprendere da Monaco, dove egli vive da più di trent'anni ed opera come imprenditore, un viaggio di lavoro in Spagna, niente di più. Invece, è stato improvvisamente arrestato all'aeroporto con l'accusa di aver picchiato un altro viaggiatore; egli stesso è stato seriamente ferito al momento del suo arresto, come confermano le lastre. Il 6 dicembre del 2002 si è trovato di fronte al tribunale di Erding. Sebbene fosse stata messa fuori discussione l'imputazione di aver ferito qualcuno, egli è stato condannato perché avrebbe oltraggiato le autorità intervenute per arrestarlo. E la Germania ha un pregiudicato italiano in più.

Al Ministero degli Affari Esteri a Roma, alla Farnesina, si presume che quanto accaduto sia stato inscenato perché si desiderava intimorire Rossi e toglierlo di mezzo, egli avrebbe dato fastidio ai concorrenti tedeschi. Alla Farnesina e ai vertici dei partiti della coalizione del governo, la tensione si era alzata e si discuteva in merito alla giusta risposta da dare. Dal loro arrivo negli anni '50 come lavoratori stranieri, gli italiani in Germania erano considerati come facilmente integrabili, i loro figli come riserva per il mercato della formazione e del lavoro di un popolo tedesco in diminuzione. Tuttavia la realtà per gli italiani, che nel frattempo sono saliti a circa 670mila, è caratterizzata dal fallimento in quasi tutti i campi.

A livello scolastico gli italiani della nuova generazione hanno più difficoltà rispetto a tutte le altre etnie che vivono in Germania. Tra i 71.000 alunni nel territorio federale, il numero di quelli che frequentano scuole speciali è incredibilmente elevato (5.623), maggiore di quello dei turchi, mentre secondo le statistiche della BMBF (del 1999/2000) il numero degli studenti italiani che frequentano i ginnasi è minimo (4.398).

"Essi non dispongono di attestati professionali oppure li hanno conseguiti con un esito peggiore e sono spesso colpiti dalla disoccupazione in numero superiore alla media" afferma Laura Garavani Seisselberg, responsabile del patronato Ital-Uil a Berlino, tirando le somme di un bilancio deprimente. I programmi scolastici tedeschi non prevedono per loro lezioni in lingua madre, così vengono destabilizzati culturalmente. Christian Galonska, nella sua tesi di laurea all'università Humboldt di Berlino, parla di "figli senza chance dei lavoratori stranieri" e attribuisce la responsabilità alla "discriminazione etnica nella scuola, nella formazione e nella professione".

Si trasale, quando si tratta di italiani: ma se sono cittadini comunitari! Ogni città in Germania vorrebbe essere quella più a nord d'Italia, i politici si possono raggruppare sotto la "frazione Toscana". "L'italiano" rappresenta un rifugio culinario-culturale, un tempio dove con "un latte macchiato, prego" si pensa di sperimentare l'iniziazione in un mondo migliore, mediterraneo.

Angherie inaudite

Chi è a conoscenza che le autorità tedesche discriminano gli italiani ed espellono in massa persino chi di loro è nato in Germania? Praticamente nessuno. Il grido di Alessandra Albertoni apparso sulla rivista Adesso, che le "angherie" sarebbero "manifeste e inaudite" è risuonato nel vuoto. Il 3 luglio 2001 il Consiglio Europeo ha pubblicato il secondo rapporto contro il razzismo e l'intolleranza in Germania. In esso viene espressa profonda preoccupazione riguardo al clima generale sociale che rende possibili soprusi di carattere razzista e contro gli stranieri. Si lamenta in particolare delle . Nel frattempo la Commissione Europea ha introdotto due procedimenti contro la Germania per violazione del diritto comunitario (C-482/01 e C-493/01).

Gli italiani stessi tacciono perché non sanno cosa potrebbe ancora accadere. I consolati e l'ambasciata sono preoccupati, s'impegnano però senza risvegliare la pubblica attenzione affinché la situazione si distenda, con molta buona volontà e con organismi collettivi, ma senza raggiungere successi decisivi. Dall'ambasciata italiana a Berlino, si viene a conoscenza che di tutti gli scritti ufficiali provenienti da Roma vengono inoltrati dalle autorità tedesche solo il 30 percento ai destinatari. Ciò che il cancelliere federale e il ministro per gli affari esteri praticano in via preliminare ai massimi livelli, ossia ignorare completamente i loro colleghi italiani, si ripete migliaia di volte al livello lavorativo degli impiegati statali.

Negli ultimi dieci anni sarebbero stati espulsi da circa 2.000 a 2.300 italiani, il 75 percento di loro è nato in Germania, riferisce Bruno Zoratto, responsabile della rivista Oltreconfine un giornale per gli italiani in Germania. Di loro due terzi viveva nella regione del Baden-Württemberg. Per il trentesimo anniversario di Oltreconfine, il presidente dei ministri Erwin Teufel aveva scritto: "la popolazione di origine italiana nel Baden-Württemberng è diventata da lungo tempo una componente stabile e indispensabile della nostra società". A quelli, però, la cui utilità è messa in dubbio, il Land rinuncia volentieri. E questi sono tutti coloro che sono stati condannati ad una pena minima di due anni ­ per la maggior parte per reati di droga ­ e quelli che non hanno più un lavoro, oppure che potrebbero pensare di richiedere assistenza dallo stato tedesco. Il loro diritto al soggiorno non viene prolungato, come hanno dovuto sperimentare sulla propria pelle Salvatore Giuritano, sua moglie Federica Grasta e i loro cinque figli di Laufenbrug, che sono stati prima prelevati dalla polizia e poi espulsi perché il padre non aveva più un posto di lavoro.

All'ufficio d'assistenza sociale di Stoccarda si è trovato modo di perfezionare la procedura: il nome di chi si presenta allo sportello viene segnalato all'ufficio preposto al rinnovo del permesso di soggiorno. "Nessuno sa esattamente quanti sono coloro che non ricevono il permesso di soggiorno perché sono disoccupati, oppure perché ricevono un'assegno sociale o una pensione d'anzianità inferiore ai 600 Euro" sostiene Zoratto.

In ogni modo il tribunale europeo dovrà fare chiarezza. Gli aspetti politici sono drammatici. Prima della riunificazione, le espulsioni di cittadini appartenenti all'Unione Europea in pratica non avvenivano. È riconoscibile, inoltre, come dietro ai problemi degli italiani la Germania sia miseramente fallita con loro integrazione. Ciò che ha confermato lo studio "Pisa" è da decenni cattiva abitudine: l'istruzione non ha a loro disposizione un'offerta sufficiente. Resta da attendere i risultati di quanto stabilito nel programma a dieci punti concordato verso la metà di ottobre dai ministri della cultura a Würzburg per "assicurare una qualità durevole".

Espellere al posto d'integrare

Con l'intervento della polizia si pensa di poter risolvere le conseguenze di una politica d'integrazione fallita: espulsione per i delinquenti, negazione del permesso di soggiorno per le persone non produttive. Il ministro degli interni del Baden-Württemberg Thomas Schäuble, ha dichiarato al Süddeutsche Zeitung che si proseguirà con le espulsioni: "Anche la libertà di circolazione concessa ai cittadini comunitari non significa un permesso di soggiorno per tutti. Diritto alla libertà di circolazione lo hanno tutte le persone, con i loro parenti più stretti, che dispongono di mezzi di sussistenza sufficienti. I cittadini della Comunità Europea che non rispondono a questi requisiti e che non hanno ancora ottenuto un permesso di soggiorno nel territorio federale, sono obbligati a lasciare il paese. Per questo in passato hanno dovuto lasciare il paese in casi rarissimi anche persone che non erano delinquenti".

E i delinquenti si possono creare, se è vero il rimprovero della Farnesina. Roma ha pregato Berlino di dare chiarimenti in merito al caso Rossi. Ma senza risultato. Non ci si dovrà poi stupire se si verrà a conoscenza che un uomo d'affari tedesco ha provocato una rissa a Roma.
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