Perché diciamo NO
Libero Tassella - 03-06-2003
Cari Colleghi,

l’Assemblea Nazionale della Gilda degli Insegnanti ha ritenuto inaccettabili le condizioni poste dalla Amministrazione e dai Sindacati CGIL-CISL-UIL-SNALS e ha deciso per il

NO ALLA FIRMA DEL CONTRATTO

I firmatari hanno riscritto ciò che già esisteva, con qualche lieve aggiustamento, non sempre in positivo, in un’ottica di conservazione che appare inadeguata rispetto alle legittime attese dei docenti, sia sul piano retributivo sia su quello professionale, ma perfettamente in linea con la scarsa volontà di fare della Scuola una delle priorità del Paese in termini d’investimenti.
Questo è un contratto che non riesce a porre un argine agli sconvolgimenti delle riforme in atto, le quali rischiano di colpire duramente il ruolo del docente, conducendolo ad una deriva impiegatizia attraverso l’artificiosa introduzione di gerarchie e carrierismo.
Per il veto posto dai sindacati firmatari, si sono registrati arretramenti persino rispetto all’Atto d’Indirizzo che prevedeva almeno l’inizio della distinzione delle aree contrattuali, mentre l’obiettivo di giungere ad uno snellimento e ad una semplificazione ha partorito un mostro di 500 pagine, formato da 143 articoli, 14 tabelle e 2 allegati.
E’ doveroso da parte nostra denunciare:
§ il mancato riconoscimento del tempo professionale degli insegnanti, la cui prestazione continua ad essere regolata dagli istituti contrattuali definiti nei contratti del ‘95 e del ’99;
§ le posizioni intransigenti del sindacalismo confederale che hanno impedito di ottenere obiettivi anche minimi di ridefinizione dell’orario di servizio;
§ la riconferma della logica della “ Scuola Azienda” con istituti di contrattazione che non riconoscono la scuola come ambiente professionale.
Ed infine la parte economica.
In questi giorni abbiamo diffuso, nell’ambito di una capillare campagna di controinformazione, le tabelle degli aumenti al netto.
L’aumento contrattuale è del tutto insufficiente non solo per un adeguamento, ma neppure per un lontano adeguamento delle nostre retribuzioni a quelle europee; in pratica non si è recuperata neanche l’inflazione effettiva e, cosa del tutto intollerabile, gli adeguamenti retributivi risultano legati alla logica dei tagli al personale.
Quella stessa logica che ignora ostinatamente la drammaticità dei problemi di migliaia d’insegnanti e che determina, oltre al blocco delle immissioni in ruolo e alla precarizzazione del nostro lavoro, l’accrescimento del peso della prestazione con ricadute negative sulla qualità della scuola in termini di efficacia del processo d’apprendimento.
Ciò per effetto
§ dell’ allineamento a 18 ore di tutte le cattedre,
§ della possibilità di sconfinamento fino a 24 ore dell’orario delle lezioni,
§ del sovraffollamento delle aule derivante dalla blindatura degli organici (vedi accorpamento selvaggio delle classi),
con l’unico risultato di annullare il principio cardine della continuità didattica e di compromettere irrimediabilmente la qualità della prestazione professionale.
Cari Colleghi, la Gilda degli Insegnanti non ha firmato il contratto 2002/2005, ma continuerà a battersi, in tutte le sedi e con ogni legittimo strumento, per la tutela dei principi fondamentali della nostra funzione, prima tra tutti la libertà d’insegnamento, l’autonomia professionale e la sua valorizzazione economica.
Una battaglia che dovrà necessariamente passare attraverso una vostra concreta mobilitazione nonchè una vostra adesione all’Associazione Gilda degli Insegnanti anche in vista del prossimo appuntamento per le elezioni delle RSU previsto per il dicembre 2003.

Il Coordinatore Gilda Napoli
Prof. Libero Tassella



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 Redazione    - 03-06-2003
...Un intenso programma di incontri governo-sindacati (Da Tuttoscuola)

La riunione del 29 maggio sembra ... aver definitivamente ricomposto il braccio di ferro tra il ministro e le organizzazioni sindacali. A partire da martedi' 3 giugno saranno avviati quattro tavoli di lavoro misti governo-sindacati (compresa la Gilda e l'ANP, anche se non firmatarie del contratto). Gli esiti degli incontri non potranno non intrecciarsi con il confronto che si sviluppera' nei prossimi mesi nelle sedi politiche e istituzionali (Commissioni parlamentari, Conferenza Stato-Regioni), dato che si parlera' anche dei contenuti dei decreti legislativi di attuazione della riforma, in particolare di quelli imminenti, riguardanti il primo ciclo e l'alternanza scuola-lavoro.
Si discutera' pero' anche di obbligo, di integrazione tra i sistemi, del rapporto Stato-Regioni alla luce del nuovo titolo V della Costituzione (e delle ulteriori prospettive di "devolution"), di formazione dei docenti. Argomenti sui quali c'era stata finora solo una forte dialettica, tra accelerazioni governative da una parte e contestazioni sindacali sul metodo, oltre che sul merito dei problemi.
Si e' ora in presenza di un fitto e impegnativo calendario, che potrebbe portare in breve tempo a collocare i rapporti tra il ministro Moratti e i sindacati (con Confindustria il rapporto non si e' mai interrotto) su quelle basi di dialogo e in prospettiva di neo-concertazione che sono state finora precluse dalla preminenza, fin qui manifestatasi in seno alla squadra di governo, di orientamenti fortemente polemici nei confronti dei sindacati....