Alba Sasso - 17-05-2003 |
Grazie a un’ampia e partecipata fase di mobilitazioni da parte degli insegnanti, e in seguito al lavoro compatto e unitario svolto dai sindacati, si è riusciti finalmente a definire un buon contratto per il settore scuola: un contratto buono sia sotto il profilo economico sia sotto il profilo normativo. Ritengo in particolar modo fondamentale che non siano state sottratte alle Rsu e ai collegi dei docenti le facoltà di contrattare e di decidere in merito all'organizzazione del lavoro e a tutte le scelte relative alla gestione e al governo della didattica. Rimane, comunque, e va rimarcato il problema di una politica complessiva che investe assai poco sul terreno di istruzione, Università e ricerca, una politica che limita pesantemente il reclutamento, e che, con la riduzione dell'obbligo scolastico, offre meno diritti agli studenti, meno certezze ai genitori. |
ilaria ricciotti - 17-05-2003 |
Ma sarà proprio vero che il governo riuscirà a coprire gli aumenti salariali previsti? Io personalmente, finchè non li vedrò accreditati sul mio conto corrente non ci crederò. E comunque, pur ricevendoli penserò di certo a quei giovani in cerca di lavoro, ai disoccupati ed a tutti coloro che sono in cassa integrazione e per questo mi sentirò quasi fortunata di ricevere tanti soldini, anche se di fatto sono quasi un'elemosina, rispetto ada altre categorie di personaggi molto ma molto più privilegiati rispetto a noi. Ma il nostro codice deontologico ci dovrebbe far riflettere su qualcosina. E' giustificabile deontologicamente affermare che, avendo ricevuto pochi soldi, renderemo in rapporto ad essi? E' giusto che gli operatori abbiano degli aumenti a pioggia, senza essere in qualche modo "verificati"? E' inoltre accettabile che il nostro Ministro ritenga opportuno non investire soldi sufficienti nella ricerca e di conseguenza nella scuola pubblica? Scuola che a quanto si legge, a settembre navigherà nel caos più assoluto, tra graduatorie dei precari, dei sisssini, delle classi tagliate, delle cattedre di 18 ore ecc, ecc. All'interno di questo pianeta scolastico piuttosto nebuloso, degli alunni che cosa si dice? Chi pensa a loro? Loro che sono utenti ed in un certo senso i datori di lavoro della categoria.Secondo voi, leggendo tutti gli interventi fatti nelle varie pagine di Fuoriregistro, è stato parlato abbastanza di loro? Di come questa riforma cambierà i destini di ognuno? Secondo il mio parere la risposta è no; non ci siamo rivolti sufficientemente a loro spiegando, invitandoli ad esprimersi, per non parlare poi dei genitori che sembra quasi non esistano e non abbiano voce in capitolo. Be' alcuni sindacati di recente origine non mi sembra che si siano soffermati molto su queste tipologie di persone che pure esistono e a cui noi dobbiamo rispondere del nostro operato. Ma tutto ciò è quasi tabù.Genitori e scuola sono due categorie che ancora non amano incontrarsi, confrontarsi e, come ho già detto, unirsi per essere più forti e contrastare eventuali scelte governative che consideriamo sbagliate. Ed allora si firma il contratto, ma dovremo firmarne prima un altro: quello con cui finalmente si sigla la fine di un contrasto tra famiglia e scuola e l'inizio di una fattiva collaborazione tra entrambe.Questa mia esigenza tuttavia penso non verrà recepita da molti colleghi che non la ritengono importante e degna di fattivi risultati. Meglio un euro oggi che una miseria domani Ma ora dovremo essere quasi contenti! Fra poco avremo alcuni euro consistenti!. Il governo è stato generoso, ma non molto puntuale questo contratto, scaduto ce lo ha fatto sospirare. Eppure non siamo soddisfatti. Ma che vogliamo? I giochi ormai sono fatti! Più di così non si poteva ottenere davanti abbiamo tante nuvole nere. Pensiamo ai giovani insegnanti! Quando entreranno in ruolo tutti quanti? Se si allungherà l'età pensionabile nella scuola avremo tanta gente inabile. Ed allora per favore cerchiamo di essere meno esagerati! Le scuole hanno bisogno di avere giovani docenti, simpatici, grintosi e preparati. |
Grazia Perrone - 19-05-2003 |
Finanziato con i tagli agli organici. FONTE: Gazzetta del Mezzogiorno 18 maggio 2003 ANTIMO DI GEROMINO * Gli aumenti del nuovo contratto saranno finanziati con i soldi dei precari. Vale a dire, degli oltre 20mila docenti che sono stati mandati a casa, negli ultimi 2 anni, per effetto dei tagli al personale disposti dal governo in carica. E' un modo di fare che i docenti della Gilda di Potenza non condividono. Ed è uno dei motivi per cui non abbiamo firmato il contratto. La firma, peraltro, ci avrebbe resi corresponsabili di una politica ragionieristica, che sta rendendo aleatorio anche il posto di lavoro dei docenti di ruolo. La cancellazione del tempo pieno alle elementari e del tempo prolungato alle medie, infatti, sta mandando in esubero colleghi che hanno superato da tempo i 50 anni di età. E la stessa cosa si sta verificando nelle scuole superiori, per effetto della cancellazione delle ore a disposizione. Ma non è tutto. Il contratto che è stato appena firmato da Cgil, Cisl, Uil e Snals, si tradurrà in aumenti risibili: 100 euro a testa. Una cifra che non copre nemmeno la perdita del potere di acquisto dei salari e che ha, come contropartita, la perdita assoluta dell'unica ricchezza che avevamo: la sicurezza del mantenimento del posto di lavoro. Per i docenti in esubero incollocabili è previsto, infatti, il licenziamento, dopo la corresponsione di un sussidio di durata biennale. A ciò si aggiunge l'ennesimo fallimento dell'obiettivo di ridare dignità, prestigio e motivazione ad una categoria di professionisti, i docenti della scuola dello Stato, ancora una volta mortificati e assoggettati ad una condizione meramente impiegatizia. Il contratto appena firmato, infatti, conferma e, per certi versi, inasprisce il rapporto gerarchico tra docenti e dirigenti. Basti pensare alla disciplina dei permessi per motivi personali che, a 10 anni dalla privatizzazione del rapporto di lavoro dei docenti, prevede ancora "l'utilizzo dell'inginocchiatoio in presidenza", per poter ottenere ciò che ci è dovuto. Per non parlare, poi, della mancata separazione dei tavoli contrattuali di docenti e Ata: una legittima aspettativa per tutte le categorie professionali della scuola che, ancora una volta, è stata disattesa per espressa opposizione di Cgil, Cisl, Uil e Snasl. E' un momento molto triste per i docenti della scuola statale. E la Gilda non ne è responsabile. * Coordinatore provinciale della Gilda degli Insegnanti di Potenza |