1000 piazze per fermare la Moratti
Fuoriregistro - 16-05-2003
Giornate di mobilitazione nazionale
16 - 17 MAGGIO 2003
Scuola, università, ricerca: il sapere e l’istruzione sono un bene pubblico


Fermiamo la Moratti


Il ministro Moratti, con i tagli già in atto e con i disegni di riforma previsti, sta attuando nella scuola, nell’università e nella ricerca pubbliche una politica che peggiora e peggiorerà il funzionamento dell’istruzione pubblica e che danneggia gravemente tutti i cittadini, perché favorisce i pochi a danno dei molti, si prende cura delle così dette "eccellenze" e lascia indietro chi incontra difficoltà, accentua le differenze tra le classi sociali e i territori, attacca e conculca i diritti degli studenti, limitando la possibilità di partecipazione ed imponendo un modello autoritario e repressivo.
La logica che sta perseguendo il governo Berlusconi è solo quella della riduzione: meno diritti, meno risorse, meno istruzione per tutti, meno partecipazione democratica.

No alla privatizzazione e alla mercificazione dell’istruzione.

Le politiche del ministro Moratti si fondano sulla privatizzazione e favoriscono l’ingresso delle multinazionali nel mondo della scuola, dell’università e ricerca, così come vuole imporre l’Organizzazione Mondiale per il Commercio, attraverso il GATS (Accordo Generale sul Commercio dei Servizi, che trasforma i pubblici servizi in merci), perché riduce la quantità di ore che la scuola pubblica sarà obbligata a garantire a tutti/e, perché vuole trasformare l’istruzione in un servizio a domanda individuale, lasciando campo libero al mercato e trasformando anche l’istruzione in una merce.

Noi vogliamo un sistema di istruzione e formazione pubblica di qualità per tutti e per tutte. Riformare la scuola è necessario, la qualità della scuola deve migliorare significativamente per tutti e per tutte, per farlo occorre investire nella ricerca, nell’innovazione e soprattutto nella scuola pubblica perché solo la scuola pubblica, fondata sulla libertà di insegnamento, è garanzia di democrazia, di pluralismo, di integrazione multiculturale, per un paese solidale e giusto, che non riduca i diritti e le tutele, capace di realizzare una società non consumistica e che valorizzi davvero le risorse culturali ed ambientali.

La recente controriforma dell’università, proposta dal ministro Moratti, mette una grave ipoteca sul diritto allo studio e ripropone un modello formativo selettivo e classista. La riduzione dei finanziamenti, la privatizzazione e l’introduzione del controllo politico sulle nomine e sull’attività di docenti e ricercatori, colpiscono le libertà di insegnamento e di ricerca e gli spazi di democrazia. Solo un sistema pubblico di Alta Formazione e di ricerca può garantire pieno diritto di cittadinanza e parità di accesso alla formazione universitaria, rappresentando un patrimonio culturale e scientifico per tutto il paese.

Il sapere e l’istruzione sono un "bene comune" e un diritto universale. La scuola, l’università e la ricerca non possono essere ridotte a terra di conquista del capitale privato né essere asservite ai meccanismi del mercato. La scuola, l’università e la ricerca pubbliche sono un bene comune, di tutti e per tutti, che condiziona il progetto di vita di ciascuno e coinvolge il futuro democratico dell’intero Paese. La scuola e l’università pubblica sono luogo di formazione delle persone e delle coscienze collettive, sono luogo di maturazione della capacità critica e di educazione al confronto democratico tra diversi, sono perciò presidio di pace e garanzia di un paese che ripudia la guerra, che crede nella solidarietà e nel valore della cultura e del sapere come patrimonio di tutti.


Le organizzazioni firmatarie indicono per il 16 e 17 maggio due giornate nazionali di mobilitazione e di informazione in tutto il Paese per denunciare i veri obiettivi degli interventi che il governo Berlusconi sta mettendo in campo per destrutturare la scuola, l’università e la ricerca pubbliche, per aprirle alla privatizzazione.

Mobilitiamoci contro la politica del WTO che vuole destinare i più importanti beni comuni, come la scuola, la sanità l’acqua, a settore di mercato, disponibile per le multinazionali.


SCRIVICI I TUOI COMMENTI, I RESOCONTI DELLE INIZIATIVE ATTUATE,
LE PROPOSTE E LE NOTIZIE CHE VUOI FAR CIRCOLARE




ARCI, Articolo 21 liberi di, Associazione Altera, Ass. 31 OTTOBRE, Ass. Proteo Fare Sapere, Ass. per la scuola della Repubblica, Attac, Auser, CGD, CGIL, CIDI, Cisp, Cobas-scuola, Comitato "16 marzo Genova in piazza", Comitato contro la privatizzazione dell’università e degli enti di ricerca, Comitato per la Ricerca pubblica (Napoli), Comitato nazionale scuola e costituzione, Comitato Referendum abrogazione legge di parità, CRES-Mani Tese, CRS, Didaweb, Giovani Comunisti, I Girotondi (di Roma, Torino, Bari, Livorno, Napoli), Aprile, Gruppo Abele, Laboratorio per la democrazia, Legambiente, Le girandole, Libera — Associazioni contro le mafie, MCE, Osservatorio per la Ricerca, Pax Christi, Resistenza e Legalità, Sindacato Nazionale Scrittori Sinistra Giovanile, Studenti.net, Tavola della Pace, Unione degli Studenti, Unione degli Universitari, Uisp.


  discussione chiusa  condividi pdf

 Giuseppe Colombini    - 15-05-2003

 Il Manifesto    - 16-05-2003

Manifestazioni in molte città italiane, oggi e domani, per la scuola pubblica e contro la riforma del governo
No al Wto In piazza studenti, docenti, Cgil, Cobas, partiti d'opposizione e no global. In vista di Cancun


Le «giornate dei beni pubblici», decise dai movimenti europei e organizzate dal , avranno inizio oggi, quando studenti, docenti, Cgil, Cobas, partiti d'opposizione e movimenti saranno in piazza per protestare contro la riforma Moratti della scuola e per manifestare a favore dell'università e della ricerca, «a difesa del sapere e dell'istruzione, considerati un vero bene pubblico». Tante le iniziative in cantiere fra oggi e domani: una «biciclettata per la scuola pubblica» a Bologna che coinvolgerà genitori, bambini, studenti, insegnanti, bidelli e cittadini (appuntamento alle 16 a piazza Nettuno); una manifestazione a Milano (oggi alle 15 a piazza San Babila); un girotondo attorno alla direzione scolastica regionale oggi pomeriggio a Cagliari; un «processo in piazza alla riforma Moratti» a Catania; concerti a Palermo e Treviso e controinformazione a Reggio Calabria e Firenze. Se lo slogan delle giornate contro le privatizzazioni e il Wto, in vista del vertice di Cancun a settembre, è «questo mondo non è in vendita», quello specifico sulla scuola, che è solo uno dei servizi essenziali che il governo Berlusconi intende assoggettare alle regole del libero mercato, prende di mira in maniera esplicita il ministro dell'istruzione: «1000 piazze per fermare la Moratti». In particolare, l'obiettivo è quello di dire «no alla privatizzazione e alla mercificazione dell'istruzione», sì a «un sistema di istruzione e formazione pubblica di qualità per tutti e per tutte» e affermare che «il sapere e l'istruzione sono un bene comune e un diritto universale e non un settore di mercato».

Una riforma, quella varata dal ministro Moratti, ritenuta «inaccettabile nel merito e nel metodo» e, come sottolinea Dario Missaglia della Cgil, «di contrarietà al clima autoritario che sta pervadendo le scuole». «Saranno innanzitutto iniziative di denuncia e di protesta, organizzate con lo scopo di fare opera di corretta informazione sul tentativo messo in campo dal centrodestra, ovvero la privatizzazione e la mercificazione del sapere e della cultura», spiega la deputata Ds Alba Sasso, per la quale «è fondamentale che oltre al momento della protesta ci sia anche lo spazio per la proposta, per la formulazione, partecipata e condivisa, di un'idea diversa e alternativa rispetto a quella del centrodestra, un'idea che rimetta al centro delle politiche per l'istruzione il sistema pubblico di scuola, università, ricerca, come quello che solo può assicurare pari opportunità, pari risorse, pari dignità a tutte e a tutti». Mentre l'Unione degli universitari scrive in un comunicato che «gli studenti non sono disposti a subire ulteriori cambiamenti nel percorso di studi appena modificato: già la recente riforma ha reso confuso l'organizzazione e gli obiettivi dei corsi di studio, e non sarebbe sostenibile l'introduzione di un ulteriore ordinamento, soprattutto a riforma non conclusa».

Intanto, sempre in vista delle giornate indette dal «Tavolo fermiamo il Wto», Firenze ieri è stata tappezzata di manifesti con la scritta «vendesi» contro le privatizzazioni di società di servizi pubblici, dall'acqua alla centrale del latte ai trasporti. La polemica è rivolta, in questo caso, non nei confronti del governo Berlusconi, ma piuttosto nei confronti del presidente della regione Claudio Martini e del sindaco Leonardo Domenici, entrambi diessini. E proprio nel capoluogo toscano domani pomeriggio si svolgerà un corteo con fermate davanti a scuole, Regione e Comune. L'appuntamento è per le 9,30 in piazza San Marco. Al termine, in piazza Signoria, si svolgerà una simbolica vendita all'asta di opere d'arte, monumenti e palazzi.