1937
Terminato il periodo di libertà condizionale, Gramsci riacquista la piena libertà, ma è in clinica ormai morente. Muore per emorragia cerebrale il 27 aprile. Il giorno seguente si svolgono i funerali. Le sue ceneri vengono inumate al cimitero del Verano a Roma e trasferite, dopo la Liberazione, al Cimitero degli Inglesi.
La sua vita in carcere era stata anche amareggiata dai difficili rapporti stabilitisi con il partito che aveva diretto prima dell'arresto. In disaccordo con la linea politica adottata alla fine del 1929 su pressione del Komintern, allora in lotta non solo con il fascismo ma anche con la socialdemocrazia (definita come "socialfascismo"), si era trovato, come si è detto, in aperto conflitto con la maggioranza degli altri comunisti detenuti a Turi, e ciò lo aveva indotto a fare del suo isolamento la forma esclusiva della propria esistenza. Si spiega così perché la sua situazione non sia stata allora posta in discussione negli organi dirigenti operanti in esilio, con i quale i suoi rapporti furono sempre indiretti (con la mediazione dell'amico economista Sraffa che lavorava a Cambridge). Tuttavia dopo il 1934, con l'abbandono della propaganda sul "socialfascismo" e il prevalere della politica di unità antifascista, furono intensificate le campagne di stampa internazionali per chiedere la sua liberazione
Ciò che Antonio Gramsci ha generosamente lasciato alla cultura italiana e a tutti noi è un immenso patrimonio di idee e di intuizioni politiche. Nel sito
http://www.antoniogramsci.com sono ospitate alcune tra le sue pagine più belle e significative; hanno l'intento di contribuire ad allargare, in particolare tra le giovani generazioni, la conoscenza di questo grande intellettuale di cui va tenuta sempre viva la memoria, e a stimolare lo studio e l'approfondimento delle sue opere.
Straordinaria è stata, tra l'altro, la diffusione del pensiero gramsciano in tutto il mondo: le sue opere sono state tradotte in Europa come in America Latina, nei Paesi di lingua anglosassone come in quelli dell'Estremo Oriente. Le opere di Gramsci sono tra le più citate nella letteratura internazionale, a testimonianza della immensa presenza intellettuale di questo grande Italiano.
«Io sono stato abituato
dalla vita isolata,
che ho vissuto fino dalla fanciullezza,
a nascondere i miei stati d'animo
dietro una maschera
di durezza o dietro un sorriso ironico.
Ciò mi ha fatto male, per molto tempo:
per molto tempo i miei rapporti
con gli altri
furono un qualcosa
di enormemente complicato.»
Antonio Gramsci
(1891-1937)
Segnalato da Grazia Perrone
ilaria ricciotti - 30-04-2003
|
Un grande Uomo che, insieme a tanti altri grandi Uomini non verranno mai dimenticati, neanche se i libri di scuola non ne dovessero parlare più. Io,leggendo i suoi scritti pian piano ho capito che ogni uomo deve sentirsi libero di esternare ciò che ha dentro di sè, senza costrizioni che "... potrebbero fargli del male". Le costrizioni di cui parlo si riferiscono ai pensieri, alle riflessioni , alle emozioni provate e a quel vulcano che ognuno di noi ha dentro di sè e che ha bisogno di esprimersi, di getto, anche facendo errori morfologici e / o sintattici che qualcuno ancora ama tanto sottolineare con il blu. |