breve di cronaca
È festa islamica: Il preside manda tutti a casa
Il Tempo - 16-11-2001
È festa islamica: Il preside manda tutti a casa

di EMANUELE LASCHERIO

CUNEO - Una giornata di vacanza inaspettata per i 400 ragazzi che frequentano dell'Istituto Somigliano che ingloba scuole medie, elementari e materne di Ceva, Murazzano e Sale Langhe, nel Cuneese. Sabato si resta tutti a casa per un giorno di festa che il calendario non prevedeva. La decisione è del preside Giorgio Canova che ha istituito una nuova festività: il giorno di inizio del Ramadan, il mese di digiuno e di purificazione previsto dalla religione islamica. La faccenda ha ovviamente scatenato polemiche e reazioni su più fronti, tanto più che su 400 allievi in quell'istituto ci sono appena 40 ragazzi di fede musulmana. Le famiglie si sono mostrate come minimo sorprese, ma a sparare a pallettoni grossi ci hanno pensato i politici.
Quelli della Lega prima di tutti che hanno prima promosso un volantinaggio di protesta e hanno poi definito la faccenda, per bocca di Mario Borghezio, «un grave pericolo che rischia di aprire le porte alle più variopinte iniziative in nome di un malinteso principio di pluralismo religioso». Immediata è stata la risposta del preside Canova che rifiuta che si parli di scandalo: « Il vero scandalo - ha detto - è semmai l'idea del rispetto della multietnicità». A rigor di legge il preside è inattaccabile: le norme ministeriali gli impongono di garantire 200 giorni di lezione ogni anno, concedendogli libertà nella gestione del calendario. Non solo, anche la Direzione generale regionale gli raccomanda di «tener conto delle caratteristiche di multietnicità delle classi».
Ma le proteste non diminuiscono: Giuseppe Menardi, parlamentare cuneese di An, ha presentato una interrogazione parlamentare al ministro Moratti nella quale afferma che sarebbe stato meglio considerare assenti giustificati i ragazzi non di religione cattolica, piuttosto che imporre la vacanza alla maggioranza per gli usi religiosi di una minoranza. Partecipa alla discussione anche il vescovo di Mondovì, Luciano Pacomio: «Mi meraviglia - ha dichiarato - che l'istituto abbia caricato questa decisione sul 90 per cento di studenti non musulmani». Gli ha fatto eco il parroco di Sale Langhe, don Aldo Galleano: «Per essere liberali si rischia di fare un'ingiustizia al paese in cui viviamo».

Dal Manifesto
Lega anti-ramadan

Al via la tradizionale festa islamica. E i "nuovi crociati" del leghista Borghezio domani sfileranno nel cuneese per una "Padania cristiana"

di M.D.C.

Il ramadan di quest'anno, il mese del digiuno diurno, di preghiera e di purificazione per i musulmani, comincia tra qualche polemica. Ad alimentarla, pasdaran della Lega nord come l'europarlamentare Mario Borghezio, ma anche Alleanza nazionale, che hanno approfittato di alcuni episodi accaduti a Biella e nel cuneese per urlare al "grave pericolo" causato da questa festività e scrivere lettere di protesta, interrogazioni e indire una manifestazione antislamica.
Il primo episodio è accaduto a Ceva, nel cuneese. L'istituto Momigliano (scuole elementari e medie) aveva deciso di usufruire della settimana di vacanza a disposizione, piuttosto che a febbraio (per la settimana bianca), in questi giorni, per permettere ai ragazzini musulmani (in tutto una quarantina, su 400 studenti in totale) di osservare la festività religiosa. Il primo dei giorni di festa programmati è per domani, e in risposta la Lega ha organizzato una manifestazione di protesta, mentre il senatore Giuseppe Menardi (An) ha presentato un'interpellanza al ministro Moratti, in cui ha definito la decisione del preside "inaccettabile". Il leghista Borghezio ha poi scritto una lettera di protesta al pefetto di Cuneo, Mario Spanu, in cui spiega come "l'iniziativa potrebbe costituire un precedente che avallerebbe una prassi destinata a consentire le più variopinte iniziative che, in nome di un malinteso pluralismo religioso, creino in realtà pericolosi conflitti culturali". Borghezio parla di "dilagare di casi di musulmanizzazione" nelle scuole, e annuncia che "li fermeremo a Ceva, a ridosso delle Alpi marittime, come a suo tempo gli eserciti cristiani fermarono i musulmani invasori a Poitiers". E che "i nuovi crociati" della Padania cristiana sfileranno domani con le bandiere "vandeane" del Sacro cuore. Un altro leghista, consigliere regionale, ha presentato un'interrogazione per sostenere che "il preside ha assunto una decisione gravissima, che mina l'identità, le consuetudini, i riferimenti culturali della nostra società". Più moderato l'onorevole Raffaele Costa (Forza Italia), secondo il quale la scelta del preside di Ceva, "anche se opinabile", non deve fare scandalo, né può essere motivo di aspre divisioni". Il problema vero, secondo Costa, è invece quello degli "irregolari cosiddetti clandestini".
Il secondo episodio che ha fatto insorgere i soliti noti è accaduto invece alla scuola materna Petiva di Biella, dove le maestre avevano deciso di non far cantare ai bambini le canzoni "Astro del ciel" e "Tu scendi dalle stelle", per non urtare la suscettibilità dei bambini non cattolici. Una mamma, esponente di An nel consiglio di quartiere e subito definita "talebana del cristianesimo", ha protestato energicamente, e subito è scoppiato un caso politico, con l'intervento di un consigliere comunale di Forza Italia e del sindaco ulivista, e con il gruppo di An in consiglio comunale che è arrivato a proporre di invitare la scolaresca a cantare le canzoni "censurate" nella sala del Consiglio.


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 Laura    - 17-11-2001
Il calendario scolastico, può essere modificato solo dal Consiglio di Istituto entro il 30 giugno dell'anno scolastico precedente.
Se il consiglio di istituto, composto da rappresentanti eletti dei genitori, del personale scolastico e dal dirignte, ha deciso di far vacanza per l'inizio del Ramadan invece che per carnevale, dove sta lo scandalo?

 UN TOLLERANTE    - 18-11-2001
E' UNA VERGOGNA SI STA ESAGERANDO .SIAMO CREDO L'UNICO PAESE AL MONDO DOVE CI SI STA
RINCOGLIONENDO . RITENGO SIA GIUSTO RISPETTARE IL CREDO ALTRUI MA NON ESAGERARE .
RITENGO CHE DOBBIAMO RITORNARE A METTERE IL CROCEFISSO NELLE SCUOLE E RIFESTEGGIARE IL NATALE CRISTIANO , CHI SI RITIENE TURBATO (ISLAMICI) PUO' SEMPRE RESTARE A CASA .
VIVA LA TOLLARANZA MA NON L'IGNORANZA.

 Prof. Alfonso Schiavone    - 18-11-2001
Il Dirigente Scolastico certamente ha peccato di eccesso di zelo.
Non si sarà mai chiesto se in Arabia Saudita o in altri paesi a maggioranza Islamica se per il Dirigente di una scuola è possibile concedere un giorno di festa a Natale o a Pasqua.
Prof. Alfonso Schiavone

 Alberto M. Onori    - 18-11-2001
L'Italia è una nazione laica che ha pagato a caro prezzo il principio 'libera Chiesa in libero Stato', e condivido incondizionatamente questa visione.
Io stesso, credente e praticante, non me la sento di criticare chi pensa di non mettere il crocifisso in classe in ossequio alla società multietnica verso la quale stiamo tutti migrando: tanto io il mio crocifisso ce l'ho nel cuore, e l'ho sempre con me, non importa metterlo sulla parete. Se poi riesco a testimoniarlo con la mia vita (cosa che cerco di fare senza alcuna garanzia di riuscita) penso di essere assai più efficace e convincente di qualsiasi icona.
In nome di questa laicità, per coerenza, dovrei addirittura vedere con sospetto le vacanze di tradizione religiosa cattolica che si fanno nelle scuole e nella socità civile; però non siamo fondamentalisti a rovescio e accettiamo la lezione dell'agnostico Croce: "Perché non possiamo non dirci cristiani".
Che lo si voglia o no, il mondo islamico è tradizionalmente lontano dalle nostre tradizioni culturali quanto il cristianesimo è vicino ad esse. Rispettarlo e convivere con esso è nostro dovere e motivo di arricchimento della nostra vita di ogni giorno; integrare nella nostra tradizione anche festività e tradizioni culturali islamiche mi pare ancora discutibile. Che fare allora di ebrei, protestanti, buddisti ed altre minoranze religiose in Italia? Quante giornate libere dal lavoro resterebbero? Oppure dovremmo fare festa e vacanza secondo le rispettive religioni e tradizioni?
Uno stato laico è garanzia per tutti perché è sopra a tutti; non vorrei che un malinteso senso di 'politically correct' vada paradossalmente ad alterare proprio questa laicità e questa garanzia.
La laicità dello stato non è una limitazione

 aluisi tosolini    - 18-11-2001
Molto rumore per nulla

Molto rumore stanno sollevando in questi giorni alcuni organi di stampa che riferiscono di un istituto scolastico della provincia di Cuneo che sospende le lezioni per il giorno 17 di novembre (inizio del Ramadan) e per il giorno di conclusione dello stesso periodo religioso.
Il fatto permette qualche sintetica riflessione, secondo due diversi registri. Da un lato infatti vi è la dimensione normativa (ovvero se è legittimo chiudere le scuole in determinati giorni modulando il calendario scolastico), dall'altro la dimensione di merito riferita alle festività islamiche.

Per quanto riguarda la dimensione normativa non sfugge a nessuno che da alcuni anni la scuola dell'autonomia può modulare il proprio calendario scolastico avendo come paletti da un lato il numero minimo di giorni di scuola da assicurare (i famosi 200 giorni) e dall'altro le indicazioni del Direttore Generale dell'ufficio Scolastico Regionale che fissa a sua volta un calendario scolastico per l'intera regione. Nel caso specifico la circolare dell'Ufficio Scolastico Regionale cita (all'art. 4) l'opportunità di definire il calendario scolastico tenendo conto delle specificità territoriali ed anche della dimensione multiculturale del tessuto sociale.

Modulare il calendario scolastico prevedendo una sospensione delle lezioni, entro i paletti definiti, è pertanto assolutamente legittimo per le scuole dell'autonomia.

Ma passiamo alla dimensione di merito

Ciò che in realtà fa problema a molti è che la chiusura avvenga per il Ramadan.
A dire il vero la scuola in questione prevede la sospensione delle lezioni anche per il giorno di Santa Lucia oltre che per Carnevale.
Ora, come si può vedere, ciò che a molti disturba è il merito della scelta, ovvero il fatto che il Consiglio di Istituto abbia deciso, in tempi non sospetti visto che la delibera è datata a fine giugno 2001.
Ad essere sinceri ciò che fa specie è l'insieme delle critiche a tale decisione, ineccepibile sia nella forma che nella sostanza. E' vero, alcuni sostengono che la decisione avrebbe dovuto essere meglio motivata in correlazione con il POF dell'istituto. Sinceramente al riguardo non ho sufficienti dati per poter verificare se il Pof dell'istituto comprensivo in questione sia o no improntato ad una logica interculturale (se ad esempio definisce l'educazione interculturale come orizzonte o sfondo integratore dell'insieme delle attività). Anche in questo caso comunque va detto che lo stesso argomento vale sia per il Ramadan che per Santa Lucia e Carnevale. Probabilmente per queste festività si presuppone di non fornire motivazioni visto che tutti sanno il significato di Santa Lucia per i bambini. Ma a rigor di logica se non vi fossero riferimenti nel POF alla dimensione ludico-magica di questa tradizione (valida per altro solo per alcune regioni d'Italia) anche questo giorno di chiusura sarebbe scarsamente motivato. Ma, diciamoci la verità...chi è che va a fare le pulci alle scuole che chiudono solo per permettere ponti adatti a frotte di sciatori? Forse che nel POF di queste scuole c'è un orizzonte culturale definito "mercato" o "iperconsumismo" ?
Se una critica va fatta alla decisione di chiudere per il Ramadan....questa riguarda il fatto che per l'Islam la festa è collocata solo alla chiusura del periodo di digiuno, non anche per l'inizio.
Si tratta in questo caso di migliorare la conoscenza della seconda religione più diffusa in Italia. Ma se questo vale per la scuola della provincia di Cuneo certo vale ancor di più per quanti ne criticano le scelte. Questi poi dovrebbero fare anche un corso accelerato sulle norme che regolano la scuola dell'autonomia.
Per tutti i soggetti in questione, e in particolare per gli affezionati lettori di questa rubrica, segnalo il numero di novembre della rivista CEM Mondialità interamente dedicata ai "doni della cultura araba e dell'Islam all'umanità". Pagine ricchissime che permettono di superare le tonnellate di stereotipi che in questi giorni si sentono a riguardo dell' Islam, dell'Afghanistan e del radicalismo islamico.

E mi pare stupendo che il direttore del CEM (Arnaldo De Vidi) apra il suo editoriale con una bellissima citazione di Etty Hillesum, martire nei campi di concentramento tedeschi:
"Non vedo nessun’altra soluzione, veramente non ne vedo nessun’altra che quella di raccoglierci in noi stessi e di strappare via il nostro marciume. Non credo più che si possa migliorare il mondo esterno senza aver prima fatto la nostra parte dentro di noi. E’ l’unica lezione di questa guerra: dobbiamo cercare in noi stessi, non altrove".

Aluisi Tosolini

commento apparso su pavonerisorse
http://www.pavonerisorse.to.it/intercultura/2001/rumore.htm