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Aiuti umanitari
Rolando A. Borzetti - 20-04-2003
Dal Redattore Sociale

La Caritas: ''Sicurezza, la situazione a Baghdad è drammatica''. Fermo il convoglio di medicine e aiuti

Secondo le informazioni dell’Ufficio Caritas Iraq ad Amman, la situazione a Baghdad è, dal punto di vista della sicurezza, drammatica.
Questo non dà garanzie all’accesso degli aiuti umanitari dall’estero. L’ufficio di Caritas Iraq ad Amman informa che sono state acquistate le medicine e che il convoglio di medicine e aiuti alimentari è pronto ma in attesa di partire per Baghdad a causa degli altissimi rischi sulla sicurezza. A Baghdad un imprecisato numero di sfollati è ancora sistemato nelle chiese. La situazione nel sud del paese (Bassora e dintorni) è un po’ più calma. I mercati e le scuole sono aperte.


I 14 Centri Caritas presenti in tutto il paese (8 a Baghdad, 2 a Mosul, 1 a Bassora, 1 a Kirkuk, 1 a Karakosh, 1 ad Alqosh) stanno operando grazie alle scorte di medicine, alimenti non deperibili e altro materiale che ancora hanno nei propri magazzini. Il Centro Caritas a Bassora sta intervenendo esclusivamente in collaborazione con la Mezza Luna Rossa alla quale sono già state messe a disposizione il 70% delle medicine immagazzinate sin dall’inizio della guerra. Negli ultimi tre giorni sono stati distribuiti dai centri Caritas stock di medicine, articoli sanitari, coperte, materassi e lenzuola a tre ospedali statali e uno privato di Baghdad. In uno di questi ospedali, quello pediatrico, la Caritas ha distribuito anche cibo altamente proteico per i bambini sottonutriti. Sono però urgenti ulteriori forniture di medicinali e articoli sanitari. L’Ufficio di collegamento Caritas in Amman, a causa degli altissimi rischi per mancanza di sicurezza, sta optando per l’invio di piccole partite invece di grossi convogli.
Caritas Iraq suggerisce alla rete Caritas di fare ulteriori sforzi presso i propri governi per introdurre forze di polizia come deterrente contro il saccheggio. A tutt’oggi solo il Canada, l’Italia e la Danimarca si stanno attivando. Nel Nord Iraq ci sono 22.000 famiglie cristiane sfollate. I Centri Caritas distribuiscono loro pacchi alimentari ed altri beni prioritari. Dutch Consortium (di cui la Caritas fa parte), con i volontari della chiesa di Alqosh, continua la distribuzione di pacchi alimentari alle 1.150 famiglie sfollate di Alqosh (la maggior parte di esse, musulmane, provengono da Baghdad). Ogni famiglia sfollata registrata riceve: 5 kg di farina a persona, 2 kg di riso a persona, 1 kg di olio a persona, 2 kg di zucchero a persona, 1 kg di tè a famiglia, 1 kg di concentrato di pomodoro a famiglia. A Mosul, in particolare la zona ad ovest della città, la situazione dal punto di vista della sicurezza è migliorata. Il Centro Caritas di Mosul riesce, infatti, a distribuire cibo, medicine e altri beni di prima necessità. A Zakho la Caritas continua la distribuzione di cibo a 230 famiglie di sfollati (la maggior parte provenienti da Baghdad).

In Siria il trasporto di medicine e articoli sanitari è impossibile perché il confine con l’Iraq è chiuso. Continuano i servizi garantiti dai Centri Caritas di Damasco e Hassake: visita alle famiglie rifugiate, distribuzione di aiuti alimentari e servizi sanitari.

Iniziata la distribuzione del Tavolo per l'Iraq. Bombole d'ossigeno e acqua potabile le priorità

GLI OPERATORI di Ics, Terre des Hommes e un Ponte per…, giunti a Bagdad mercoledì scorso con due camion di materiale sanitario ed alimenti, hanno iniziato ieri a visitare gli ospedali, gli orfanotrofi, gli ospizi e il quartiere di "Saddam City" , particolarmente colpito dai bombardamenti. Una verifica necessaria per verificare le necessità e le urgenze, prima di iniziare la distribuzione. Ne è risultato che l’emergenza primaria sono bombole d'ossigeno e acqua potabile, che gli operatori acquisteranno.

L’iniziativa si svolge nell'ambito del Tavolo di Solidarietà con le popolazioni dell'Iraq. Le risorse per organizzare i convogli vengono dalla cosiddetta “solidarietà dal basso”.
La situazione, fanno sapere, è ancora molto tesa, c'é il coprifuoco e in alcune zone della città si spara ancora.


Duro ammonimento dell'Unicef: ''I bambini più vulnerabili non hanno la forza per sopravvivere''

"I bambini più vulnerabili dell’Iraq non hanno la forza per sopravvivere all’impatto della guerra”. L’Unicef ha lanciato un duro ammonimento sottolineando che nonostante l’impegno delle organizzazioni umanitarie le condizioni attuali sono preoccupanti. “Abbiamo distribuito alimenti terapeutici per oltre 400mila bambini malnutriti - ha affermato Carol Bellamy, Direttore Generale dell’Unicef - ma in Iraq ci sono più di un milione di bambini affetti da malnutrizione. Abbiamo vaccinato contro il morbillo tutti i bambini sotto i 5 anni, ma non abbiamo avuto a disposizione il tempo necessario per raggiungere quelli che, d’età compresa tra i 6 e i 12 anni, non erano stati vaccinati contro il morbillo quando erano più piccoli. Abbiamo fatto molto, ma speravamo di poter fare di più”.

Secondo il Direttore generale dell’Unicef non si può prevedere quanti bambini moriranno durante la guerra o nel periodo immediatamente successivo, dipenderà da quanto la guerra durerà e dalla portata delle sue conseguenze sulle infrastrutture civili. Ma i giorni e le settimane future saranno estremamente difficili per i bambini iracheni.

“Il conflitto potrebbe avere conseguenze disastrose per i bambini iracheni - ha dichiarato Carol Bellamy - I bambini malnutriti, quelli non ancora vaccinati, i bambini sfollati costretti ad abbandonare le loro case sono quelli a più alto rischio. Molto è stato fatto finora per accrescere le possibilità di recupero dei bambini più vulnerabili. Ma saranno abbastanza forti da sopravvivere?” Con un quarto dei bambini sotto i 5 anni affetti da malnutrizione cronica e circa il 60% della popolazione che dipende dalle razioni del Governo, l’Unicef ha realizzato una serie di interventi prioritari per migliorare la salute e le condizioni di vita dei bambini iracheni.

Aereo con forniture mediche non riesce ad atterrare ad Ebril. La denuncia di Save the Children

“Le forze della Coalizione impediscono da più di una settimana l’atterraggio di un aereo a Erbil con forniture mediche raccolte da Save the Children per curare 40.000 persone. Il materiale sanitario è destinato agli ospedali di Mosul, dove da settimane i medici lavorano in condizioni disperate, senza salario, senza acqua e con pochissimi medicinali” La denuncia viene da Save the Children secondo cui è stata violata la Convenzione di Ginevra.

“I medici di Mosul che stiamo cercando di aiutare lottano da settimane per salvare vite umane. A causa del comportamento delle forze militari occupanti, non possiamo portare l’aiuto che avevamo promesso. Questa è una chiara violazione della Convenzione di Ginevra. Il tempo che si sta perdendo costa la vita a moltissimi bambini” spiega Rob MacGillivray il Programme Manager del Programma di Emergenza in Nord Iraq dell’organizzazione, che ha chiesto il permesso per l’atterraggio del cargo di aiuti il 9 aprile. “Inizialmente c’è stata una mancanza di chiarezza da parte delle forze di coalizione circa le procedure per la richiesta di atterraggio. – spiega Save the Children - Una domanda formale è stata comunque presentata il 12 aprile. Dopo 5 giorni di attesa un ufficiale dell’esercito Usa ha comunicato che 'l’area di Erbil è troppo pericolosa per consentire l’atterraggio di voli con aiuti umanitari'. L'Onu ha però dichiarato Erbil “area sicura” conclude l'organizzazione.


Il Consiglio provinciale di Savona si ''tassa'' a favore dei bambini dell'Iraq

SAVONA - Tutti i ventisei componenti presenti all’odierno Consiglio della Provincia di Savona (sia rappresentanti di maggioranza sia d'opposizione) si sono autotassati per i bambini dell’Iraq.

Presidente della Provincia e del Consiglio, vice presidente e assessori hanno devoluto le indennità di carica giornaliera. I consiglieri il gettone di presenza. La somma finale ammonta a 2.058 euro. Già nei giorni scorsi la Giunta aveva deciso di stanziare 3500 euro a favore della raccolta di fondi promossa dalla Cisl di Savona. La decisione è inserita nella proposta di variazione al Bilancio che è stata portata oggi in Consiglio. La destinazione delle somme raccolte oggi verrà deliberata in una fase successiva dai promotori, dal Comitato dei Garanti e dal Nunzio Apostolico a Baghdad.

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