Quattro passi in fondo a Yesterday
Cesare Vanzella - 01-03-1991

Ma intanto questo balbettio linguistico non impediva che il giradischi di casa proponesse a getto continuo il Lennon-McCartney pensiero. E qui si accende il secondo flash. Sul lato B del 45 giri , copertina bianca con i quattro Beatles intenti ad imitare la gestualita di un vigile urbano, era pubblicato «I'm down», un brano urlato, poco più di una schitarrata.
Però quel pezzo aveva il suo fascino e così girava e rigirava sul piatto fino a che, colta da sfinimento, mia madre deve essersi trovata di fronte all'alternativa: sopprimere il figlio o far sparire l'aborrito disco. L'odiato 45 giri scomparve in un battibaleno.
Cominciò allora una trattativa, forse la prima seria trattativa familiare: ne uscii con il disco sotto il braccio, ma anche con la convinzione che l'amata musica non potesse essere compresa dagli adulti.
Piu o meno quello che devono pensare i ragazzi d'oggi quando non viene data la giusta considerazione ai loro riff: su questo aspetto almeno le distanze generazionali si assottigliano. La vita, 25 anni fa, era però molto diversa dall'attuale e per chi era più che un ragazzino gli anni Sessanta, i mitizzati anni Sessanta non offrivano un granchè. Il motorino, un «Ciao» color celeste, sarebbe arrivato solo agli arbori del decennio seguente. Le compagne di scuola indossavano la gonna blu a pieghe; solo le piu ardite portavano le calze, mentre sulla maggior parte delle gambe femminili trionfavano i calzettoni bianchi e ai piedi i mocassini «college». Tra scuola, compiti a casa e qualche allenamento, finalizzato a perdere un po' meno durante le partite di basket della domenica, il pomeriggio del sabato assurgeva a clou del divertimento. Luogo di ritrovo il circolo della Rai, un grande complesso non solo sportivo sulle rive del Tevere. Per arrivarci vi era un autobus «saltuario», nel senso che partiva ogni 40 minuti: meglio allora risparmiare 50 lire del biglietto (magari per qualche sigaretta fumata lontano dallo sguardo dell'allenatore) e farsi un paio di chilometri a piedi. Lo scenario della passeggiata era «incantevole». Cumuli di rifiuti lungo la strada, puttane in attesa di clienti, preservativi usati che galleggiavano sui prati che ancora vent'anni fa costellavano i lungotevere romani.

Per fortuna, i sabato pomeriggio iniziati in modo tanto fosco prose-guivano in un'atmosfera piu romantica.
E il terzo flash, un'immagine formato «Yesterday». Tra un ballo ed un altro, la sorte voile che riuscissi a convincere una biondina a far quattro passi tra i viali che costeggiavano la pista atletica.
Ci giurammo amore eterno, ma non durò che poche settimane.
E a ripensarci oggi, assume i contorni di uno yestarday remoto.





Nautilus

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