breve di cronaca
Balletto di cifre sullo sciopero di CGIL e Gilda
Il Sole 24 ore - 13-11-2001
Per il ministero l'adesione alla protesta per l'intera giornata di Cgil, Gilda e Unicobas si ferma al 17%

Scuola, lo sciopero non sfonda

DaI sindacati: non ha lavorato un docente su due. Partecipazione del 3,4% allo stop Cisl e Uil di un'ora

di Luigi Illiano
(NOSTRO SERVIZIO) ROMA - È la solita guerra di cifre sullo sciopero della scuola. Da una parte la Cgil che parla di «adesione straordinaria» (44,3%): un insegnante su due si sarebbe astenuto dal lavoro. Dall'altra parte il ministero dell'Istruzione che diffonde percentuali di segno opposto: alla giornata di sciopero - indetta da Cgil, Gilda, Unicobas e Cub - avrebbe aderito il 16,80% del personale. Mentre l'astensione limitata alla prima ora di lezione - promossa da Cisl e Uil - sarebbe stata sottoscritta da appena il 3,44% dei lavoratori. Dalle rilevazioni lo sciopero, quindi, non avrebbe sfondato. Sempre secondo la Cgil le scuole chiuse per mancanza di dipendenti sarebbero state 2.347 su 10.800. «L'adesione è risultata distribuita in modo abbastanza omogeneo in tutte le zone del Paese, fra i diversi ordini di scuola e le diverse professionalità», ha precisato Enrico Panini, segretario della Cgil-scuola. Un entusiasmo condiviso da Gilda, Unicobas e Cub. Ma da viale Trastevere la smentita è secca: il maggior consenso allo sciopero è concentrato soprattutto al Centro-Nord. Al Sud le adesioni sarebbero state molto scarse. A Roma, ieri mattina, circa cinquecento docenti si sono ritrovati davanti alla sede del ministero dell'Istruzione, per manifestare ritmando slogan all'indirizzo di Letizia Moratti colpevole di «voler smantellare la scuola pubblica in favore di quella privata, a cominciare dai tagli agli organici». Una manifestazione replicata in diverse città italiane. da Milano a Napoli, da Como a Palermo. Alla protesta si è aggiunta anche l'Udu (Unione degli universitari) per chiedere, tra l'altro, maggiori investimenti per gli Atenei e gratuità totale degli studi fino alla laurea. Le confederazioni della scuola sono giunte divise all'appuntamento con lo sciopero. Al di là delle rivendicazioni, il fronte sindacale arriva al muro contro muro con non poche crepe, come testimoniato dalla diversità e dai distinguo nell'articolazione della protesta. Una frattura politica. Ad esempio, per Cisl e Uil il contenzioso riguarda quasi soltanto il recupero del differenziale tra inflazione reale e inflazione programmata; una vertenza che coinvolge tutto il pubblico impiego. Per la Uil, in particolare, la giornata di sciopero non è giustificata in quanto «sono state accettate le nostre richieste: c'è un impegno per un piano pluriennale di investimenti e per il sostegno delle spese professionali, oltre all'utilizzo di tutte le economie per le retribuzioni del personale docente e Ata». Daniela Colturani, leader della Cisl-scuola bolla l'iniziativa della Cgil come «uno sciopero strumentale, connotato politicamente e ideologicamente. Ci siamo dissociati rispetto a una valutazione degli esiti degli incontri con il ministro Moratti». I Cobas, dal canto loro, hanno preferito contestare autonomamente lo scorso 31 ottobre. Lo Snals, non solo non ha partecipato alla protesta ma, attraverso il proprio segretario generale, Fedele Ricciato ha dichiarato che «la stragrande maggioranza degli operatori della scuola non ha condiviso le motivazioni dello sciopero. Lo Snals continuerà, invece, l'azione di mediazione realizzata al tavolo politico-tecnico attivato dal ministro Moratti». Intanto, proprio ieri è stato approvato al Senato l'articolo 12 della Finanziaria che fa scattare il disco rosso per le assunzioni di personale nelle amministrazioni dello Stato per tutto il 2002. Dal provvedimento sono esclusi, tra gli altri, i lavoratori del comparto scuola.


Dal Manifesto, 14 novembre 2001
APPELLO
Un'altra scuola è possibile
PIERO BERNOCCHI *

Alla Cgil scuola, alle organizzazioni della scuola, ai lavoratori e agli studenti, al movimento antiliberista.
Crediamo che l'attacco dirompente che la ministra Moratti e il governo Berlusconi sta portando alla scuola pubblica, che la loro volontà di privatizzare e mercificare l'istruzione, siano in continuità con la politica scolastica del centrosinistra, che ha voluto la legge di parità e i finanziamenti alle scuole private, la frantumazione regionalistica della scuola pubblica, "l'autono mia" della scuola-azienda e una "riforma dei cicli" che riproduceva la divisione degli anni'50 tra istruzione e avviamento al mestiere, che ha tentato con il "concorsaccio" e gli "aumenti di merito" di gerarchizzare e dividere i docenti.
La Cgil dà un'interpretazione assai diversa del passato, avendo giudicato positivamente, nel complesso, l'operato di Berlinguer-De Mauro. Inoltre, riteniamo che la Cgil, come gli altri sindacati "maggiormente rappresentativi", abbiano pesanti responsabilità nella drastica riduzione dei diritti sindacali subita dai Cobas e dalle altre organizzazioni che si sono viste togliere anche il diritto di assemblea nell'ultimo biennio. Purtuttavia, se guardiamo al presente, registriamo comuni dichiarazioni contro la filosofia della scuola-azienda, contro la privatizzazione della scuola, contro i vari passaggi della parità imposti da Moratti: e anche contro gli articoli della Finanziaria che riguardano la scuola, contro il disinvestimento economico in essa, nonchè a favore di stipendi europei per tutti, senza ricadere nelle trappole del presunto "merito" e della gerachizzazione. Inoltre, su tutte queste cose la Cgil ha già scioperato. Ce n'è quanto basta per proportr alla Cgil di discutere una piattaforma comune che ci porti a dicembre ad un nuovo sciopero generale della scuola e ad una grande manifestazione nazionale che abbia almeno i numeri di quella che travolse il "concorsaccio".
Pensiamo che tale iniziativa vada proposta non solo a tutte le organizzazioni di lavoratori/trici della scuola che hanno già scioperato per battere Moratti, la scuola-azienda e l'istruzione-merce; ma anche alle organizzazioni di studenti che hanno fatto propria tale lotta e a tutto il movimento antiliberista e alle sue componenti più strutturate, dai Forum cittadini alle organizzazioni, dal Prc ai Cobas, dalla Fiom all'Arci, Legambiente e Cub, nonchè alle reti, dai disobbedienti al Network, da Lilliput ad Attac e a tutti coloro che sono intenzionati a difendere la scuola pubblica per migliorarla, e a combatterne la mercificazione.
Attendiamo una risposta, che ci auguriamo positiva, affinchè, insieme, si possa essere motore di avvio di un travolgente movimento: e crediamo che esso debba inserire nella mobilitazione anche un no secco alla guerra che raccolga non solo l'enorme forza espressa il 10 novembre in tal senso, ma anche l'opinione di quel 55% di italiani che dichiarano apertamente la loro ostilità alla guerra e alle logiche del terrore e della strage.

* Portavoce Cobas scuola

  discussione chiusa  condividi pdf

 Franco castronovo    - 18-11-2001
perché i Cobas non sono stati dentro alla giornata unitaria di sciopero Cgil-CUB-Gilda-Unicobas? Sarebbe stata una bella mossa...