La paura del fritto misto
Alessandro Rabbone - 03-02-2001
La paura del "fritto misto", cioe' la paura dei prof. di scuola media di passare a fianco dei colleghi elementari, regredendo cosi' nella scala della considerazione sociale, e' reale e tradisce un luogo comune vecchio come la scuola stessa: l'idea che insegnare a ragazzi piu' grandi sia piu' difficile che insegnare ai bambini e che quindi sia stato giusto, finora, retribuirlo in misura maggiore.
E forse, in parte, e' proprio a causa di quest'idea socio-aristocratica dell'insegnamento - idea tipicamente italiana - che qui da noi abbiamo un rendimento dei sistemi scolastici inversamente proporzionale all'ordine di scuola: ottime scuole dell'infanzia (tra le migliori del mondo) e pessime universita'...


Mi capita sovente, soprattutto negli ultimi tempi, da quando sono comandato in un IRRSAE, di essere chiamato "professore".
Logico... Il mio aspetto vagamente intellettualoide, la barba e gli occhiali, una apparente autorevolezza e sicurezza (ma proprio solo apparente) inducono nell'interlocutore l'idea che io non possa proprio essere un semplice maestro. "Non sono professore" rispondo con una punta di orgoglio provocatorio "...vengo dalla scuola elementare", e preparandomi ad una sottile schermaglia verbale, sono gia' pronto a citare i nomi di Lodi, Ciari, Bernardini e Freinet...
Se dovessi ascoltare solo la voce dell'emotivita' e del senso di appartenenza ad una categoria, sarei paradossalmente d'accordo con le tesi del "Movimento per la traslazione dei docenti ex Scuola Media Inferiore" e, quando la riforma sara' attuata, spererei di poter continuare, nonostante la laurea, a lavorare con i piu' piccoli, magari con quelli dei cinque anni.


Ma la questione credo sia tutt'altra.
Una riforma non si puo' fare tenendo conto di elementi emotivi, di sensi di appartenenza o di aspetti che hanno il sapore, per un verso o per l'altro, di corporativismo.
Se una critica si puo' fare a questa riforma e' piuttosto quella per cui questa non tiene in nessun conto la natura psicologica dei maggiori interessati: gli alunni.
L'eta' del passaggio dalla scuola elementare alla scuola media ha coinciso finora con un periodo di evidenti e profonde trasformazioni biologiche e psicologiche, sottolineate tra l'altro da tutte le branche e le scuole di psicologia dell'eta' evolutiva (da Freud a Piaget...).
Ora potrebbe anche darsi che la scelta di far avvenire il passaggio dall'infanzia all'adolescenza in uno stesso ordine di scuola, con la conseguenza di avere in una stessa organizzazione individui biologicamente e psicologicamente molto diversi tra loro si riveli con il tempo una scelta felice e magari positiva, ma mi preoccupa fortemente il fatto che, a quanto mi consta, il problema non sia assolutamente affrontato in quest'ottica.

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