Il testo che segue è tratto dall’intervista a Pinin Carpi, pubblicata nella rivista “Leggendo leggendo” ed è intitolato:
Pinin Carpi: “La pace impariamola dai bambini”
a cura di Stefano Bettera
Che consiglio darebbe agli insegnanti ed ai genitori che desiderano parlare di pace con i propri bambini?
Spesso negli adulti non c’è coscienza del fatto che anche i bambini sono persone e vanno rispettati come tali ed ascoltati perché possono essere ottimi maestri. Il bambino, di fronte a grandi questioni come la pace e la guerra, trova una sua spiegazione, compie una propria analisi. Se chiediamo ad un bambino se preferisce la pace o la guerra, istintivamente risponderà la pace. Se gli chiediamo cosa ne pensa dei bambini che muoiono di fame, subito ci risponderà che è orribile e ingiusto. Se gli chiediamo di aiutare i piccoli amici in Afghanistan o in Africa, immediatamente allungherà la mano per dare un contributo. Se lo lasciamo giocare con i suoi compagni, non avrà alcuna importanza se questi sono bianchi o neri, cattolici o musulmani. Sono bambini, come lui. Punto e basta.
Nella scuola di oggi fortunatamente ci sono più strumenti di un tempo per “comunicare” con i bambini e comprendere il loro mondo…
Certamente, ma, prima di tutto, è da noi stessi che dobbiamo partire, da come trattiamo i nostri bambini, che sono per natura aperti, curiosi, sinceri. Questa curiosità un tempo veniva repressa, soprattutto nella scuola. Si pensava alla disciplina, alle nozioni e così via. Oggi, fortunatamente, abbiamo altri strumenti. Non dobbiamo mai punire il bambino e nemmeno picchiarlo, se commette degli errori. Non faremmo che aumentare il suo senso di colpa. Con i bambini bisogna parlare con grande semplicità e chiarezza perché sono assolutamente in grado di comprendere tutto. Basta trovare le parole giuste. Se ci si mette, senza vergogna, in comunicazione con loro con grande rispetto, si può ottenere molto di più di quanto ci si aspetti. E si può anche apprendere un modo diverso di vedere la realtà, forse più semplice ma più autentico. Vanno compresi anche i conflitti che, a volte, i bambini esprimono, perché spesso sono sintomo del bisogno di essere ascoltati.
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Se un bambino le chiedesse di spiegargli la pace, che parole userebbe?
I tragici fatti di questo periodo spingono in modo quasi naturale a considerare il concetto di pace più che altro come “assenza di guerra”. Ma la pace, la vera pace, ha molte sfumature e prende le mosse da due aspetti della vita di ogni giorno, il rispetto e la solidarietà. Pace significa innanzitutto non fare del male a nessuno, in nessun modo e, quando è possibile, cercare di aiutare gli altri. Pace significa certamente porre fine a tutte le guerre, ma anche la fine di tutte le ingiustizie, gli sfruttamenti, le povertà e le malattie.