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Profughi
L'Unità - 21-03-2003
Sbarcano i primi 170 profughi iracheni.
Castelli: «Attenti a infiltrazioni terroristiche»





Sono iracheni. Non parlano una parola d'inglese. Sono in fuga. Da qualche giorno prima che il loro paese diventasse diventasse il teatro della prima «guerra preventiva». Sono quasi tutti iracheni - meno due liberiano, per altro arrestati perché sospettati d'essere gli «scafisti» - i 172 immigrati che erano a bordo di un'imbarcazione avvistata ieri pomeriggio a 50 miglia a sud di Lampedusa da un aereo della Marina Militare. La nave, una carretta tenuta a galla per miracolo, è stata raggiunta da motovedette della Guardia Costiera, che l'hanno rimorchiata nel porto di Lampedusa, dov'è arrivata all'alba. La prima segnalazione indicava la presenza di circa 80 persone sulla barca, rimasta senza carburante. In realtà ne trasportata più del doppio: tra i 172 migranti, anche due donne e quattro bambini. Tutti sono stati alloggiati nel centro di accoglienza di Lampedusa in attesa di essere trasferiti ad Agrigento.

Come s'è detto, due persone, originarie della Liberia, sono stati arrestate perchè accusate d'essere gli scafisti della barca. Dovranno rispondere di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e sono stati già trasferiti nel carcere di Petrusa.

E forse prendendo a presto proprio questo primo sbarco di immigrati iracheni, in fuga dalla guerra e dalla fame, il ministro Castelli - in piena sintonia col suo partito, la Lega - è tornato a tuonare contro i rischi di «invasione» post-bellica. «Non è giusto che sia solo l'Italia a farsi carico dei profughi clandestini. - ha detto - Anche l'Europa deve fare la sua parte». Il ministro della Giustizia Roberto Castelli ribadisce la sua posizione e avverte che lDi più: «Tutti se ne devono occupare soprattutto alla luce delle informative dei servizi segreti secondo le quali potrebbero esserci infiltrazioni di terroristi islamici tra i clandestini».

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