breve di cronaca
"Togliamo il crocefisso, turba i piccoli islamici"
La Repubblica - 30-10-2001
"Togliamo il crocefisso
turba i piccoli islamici"


In una scuola della Spezia scontro tra un'insegnante e i genitori

di BRUNO PERSANO
LA SPEZIA - La professoressa di lettere della prima media Cattaneo di Melara, in provincia della Spezia, ha staccato dalla parete il crocefisso perché in classe è arrivato un nuovo alunno, che è di religione musulmana. La decisione ha suscitato un coro di proteste, a cominciare dai genitori degli altri 29 studenti che hanno lamentato una tolleranza "a senso unico": «La tolleranza non deve portare alla rinuncia dell'identità cristiana». Il ragazzino è un nomade che è accampato con i genitori in una zona non distante dalla scuola: ieri era il suo primo giorno di lezione. L'insegnante ha spiegato alla classe che il crocefisso andava tolto perché la tolleranza «deve essere un valoreguida nella società multietnica». Ma il suo gesto non ha raccolto neppure una voce favorevole. La Curia spezzina non ha nascosto il proprio disappunto. «È bene cercare il dialogo tra le religioni - hanno detto in Curia - ma non vi è alcun motivo di levare un crocefisso da un'aula dove la maggioranza degli studenti è di religione cristiana, soprattutto dopo i recenti fatti dell'Afghanistan».
Sul comportamento dell'insegnante si è espressa anche l'ex ministro per la Solidarietà sociale Livia Turco, giudicandolo «eccessivo ma nato da una giusta preoccupazione». «L'insegnante - ha precisato Turco - si è giustamente preoccupata di come rendere ospitale l'entrata in aula dello studente ma ha ecceduto perché non credo che questo debba andare a scapito della nostra religione, della nostra cultura e delle nostre regole. Questo episodio dimostra però quanto siamo impreparati ai processi di integrazione nei confronti delle altre culture». Di parere diverso l'antropologa Ida Magli: «L'insegnante ha sbagliato. Primo perché non è lei la proprietaria degli oggetti della scuola; secondo, perché di solito sono le minoranze ad adattarsi alle maggioranze».
La storia ha fatto tornare alla mente un episodio di un paio di anni fa, accaduto sempre alla Spezia. Un bambino musulmano alunno delle elementari ottenne che fosse un maestro ad impartirgli la lezione e non un'insegnante femmina, perché nel suo paese i maestri sono solo maschi.
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 DON FRANCESCO MARTINO    - 03-11-2001
Esprimendo vivo rispetto per la religione musulmana, vorrei sottolineare che al ragazzino il crocifisso non avrebbe dato fastidio, perchè per l'ISLAM Gesù è uno dei grandi profeti da loro venerati, dopo Abramo e Mosè, anche se non il Figlio di Dio. Anzi, venerano anche la Vergine Maria. La professoressa, evidentemente, ignorava la religione musulmana e i suoi contenuti, forse perchè pervasa da quel laicismo occidentale che fa apparire per rispetto e tolleranza quello che invece lo stesso ISLAM non accetta. L'ISLAM critica il mondo occidentale PERCHE' HA SMARRITO (a loro giudizio) LA VIA DI DIO (o di Allah, se volete), ed il gesto della professoressa (è paradossale, ma è così) è per il ragazzino, o per un islamico, un ulteriore prova che in Occidente tutto è corrotto, tutto è "peccato", e che solo l'ISLAM lo salverà...

 cappelletti pierluigi    - 04-11-2001
Sono perfettamente d'accordo con il prete che ha qui molto ben commentato il concetto di DIO in noi e negli islamici.
Insegno da oltre due decenni, e divo dire che anche il altre occasioni ed ambiti ho modo di riflettere più volte sul norto concetto di tolleranza.
Ho in classe una alunna testimone di Geova, quindi per rispetto al suo credo non posso festeggiare i compleanni degli altri 14 alunni, cantare Inni nazionali, parlare di feste di Halloween, Natale, Carnevale ecc..
E' giusto limitare la libertà degli altri per rispetto di quella di uno solo?
Non sarebbe più logico, giusto, umano, che chi si inserisce in realtà culturali e sociali ben definite da secoli di storia chiedesse a sè stesso un atto di comprensione e uno sforzo personale di accettazione, per rispetto ed amicizia nei confronti di chi ospita, accoglie e aiuta?
Mi rendo conto che la mentalità aperta di cui anch'io sono andato fiero vacilla, se messa di fronte a certe situazioni reali, quotidiane.
Viene da pensare che per anni si è forse sbagliato, in completa buona fede.
Ma oggi non mi pare di chiedere troppo a chi si inserisce nel nostro contesto lavorativo, storico e culturale, godendo giustamente dei nostri servizi e dei propri diritti: un pochino di doveri credo sia legittimo richiederli a tutti, non solo a noi stessi.
Pierluigi Cappelletti

 Franco Castronovo    - 04-11-2001
i crocefissi vanno tolti, dalle aule ma anche da ogni altro locale scolastico (aula docenti, segreteria, presidenza...) indipentemente dalla presenza di alunni cattolici, musulmani, buddisti, ebrei e via dicendo; non è un punto di arrivo, è un punto di partenza (e di decenza), e nella mia scuola me ne sono occupato personalmente

 sandrina    - 04-11-2001
Ma mica è una novità?
Insegno in una scuola elementare e ho tolto il crocefisso dall'aula tre anni fa perchè nella classe dove lavoro ci sono un bambino mussulmano e una bambina testimone di geova. Nessun genitore si è ribellato, nessun alunno ha detto niente... Non mi sento una pioniera per questo, nè credo di essere particolarmente tollerante, sono cattolica praticante ma credo che non sia opportuno tenere il crocefisso in aula perchè la scuola pubblica, per fortuna, è laica ed aperta a tutti.

 luisa    - 04-11-2001
Credo che i simboli religiosi vadano lasciati ai luoghi deputati al culto. Un locale pubblico ha il dovere di operare nella più assoluta laicità.
Ritengo inoltre che quando ogni credo religioso diventerà una questione intima e personale, ci risparmieremo dannose "crociate" ......

 Lidia Vallarolo    - 05-11-2001
Personalmente, da genitore avrei protestato anch'io; da insegnante mi trovo ad organizzare spazi e tempi in modo che tutti si trovino a loro agio, nel pieno rispetto della religione di ognuno (in classe ho testimoni di Geova e islamici, oltre i cattolici). Si può fare, e sono tutti più soddisfatti perchè il crocifisso non è solo il fulcro della nostra fede (per i credenti), ma rappresenta un'identità culturale che, ci piaccia o no, ci permea da circa 2000 anni. Il richiamo alla nostra identità provoca un richiamo dell'identità altrui che se viene ben gestito, invece che provocare diffidenza, è motivo di curiosità e approfondimento e, alla fine, di maggiore stima reciproca e rispetto. Per questo festeggiamo i compleanni, parliamo, portiamo illustrazioni di luoghi di culto, spieghiamo le feste e le tradizioni... stiamo bene. Siamo un popolo fatto così perchè siamo immersi in una specifica cultura millenaria che ci circonda. Perchè vergognarsene? Perchè ritenere che porti imbarazzo? Io penso, per concludere, che il rispetto si debba dare, ma che sia giusto anche averlo, e se per rispetto io non mi sognerei mai di pretendere la soppressione dei simboli altrui, non mi sogno nemmeno di togliere i miei: conviveremo!

 biondovband    - 09-11-2001
vai a mettere un crocefissso a Kabul !!!!