E il sostegno dov'è?
Adriana Pavese - 28-10-2001
Che tra le tre "I" della nuova scuola voluta dalla nostra ministra non ci fosse Integrazione , l'avevamo capito, ma quello che sta succedendo a Torino, relativamente alla cattedre di sostegno, ha veramente dell'incredibile e ancor più incredibile e vergognoso è che non se ne parli.
Come sa chi lavora nella scuola , la maggior parte delle cattedre di sostegno sono cattedre di fatto, cioè istituite di anno in anno in relazione al numero e alla gravità degli allievi con handicap presenti nella scuola. Da quest'anno queste cattedre vengono date a supplenza dai presidi e qualcuno penserà che in questo modo, finalmente, sarà tutto più semplice e veloce. Errore!
I presidi devono scegliere i supplenti su graduatorie d'istituto che vengono elaborate centralmente e poi inviate alle scuole per via telematica : tutto chiaro, trasparente e veloce quindi. Errore!
Nelle nostre scuole le graduatorie di istituto sono arrivate la scorsa settimana , dopo un mese e mezzo dall'inizio dell'anno scolastico. Nel frattempo , dato che gli allievi in situazione di handicap hanno ancora
il diritto di frequentare, sin dal primo giorno, la scuola pubblica (le loro famiglie non hanno il problema del diritto di scegliere la scuola!), i presidi hanno dovuto nominare, "fino ad avente diritto", supplenti
dalle vecchie graduatorie. Gli insegnanti specializzati sono in numero insufficiente e tuttti sistemati, quindi sono arrivati insegnanti di tutte le materie, spesso senza esperienza di questo tipo di lavoro; in alcuni casi, come è successo nella mia scuola, sono persone serie, alcuni hanno già lavorato sul sostegno, si danno da fare, cercano aiuto dai colleghi più esperti e dagli insegnanti di classe, si affezionano ai ragazzi (alcuni molto gravi) e iniziano a lavorare.
Ci eravamo quasi dimenticati delle graduatorie , quando si sparge la voce.....sono uscite! Soliti problemi delle segreterie per scaricarle e inizia un vorticoso giro di telefonate tra presidi e ex-provveditorato: che fare? Sono provvisorie o definitive? Bisogna cominciare a chiamare?
Nella mia scuola tra prima, seconda e terza fascia (e non mi provo neanche a capire in base a che cosa i colleghi siano in una fascia o nell'altra) sono più di 200: sono divisi per materia, per nominare sul sostegno bisogna fare l'incrocio tra le materie secondo il punteggio (e per fortuna, dopo un po' di tentativi si scopre che può farlo il computer), ma tra le varie voci che determinano il punteggio non compaiono gli anni di sostegno, nè la richiesta di svolgere questo tipo di lavoro. Conclusione : per insegnare agli allievi in situazione di handicap basta respirare ed essere disoccupato. Arriva la direttiva : "si deve iniziare a nominare sulla prima fascia , che è definitiva."
I miei bravi colleghi sono abbastanza alti in graduatoria e quindi, sperando di non doverli cambiare , inizio ad aiutare la segreteria nell'operazione telefonate: quasi tutti gli insegnati interpellati lavorano già, e quindi molti non sono a casa, si lascia il massaggio sulla segreteria quando c'è ,oppure alla vecchia mamma, oppure alla colf filippina. Se l'insegnante non ritelefona , si manda il telegramma (10/20 al giorno, alla faccia del risparmio!) . Alle volte capita di incontrare insegnanti che non hanno mai fatto sostegno i quali, dato che sono persone serie, quando sentono che dovrebbero occuparsi di ragazzi con handicap grave , pur essendo
disoccupati, rifiutano perchè si rendono conto di non avere le competenze.
Spesso succede che l'interpellato sia già in servizio in un'altra scuola "in attesa di avente diritto", ed essendo una persona seria , risponde "lavoro già con un bambino handicappato, mi spiace lasciarlo, aspetto a
rispondere per vedere se in questa scuola arrivano a nominare me". La stessa cosa rispondono i miei colleghi , quando sono chiamati da altre scuole. Risultato: tutti fermi !
Dopo una settimana di questo lavoro da telefonista (naturalmente fuori dall'orario di servizio) arriva un'altra voce: "tutte le graduatorie sono da ritenersi provvisorie", quindi tutto è rimandato tra 40 giorni!!


A questo punto non si può veramente più scherzare: con quale coraggio mi si può dire , dopo averci costretto a scegliere gli insegnanti di sostegno tra gente che non ha nessuna esperienza e non ha chiesto di fare questo lavoro, che devo costringere un ragazzo in difficoltà a cambiare l'insegnante dopo quasi tre mesi di scuola? I presidi, anzi i dirigenti, hanno tutto il diritto di temere i ricorsi, i lavoratori
hanno diritto al lavoro e al rispetto delle precedenze, ma i ragazzi, le famiglie , che diritti hanno?
Qualcuno ha idea del tempo che ci vuole per entrare in comunicazione con un ragazzo autistico? per progettare con i colleghi un lavoro che integri nella classe un bambino cerebroleso grave? per capire con far usare la tastiera del computer a chi non riesce a controllare nè gli arti, nè il capo? A questo stanno lavorando i miei colleghi, queste sono le cose di cui si occupano gli insegnanti di sostegno che sono
persone serie. Anche se si occupano pure di cambiare pannolini, soffiare il naso, imboccare , gli insegnanti di sostegno non sono delle specie di colf intercambiabili.
Io ho parlato di persone serie, ma in questo meccanismo perverso non c'è niente di serio, se non i problemi che si creano a chi è già svantaggiato.
Tra 40 giorni , se qualcuno mi dirà che devono cambiare gli insegnantidi sostegno della mia scuola, non starò più a perdere tempo al telefono, ma uscirò a protestare con i genitori dei miei ragazzi .

Adriana Pavese, responsabile del gruppo H di istituto
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 Paola Golzi    - 04-11-2001
Aderisco pienamente a quanto è stato scritto in questa lettera. Sono insegnante di sostegno o,secondo una Circolare dell'Ufficio scolastico di Milano insegnante specializzata all'integrazione.
Nella scuola in cui lavoro non siamo conciati così male, però la situazione di cui parlava la collega è diffusa.

 adriana Carli    - 09-11-2001
La situazione evidenziata in modo così dettagliato è purtroppo comune a tanti istituti, compreso il mio. Sono d'accordo con il fatto che la protesta dei genitori dovrebbe essere più forte e sostenuta dagli insegnanti stessi. Comunque, io credo che la nostra migliore risposta sia quella che da anni ormai ho visto realizzare dai docenti: un lavoro costante con i ragazzi, spesso contro i propri interessi economici. Buon lavoro anche per questo anno, cominciato in modo così poco incoraggiante