Ogni anno, a settembre
Franco Di Michele - 27-10-2001
Ogni anno, a Settembre , euforici ed abbronzati , gli Insegnanti si danno convegno per celebrare il solenne rituale della Programmazione ed essere così pronti a fronteggiare le grandi sfide che la Modernità e la Globalizzazione impongono.
L’ordine del giorno è ogni anno lo stesso:
“ Quali strategie educative, didattiche e culturali per opporsi
a) all’antinomia crescente tra un sapere sempre più specializzato, compartimentalizzato e la trasversalità e globalità dei problemi;
b) alla dissociazione tra cultura umanistica, della riflessività e della problematizzazione e cultura scientifica, caratterizzata dall’organizzazione specialistica del sapere;
c) alla persistenza di una finalità meramente informativa contro una finalità formativa, come capacità di selezionare e organizzare le conoscenze.”
Dopo la lettura dell’ordine del giorno , un’euforia quasi orgiastica si impadronisce dei docenti e solo qualche insegnante “ retrogrado” , intervenendo , manifesta una certa scettica consapevolezza di fronte ad un tale compito immane anche perché “…la scuola italiana è malata , perché è l'unica in Europa dove il professore entra, parla, spiega, detta, interroga ed esce. Così anche per sette ore di seguito, alla faccia di tutte le certificazioni della psicologia e della moderna pedagogia che attestano i drastici limiti dell'assorbimento passivo o dell'input (pare non oltre i 120 minuti nell'arco di una mattinata), da parte di uno studente.”
Ma il malcapitato viene subito tacitato da un collega reduce da un corso di aggiornamento che gli ricorda che il problema è da considerarsi già risolto perché “ …nell'esercizio dell'autonomia didattica le istituzioni scolastiche regolano i tempi dell'insegnamento e dello svolgimento delle singole discipline e attività nel modo più adeguato al tipo di studi e ai ritmi di apprendimento degli alunni….”
Al “ retrogrado “ nulla serve far notare che sarebbe il caso di riconsiderare anche i ritmi di insegnamento dei docenti e i carichi di lavoro ai quali sono sottoposti perché subito un altro collega lo zittisce citando le conclusioni di uno studio dell’OCSE commissionato nel 1997 dal Ministero della Pubblica Istruzione, nelle quali si dice testualmente “ Raccomandiamo di introdurre una certa flessibilità negli itinerari degli allievi per far sì che l'istruzione che essi ricevono possa adattarsi agli interessi ed ai ritmi d'apprendimento di ognuno…” e non si parla assolutamente dei ritmi e dei carichi di lavoro dei docenti, per cui il problema oggettivamente non sussiste ,si tratta solo del caso personale di un collega forse un po’ esaurito.
A questo punto un altro docente propone l’introduzione della settimana corta, per gli studenti , con un’articolazione oraria costituita da unità di apprendimento di 50 minuti, sei unità per cinque giorni, in luogo delle attuali 5 unità per sei giorni, ( tanto sempre trenta dà come risultato) , motivando la proposta con la necessità di consentire alle famiglie degli studenti di passare i week.-end con i loro figlioli, come rimedio al progressivo degrado del rapporto tra genitori e figli che non hanno più occasioni per stare insieme e come risposta più adeguata alle raccomandazioni ministeriali relative ai ritmi di apprendimento degli studenti.
Il collegio approva la proposta in maniera plebiscitaria e il docente che sa tutto sull’OCSE, per non essere da meno, propone che le unità di apprendimento siano svolte secondo i criteri della “didattica breve“ combinata con la modalità ”modulare-interdisciplinare-multimediale “ anche se, avverte con solennità , occorrerà saper ben gestire simili innovazioni. Come infatti ricorda l’OCSE stesso:” ….vorremmo sottolineare che un'accumulazione di moduli o di crediti non costituisce una istruzione né una qualifica professionale. Raccomandiamo, inoltre, un approfondimento della riflessione sulla questione, affinché l'attuazione di questa flessibilità non sia di pregiudizio per la qualità dell'istruzione “ Siccome dal Collegio si leva un coro unanime di rassicurazioni, propone altresì di incrementare la realizzazione di iniziative che possano costituire credito formativo spendibile agli Esami di Stato e una revisione più favorevole per gli studenti dei criteri di valutazione dei crediti stessi per evitare che questi ultimi, in sede di Esame , possano essere eccessivamente penalizzati nel caso in cui non siano stati capaci di portare a termine una preparazione curriculare accettabile.
Su quest’ultima proposta si scatena il tripudio generale e il Collegio decide di sciogliersi.
Il collega “ retrogrado” , pensando ai suoi ritmi di insegnamento e ai suoi carichi di lavoro di colpo decuplicati, pensando ai figli e alla moglie che forse non vedrà più , pensando agli occhi tristi e alla facce smunte degli studenti travolti dall’accanimento tecno-didattico teorizzato da “ saggi “ che forse non hanno mai messo piede in una classe “ reale “, pensando alle richieste implicite di apprendimento costruito sulla convivialità e sulla serenità che gli sguardi e le facce dei suoi studenti in carne ed ossa sottintendono e alle quali sarà sempre più difficile rispondere , si avvicina all’esperto OCSE e gli sussurra , in un ultimo disperato tentativo , che , tuttavia, secondo Montaigne, “ …è sempre meglio una testa ben pensante che una testa ben piena “ L’altro sbarra gli occhi e gli risponde con malcelato disprezzo: ” In 600 ore di aggiornamento alle quali ho partecipato, tenute dal fior fiore degli esperti, nessuno ha mai nominato questo tuo Montaigne e se e anche esiste , deve essere il solito che rema sempre contro qualunque tentativo di seria innovazione ,uno di quelli che “ Ai miei tempi ,la scuola sì che funzionava e i treni arrivavano in orario!!”
Fuori è ormai notte inoltrata.
Mentre i Docenti si avviano alle auto , due ombre furtive scivolano nel buio dopo aver appiccato un cartellone su cui è scritto a caratteri cubitali:

“ DOMANI SCIOPERO GENERALE DI TUTTI GLI STUDENTI :
VIA GLI AMERIKANI DAL VIETNAM !!!- “

Franco Di Michele
Docente Liceo Scientifico di NERETO ( TE )


interventi dello stesso autore  discussione chiusa  condividi pdf

 Giulia Terracciano 2° circolo di casalnuovo di napoli    - 28-10-2001
Nulla da eccepire, Michele . Sei stato GRANDE!!!!
Ho deciso che divulgherò il tuo articolo ! Chissà se qualcuno rifletterà...
Ciao, spero di scambiare con te opinioni e.....ironie sul mondo della scuola.

 Francesca Sotgia    - 31-10-2001
Salve. In un momento che precede una festività ho avuto il tempo di sorridere di cuore della nostra surreale condizione di insegnanti. Mi è venuta voglia di scrivere al simpatico collega che, nonostante siamo gravati dalla mistificazione dell'innovazione tecnologico-didattico-globale, la cosa più bella del nostro lavoro è la sua dimensione umana. Cerchiamo di non farla soffocare. Ho inteso bene il messaggio di sovversione neo-umanistica?
Francesca Sotgia
Docente di scuola elementare, Ozieri (SS)

 Dani    - 31-10-2001
buona l'ironia del tuo scritto. Ma poi il tuo docente "retrogrado" è riuscito ad arrivare per cena a casa?
E la famiglia lo attendeva serena e felice per il pasto?

 max    - 03-11-2001
lirica pura ! mi posizionerei tra il retrogado silente ed il multimediale rampante...però anche quelli del manifesto non son male ! saluti e complimenti