breve di cronaca
Parità con coerenza
Il Mattino - 07-02-2003
POLEMICA PER LA DECISIONE DEGLI ISTITUTI DI NON ISCRIVERE I BAMBINI SOTTO I 5 ANNI

Sperimentazione finita, fuga dalle scuole statali


«Niente sperimentazione il prossimo anno» aveva detto il direttore scolastico regionale Alberto Bottino. Se non parte la Riforma Moratti le scuole pubbliche non devono accettare bambini sotto i 5 anni in classe nemmeno come uditori. È bastata questa dichiarzione a rompere gli argini e a far scattare la protesta di centinaia di genitori che hanno letto nel divieto una sorta di «via libera» per l’accoglimento da parte delle scuole private e paritarie di tutti i «rifiutati» dalle strutture statali. A farsi portavoce di questo dissenso sono stati i componenti del Consiglio del XVI Circolo Didattico «Villanova Orazio» che lo hanno esposto con dati e cifre, nel corso di una conferenza stampa svoltasi ieri mattina nell’Antisala dei Baroni sul tema «Le pari opportunità nell’accesso all’istruzione pubblica e privata». Sono intervenuti anche i consiglieri comunali Rosalba Cerqua dei Ds e Sandro Fucito di Rifondazione, esponente della commissione consiliare Scuola.
Bottino, in una dichiarazione rilasciata a metà gennaio, era stato categorico: la sperimentazione di quest’anno ha avuto validità per 270 scuole in Italia e 21 in Campania, ma si concluderà a giugno. Non sarà possibile, quindi, proseguire anche nell’anno 2003/2004 questa esperienza che ha portato ufficialmente nella scuola pubblica centinaia di scolari a 5 anni e non a sei come previsto dalla normativa ancora in vigore. A meno dell’entrata in vigore in questo lasso di tempo della Riforma Moratti che darà l’imprimatur indispensabile della legge a quella che per ora è e resta un esperimento.
«Se la Moratti l’ha avviata quest’anno, da noi invece la sperimentazione si fa dal 1984 - ha spiegato Toni Nocchetti, presidente del Consiglio di Circolo - prima con un solo modulo, cioè una classe, poi con tre. Ma ora dopo le indicazioni di Bottino anche la direttrice della nostra scuola ha chiesto ai genitori di circa cento bambini di ritirare l’iscrizione alla materna sperimentale, quella cioè che per quasi 20 anni prima veniva indicata come «primina». Dall’anno prossimo, quindi non si farà più neanche da noi. Tutto questo non farà che favorire gli istituti privati e paritari della zone. Solo noi ne abbiamo contato ben sei nel raggio di pochi chilometri. Ognuna di queste, interpellate proprio questa settimana, quando cioè ufficialmente sono chiuse le iscrizioni già dal 25 gennaio, si sono dette disposte ad accogliere i bambini per la primina». «Questo comportamento - ha sottolineato il consigliere Sandro Fucito - crea una disparità nel diritto all’istruzione. Le leggi dello Stato sono uguali per tutti ma così si rischia di consegnare centinaia di bambini alle private. Poi perchè si vietano le iscrizioni alle statali e si consentono poi nelle paritarie anche se entrambe sono scuole pubbliche?». Solidale con la protesta anche il consigliere Cerqua. «Capisco e condivido i problemi di tante donne alle prese con il lavoro e gli obblighi di madri - ha detto - l’iniziativa dei genitori del XVI Circolo coinvolge una platea molto più ampia. Penso agli abitanti di Scampia e delle Vele che saranno abbattute proprio nei prossimi giorni. Tanti i problemi tra cui anche quelli dei bambini. Non so se pedagogicamente sia giusto anticipare a 5 anni, ma in alcuni casi può essere una necessità e quindi se fosse un rischio sarebbe certo il minore piuttosto che farli stare in strada». Ferma la risposta di Bottino. «Se la legge c’è bisogna che tutti la rispettino. Il termine del 25 gennaio è stato fissato per le statali in base all’organizzazione della programmazione didattica. Se le paritarie ne hanno una diversa si regolano di conseguenza. Ma questo non consente che si usino due pesi e due misure. Quindi - conclude - controllerò personalmente che non vi siano eccezioni, perchè se la sperimentazione non si farà nelle statali non ci dovrà essere neanche nelle paritarie».

ANNA MARIA ASPRONE

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