Lettera aperta al Ministro della Difesa Antonio Martino
Pax Christi - 31-01-2003
Signor Ministro,

esprimiamo la nostra amarezza e il nostro fermo disappunto per quanto da Lei affermato: "Ogni prelato, anche un alto prelato, dovrebbe benedire una missione di militari". Siamo senza parole, ci creda.
Siamo due sacerdoti che lavorano in Parrocchie diverse (Brescia e Novara); insieme stati più volte a Sarajevo, in Terra Santa e, recentemente, ai primi dello scorso dicembre, in Iraq. Tutti e due facciamo parte anche di Pax Christi, movimento cattolico internazionale per la pace.
Certo è sorprendente che un Ministro della Difesa dica cosa debbano fare i prelati.
Soprattutto dica che devono benedire le missioni militari.
Come preti siamo abituati a benedire: ci è capitato di benedire un bimbo appena nato, un uomo e una donna che dichiaravano il loro amore e formavano una nuova famiglia, una scelta coraggiosa di impegno e servizio di un giovane, una comunità nel suo dolore, l'intimità di una fatica o di una gioia.
Mai abbiamo benedetto un contingente in partenza per la guerra, un'arma, una guerra, una violenza, un gesto che faccia uno o più vittime.
Non fa parte del nostro patrimonio spirituale e culturale, non fa parte del Vangelo.

Siamo rientrati da poco dall'Iraq, abbiamo ancora impressi i volti, i nomi i sorrisi e le sofferenze delle persone che ci hanno accolto e con le quali abbiamo condiviso la vita quotidiana. E¹ su di loro che cadranno le bombe intelligenti che Lei vorrebbe anche benedette.
Loro sono già vittime dell'embargo e noi, uomini di Chiesa, dovremmo anche benedire la follia di una nuova guerra? E¹ vero che spesso nell'ambiente politico-militare le persone uccise vengono chiamate: effetti collaterali. Un po' di pudore!

Signor Ministro, bene-dire, cioè dire-bene è un dono di Dio, il quale ha mandato suo Figlio sulla terra. Egli è la nostra Pace. La Benedizione quindi, ne siamo convinti, può essere solo benedizione di pace. E' grave il tentativo di usare Dio a proprio uso e consumo. La benedizione non si può barattare né comprare, né tantomeno ridurre a gesto scaramantico, sperando che porti bene.
Signor Ministro, invece di cercare la Benedizione di Dio e dei vari prelati per azioni di guerra, si impegni ad essere fedele alla Costituzione Italiana che all'art. 11 Ripudia la guerra.
Sarabbe, davvero, una benedizione per l'Italia e per il mondo.

Ci piace, infine, ricordarLe il discorso del Papa al Corpo diplomatico lo scorso 13 gennaio: "Tutto può cambiare. Dipende da ciascuno di noi. Dipende chiaramente anche dai responsabili politici chiamati a servire il bene comune. Si impongono pertanto alcune scelte affinché l'uomo abbia ancora avvenire. I popoli della terra e i loro dirigenti devono avere talvolta il coraggio di dire "no". NO alla morte, NO all'egoismo, NO alla guerra. SI alla vita, SI al diritto, SI alla solidarietà"

Diciamo un chiaro NO al Suo invito di benedire gli eserciti e le guerre, (visto che gli alpini in Afghanistan ci vanno a continuare una guerra).
Piuttosto benediremo ogni gesto e volontà di pace, di giustizia, di condivisione, di perdono che i piccoli e i grandi della terra faranno.
Con i migliori saluti


don Fabio e don Renato
30 gennaio 2003


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 marisa    - 02-02-2003
Sono pienamente favorevole su quanto hanno detto i due prelati ,vorrei anche chiedere al sig. Martino: Scusi lei ha figli? Se sì, sono partiti con gli alpini o li ha mandati in un luogo sicuro insieme con i figli di Berlusconi, Fini, Bossi, la Russa, Casini, e quanti altri fanno parte di questo governo agguerrito?
Sperate forse che il presidente americano vi dia qualche barilotto di petrolio? Se sì affogateci tutti dentro e lasciate in pace i nostri figli.

 Grazia Martino    - 09-02-2003
Da Laica mi associo al disappunto di Pax Christi.
Mi dispiace profondamente di portare il suo cognome.
Ossequi ministro Martino