breve di cronaca
Ricerca espropriata
La Repubblica - 25-01-2003
Roma, protestano con un minuto di silenzio, anche grandi nomi
"Vogliono mettere la ricerca pubblica al servizio delle imprese"
"Questa è una dittatura"
gli scienziati contro la Moratti
L'assemblea degli "aiutoconvocati respinge la riforma




ROMA - Secondo Letizia Moratti è una "rivisitazione del sistema". Ma secondo gli scienziati che si sono autoconvocati ieri mattina a Roma nella sede del Cnr, il progetto di riforma degli enti pubblici di ricerca, di cui nelle stesse ore iniziava l'esame in Consiglio dei ministri, è un'occupazione in piena regola, un'espropriazione dell'autonomia scientifica da parte del governo, il cui è obiettivo è acquisire il totale controllo della ricerca pubblica, riducendola ad un mero strumento di servizio per le imprese. "Ho la stessa sensazione che si prova quando torni a casa e scopri che ci sono stati i ladri, hanno aperto i cassetti e buttato per terra le fotografie degli antenati", ha detto sconsolato il fisico Carlo Bernardini, mentre Giorgio Salvini, presidente onorario dell'Accademia dei Lincei, ha parlato di "segnali che si sta andando verso una dittatura", affermando che "la questione va al di là del problema della ricerca".

La scelta del governo di escludere la comunità scientifica dal dibattito sulla riforma è stata sottolineata dall'assemblea degli scienziati con un minuto di silenzio. "Un minuto di silenzio con il quale ci opponiamo al silenzio che ci hanno imposto come comunità scientifica," hanno spiegato gli organizzatori dell'affollatissimo incontro. Il ministero ha infatti elaborato il suo progetto senza mai raccogliere i pareri dei ricercatori, preferendo affidarsi alle competenze di una società di consulenza aziendale. Il risultato è quella che gli scienziati hanno definito "una soluzione di autorità nei modi e nella sostanza" che rivela il "disinteresse di questo governo verso il ruolo della ricerca nelle forze economiche".

Lo dimostrerebbe, ad esempio, la decisione di sciogliere l'Istituto nazionale di fisica della materia, considerato un modello di efficienza organizzativa, che la Moratti vuole accorpare al Cnr. O la scelta di inserire nella struttura del Cnr, tra il consiglio d'amministrazione ed i 108 istituti dell'ente, l'ulteriore livello gerarchico (e burocratico) dei dipartimenti. "Con la scusa di snellire il Cnr si introduce un modello verticistico," ha commentato il presidente del Cnr Lucio Bianco. Secondo Bianco, i tre decreti in cui il governo intende articolare la riforma vanno addirittura contro la Costituzione, che nell'articolo 33 garantisce l'autonomia scientifica ed organizzativa di università ed enti di ricerca. A minacciarla sono, tra l'altro, i nuovi meccanismi di nomina previsti dal governo, che si sostituisce alla comunità dei ricercatori anche nelle strutture di valutazione e consulenza scientifica.

Numerose le forme di lotta allo studio. Se ne occuperà, in collegamento con le varie componenti della comunità scientifica, il gruppo di coordinamento votato dai rappresentanti dei comitati di istituto del Cnr presenti all'assemblea di ieri, che hanno deciso anche di sospendere ogni attività istituzionale e seguire passo dopo passo l'iter del processo di riforma.

Un iter che potrebbe quindi rivelarsi più complesso del previsto. Piero Fassino, intervenuto all'assemblea con Rutelli e Carra, ha garantito che i DS si batteranno fino in fondo contro i decreti. Che esprimono "una concezione della ricerca strategicamente sbagliata," ha detto, poiché "la ricerca non è una protesi del sistema produttivo". Ma qualche segno di disagio arriva anche dalle file della maggioranza. Il responsabile ricerca di AN, Antonio Mussa, giovedì scorso si era detto preoccupato per il metodo con cui è stata progettata la riforma. "Nemmeno io," ha dichiarato, "ho avuto la possibilità di mettere mano e di venire a conoscenza della riforma del Cnr."

CLAUDIA DI GIORGIO
(25 gennaio 2003)





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 Ilaria Ricciotti    - 02-02-2003
E' inaccettabile che anche il CNR venga rivisionato da questo governo che sta dando l'impressione di voler mettere le mani su tutto. Dobbiamo essere orgogliosi di avere dei "Grandi Cervelli" che tra mille difficoltà fino ad ora si sono comunque dati da fare per la ricerca. Ricerca che viene minata per il fatto che molti di loro stanno spiccando il volo per altri lidi, in quanto non sono messi in condizione di lavorare in piena autonomia. Lo stesso Premio Nobel Rita Levi Montalcini ha esternato le sue rimostranze. La ricerca è il cuore di un Paese civile, da ciò che si legge sui quotidiani e si ascolata in TV , non sembra che sia così.Noi cittadini perciò non dobbiamo permettere che questo avvenga e abbiamo il dovere di sostenere i Ricercatori, magari inviando, tramite email o fax, il nostro dissenso.