Guerra globale
Antonio Limonciello - 05-10-2001
Sembrava a portata di mano una stagione che avrebbe unito il mondo intorno a una nuova speranza, cambiare si può, si sussurrava in rete, si gridava per le strade, si cantava sulle spiagge intorno ai falò.
Ma puntuale, come una tragicità duale, ecco la guerra globale, senza territorio definito, senza stati, senza neanche la rappresentazione del racconto massmediatico, senza un'informazione democraticamente controllabile.
La nuova guerra sarà "sporca" -come le altre fossero pulite-, perciò i governanti "buoni" non avranno la convenienza della rappresentazione televisiva, non
ne avrebbero benefici di consenso.
Guerra globale non e' guerra mondiale, e' altro. Guerra globale vuol dire che oggi si spara in Afghanistan, domani in Iraq, dopodomani.....
vuol dire che un gruppo terrorista rispondera' abbattendo la torre di Pisa, un altro facendo saltare aerei in volo, un altro ancora una nave nel Pacifico..... vuol dire che si combattera' su tutti i territori, in tutti gli stati, senza frontiere, non ci saranno piu' frontiere per la guerra.
Ma il vento di guerra non e' l'unico danno del terrorismo, c'e' altro, qualcosa che puo' scavare solchi piu' profondi, se ne odono i preludi: all'orrore terrorista persone come la Oriana Fallaci, Ida Magli, il cardinale Biffi, Baget Bozzo, il cavaliere Berlusconi chiedono "un fronte" di una civilta' contro un'altra.
Cioe' all'integralismo islamico si risponde con un altro integralismo.
Ci sono poi le intenzioni di limitare le liberta': "non siamo ancora attrezzati per questa liberta' globale, abbiamo paura, c'e' da avere paura. I flussi sfuggono al controllo, i poteri sono messi in discussione, dobbiamo correre ai ripari, restrizioni sulla liberta' di informazione, di comunicazione, restrizioni sui salari reali, niente riduzione delle tasse ........". Insomma in ogni stato il governo puo' approfittarne per far passare politiche, rese dei conti che altrimenti non sarebbero state possibili.
Cioe' alle societa' non democratiche si risponde abbassando la qualita' della nostra democrazia.

A luglio avanzava "un popolo" che spingeva in avanti i poteri forti del mondo, che costringeva i potenti a varare programmi di sviluppo, di aiuti, ecc.... a luglio c'era un dualismo tra poteri forti globali e movimenti per "un'altra globalizzazione", oggi lo scontro si sta spostando, con reciproche forti convenienze, tra i poteri che gestiscono la globalizzazione e un soggetto vago "non ancora pienamente definito" che non ha obiettivi globali, ne' nel senso territoriale, ne' in
senso di prospettiva di soluzione dei grandi squilibri nord sud.
In poche parole il nuovo soggetto non e' portatore di speranze, ma di morte, distruzione, vendetta.
Il suo progetto probabilmente, per ora, e' la conquista del potere nel mondo islamico, ma non e' detto che a sua imitazione non nascano altre organizzazioni che partono da altre culture e che si pongono finalita' quali la lotta del terzo mondo contro il primo mondo, o civilta' superiore come ama definirla l'incauto Berlusconi [in realta' lo pensano molti dei governanti occidentali, solo che gli altri sanno tener conto delle necessita' del momento e del ruolo che occupano]. E' reale quindi la possibilita' che i deboli della terra, annichiliti dall'assenza di speranza reale e dal cinismo di noi ricchi, vedano nella distruttivita' l'unica possibilita' di essere, di "bucare" gli schermi dietro ai quali la nostra comunicazione li nasconde.
Conclusione, Il WTO, la Banca Mondiale, il FMI, il G8, ecc... hanno trovato nel terrorismo un insperato alleato che li arma di piu' potenti motivazioni, che crea una maggiore coesione del tessuto sociale e della rappresentanza politica all'interno dei singoli stati e taglia fuori i movimenti di critica al loro modello di
globalizzazione.

Per tutte questo elenco di ragioni la lotta al terrorismo e' una necessita' di chi si oppone alla globalizzazione del profitto, all'impoverimento di chi e' gia'
povero, alla distruzione del patrimonio dell'umanita', dalla diversita' culturale a quella genetica, una devastazione di proporzioni e dalle conseguenza tragiche. Battere il terrorismo e' un obiettivo soprattutto dei democratici di tutto il mondo, soprattutto delle opposizioni di tutto il mondo perche' esse si trovano piu' in difficolta' rispetto ai governi che escono rafforzati dai climi di guerra, soprattutto di chi vuole esercitare il diritto di critica perche' oggi si sente dire che chi "critica ha delle coincidenze strane con il terorrismo". Il terrorismo e' nemico dei progressisti, molto di piu' di quanto non lo sia per Bush e Berlusconi. Ma cosa vuol dire lotta al terrorismo? Secondo molti intellettuali, senza contare i governi, la lotta al terrorismo si traduce in accettazione acritica di tutto quanto in questa fase faranno gli USA, vuol dire dimenticare il diritto di critica, vuol dire non indebolire con "opposizioni" il fronte che si sta costruendo.
Questo non e' accettabile, come non e' accettabile liquidare chi ricorda che la guerra e' ridistribuzione di potere tra "i gruppi di potere" (una volta si diceva tra gli stati) e di ricchezza tra le classi, altro che guerra di religione, democrazia imposta con le armi, liberatori dal nazifascismo....
Il che vuol dire che i morti delle Twin saranno sfruttati a pieno, spietatamente sfruttati per una ridistribuzione dei poteri a livello globale.
Cosa fare?
Mi sembra ragionevole la posizione del papa: giustizia non vendetta, preghiamo un solo Dio, non colpire gli innocenti .....
Mi sembra ragionevole dare una risposta chiara, netta e profonda all'attacco terrorista.
Mi sembra ragionevole dire che proprio perche' noi vogliamo una societa' migliore, i colpevoli siano braccati, catturati, portati davanti a un tribunale, giudicati e poi condannati. E' difficile? E chi lo dice? E perche' lo dice?
Mi sembra ragionevole pensare che (e lo sa bene anche Bush che preme su Sharon) senza dare una patria ai palestinesi la rabbia cieca di chi si sente
da generazioni umiliato, ferito, condannato alla miseria non si fermera'.
Mi sembra ragionevole pensare che solo migliorando la qualita' della vita di tutto il globo si puo' impedire a tutte le donne e gli uomini del pianeta di "invadere le nostre terre", solo dando speranza a tutto il mondo si puo' impedire "la guerra globale".

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