L'inflazione dei progetti
Francesco Paolo Catanzaro - 22-01-2003
Progettualità: la scuola dei progetti. I progetti sono un'indicazione nuova per la scuola o si è sempre programmato prima quello che il docente aveva voglia di fare all'interno della sua classe o nella sua scuola, sempre mantenendo inalterate le indicazioni ministeriali?
Pare che tutto sia nuovo, che un nuovo linguaggio sia stato inventato, un esperanto della didattica...e poi ci si accorge che la scuola ha sempre operato secondo una logica della programmazione e della verifica del percorso attivato.
Per portare avanti i progetti si è pure inventato il tempo prolungato che dà la possibilità alla scuola di avere docenti in compresenza e non, che propongono ed arricchiscono il P.O.F. secondo le loro competenze con laboratori a classi chiuse ed aperte.
Fin qui è tutto normale. Ogni anno il tempo prolungato porta nelle scuole professionalità e competenze che gli insegnanti di vecchia guardia non sempre hanno.
quanti insegnanti hanno visto e continuano a vedere l'informatica con occhio malefico?
Quanti vivono nell'illusione che agli alunni possano interessare argomenti obsoleti e non in linea con le innovazioni contemporanee?
Quanti credono di detenere la pietra filosofale della competenza e dell'onniscienza e propongono progetti su tematiche varie e di cui non hanno conoscenze specifiche ma superficiale informazione videodipendente?
Quante si credono dee della cultura e guardano con disprezzo i colleghi nuovi arrivati, lanciando strali avvelenati ed inventando atteggiamenti scorretti che non esistono , degni delle più infide arpie?
Allora si pensa ad eliminare il tempo prolungato per poter presentare progetti da condurre in ore non curriculari ed godere dei finanziamenti che possono arrivare ab aesterno. E perchè ci si lamenta che i progetti del tempo prolungato non funzionano e quelli extracurriculari sì.
Vige un chiaro intento demistificatorio per curare i propri interessi. E' pure un atteggiamento antisindacale perché eliminare il tempo prolungato vuol dire eliminare la possibilità che più operatori possano contribuire al percorso didattico e vuol dire… riservarsi un baronia della progettualità che deve essere portata avanti anche in modo scadente ma sempre dalle stesse persone.

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 ninfa d.    - 26-01-2003
Sono perfettamente daccordo

 Teresa Migliore    - 01-02-2003
Caro Collega, noi docenti stiamo attraversando un brutto momento in ogni senso e come tutte le persone deboli nei momenti di depressione scarichiamo le nostre frustrazioni su chi pensiamo é più felice di noi. Tu nel tuo articolo del 07-01-2003 "Ritorno a scuola" ti rivolgi ai colleghi con lunga esperienza, spronandoli ad attivarsi,affinché si aprano a coloro che nutrono ammirazione e che sono sempre pronti a collaborare ed ad imparare qualcosa dalla loro azione. Poi in questo articolo del 22-01-2003 intitolato"L'inflazione dei progetti" ,ti rivolgi agli stessi insegnanti di vecchia guardia di sesso femminile incolpandole di ritenersi " dee della cultura " ed immaginandole detentrici di strali avvelenati da scagliare contro i colleghi nuovi arrivati, che ,alzando umilmente i loro poveri sguardi, non osano nenche guardare le "dee della cultura ",protese a cercare di accaparrarsi tutto quello,che c'é, per difendere quell' onorificenza tanto agognata:la "baronia della progettualità". Credo che le tue storielle siano dettate da un momento di grande insicurezza e non ti sei accorto che quelle "dee della cultura" si sono guadagnate le competenze per acquisire lo stato di grazia a proprie spese, con tanti sacrifici economici ed umani, stando lontani dalla propria famiglia per intere giornate. In un Collegio dove TUTTI i docenti sono chiamati ad assumersi la propria responsabilità decisionale per dare una adeguata risposta formativa al territorio, e dove nessuno dei docenti presenti si propone: un pò per incompetenza, un pò per paura, un pò per disinteresse,le uniche docenti ad alzare la mano sono proprio le "dee della cultura":sempre le stesse persone! Professionisti che, lavorano in sostituzione di chi , non solo non dà una mano, per " salvare la faccia " ma si sente in grado, per coprire la propria frustrazione, di deridere chi é professionalmente valido. E se quelle stesse persone attraversano momenti difficili, i loro sfoghi vengono scambiati per "strali avvelenati".In effetti per gli esseri umani é inammissibile che anche le dee possano avere momenti di stanchezza e di demotivazione per "una scuola che va sempre allo sfascio" e scambiare i loro singulti di dolore per strali avvelenati può essere molto facile!