breve di cronaca
Effetto referendum non ammessi: la parita' si rafforza
Tuttoscuola - 22-01-2003
La Corte costituzionale nei giorni scorsi si e' pronunciata sulla richiesta di ammissibilita' di sei referendum abrogativi, fra cui quello dell'art. 18 della legge 300/1970 (statuto dei lavori) e della legge 62/2000 (parita' scolastica).
Come noto, la prima richiesta e' stata ammessa e vi sara' pertanto il referendum per l'abrogazione del vecchio art. 18 (che e' rimasto intatto dopo contrasti, polemiche e scioperi dell'anno scorso).
E' stata invece giudicata non ammissibile la richiesta per il referendum contro la parita' scolastica, che, dopo decenni di rinvii e di contrasti, tre anni fa e' stata tradotta in legge per iniziativa
dell'Ulivo con l'appoggio trasversale dei partiti dell'(allora) opposizione.
La non ammissibilita' del referendum per l'abrogazione della legge sembra stia producendo l'effetto opposto a quello desiderato dai promotori, cioe' il rafforzamento delle posizioni per la parita'.
La decisione della Corte ha infatti il valore di una conferma di legittimita' e di valore della legge; anzi, ne sembra rafforzare le finalita' e lo sviluppo.
Le scuole cattoliche, sollevate dal timore per un referendum che si sarebbe prospettato come una guerra di religione, non hanno perso tempo per ribadire in un loro comunicato tutte le ragioni per vedere attuate le aspettative per rafforzare e
sviluppare l'attuale legge, in vista del conseguimento di una piena parita' giuridica ed economica di tutte le istituzioni scolastiche che costituiscono l'attuale sistema nazionale scolastico.



Duro e' stato invece il commento dei Cobas, uno dei soggetti promotori della richiesta di referendum, che hanno parlato di ìgravissima, intollerabile, inaudita, ma soprattutto repressiva decisione della
Corteî.


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 ilaria ricciotti    - 22-01-2003
E l'art. 32 della Costituzione dove è andato a finire?
E' scandaloso che in Italia LA LEGGE NON SIA UGUALE PER TUTTI E CHE ANCHE LA COSTUTUZIONE VENGA LETTA E FATTA RISPETTARE A SECONDA DEI VENTI POLITICI CHE SOFFIANO SUL NOSTRO EGREGIO PARLAMENTO .
Ilaria